Blocco delle attività – Fatta la legge, trovato l’inganno
E alla fine la montagna partorì il topolino.
Sì, perché dopo un week-end frenetico di ordinanze e decreti sia a livello locale che a livello centrale, spesso e volentieri in contraddizione tra loro, si è arrivati al decreto di ieri sera che impone ulteriori chiusure.
Ulteriori chiusure, ma anche un sacco di aperture.
L’elemento più destabilizzante, come giustamente segnalato dall”Espresso, è però il comma D dell’articolo 1 che riportiamo qui per intero:
“Restano aperte le attività che sono funzionali ad assicurare la continuità delle filiere di cui all’allegato 1 previa comunicazione al Prefetto della provincia dove è ubicata l’attività produttiva, nella quale sono indicate specificamente le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite. Il Prefetto può sospendere le predette attività qualora ritenga non sussistano le condizioni di cui al periodo precedente. Fino all’adozione dei provvedimenti di sospensione delle attività, essa è legittimamente esercitata sulla base della comunicazione resa”.
Di fatto, si lascia un ampia libertà alle aziende di dichiarare di far parte di una filiera essenziale, anche se ciò non è vero.
Le Prefetture che, in questo momento sono oberate dalle mille necessità e richieste della gestione dell’emergenza, non avranno né il personale né il tempo per avviare seri controlli sulle aziende aperte.
In aggiunta a ciò, l’ultima frase rende evidente l’utilizzo del sistema del silenzio-assenso. Se l’azienda comunica di ritenersi parte di un settore fondamentale e la Prefettura non risponde…l’azienda può tranquillamente restare aperta!
Le pressioni neanche troppo implicite fatta del mondo datoriale italiano con interviste ai grandi quotidiani e lettere al premier Conte hanno quindi, per l’ennesima volta, messo il bastone tra le ruote a chi vuole la chiusura di tutti i settori non strategici. Questo ha portato i sindacati confederali a emettere una dichiarazione molto dura che minaccia lo sciopero generale.
Questa mattina molte aziende metalmeccaniche hanno scioperato. Tra esse si segnalano nomi importanti tra cui Leonardo e Ge Avio. Per mercoledì 25 marzo i metalmeccanici lombardi hanno indetto 8 ore di sciopero.
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