Chiamiamola tortura: firma la petizione di Antigone per l’introduzione del reato nel codice penale

L’Associazione Antigone ha promosso la petizione chiedendo al Parlamento di approvare subito una legge che introduca il crimine di tortura nel nostro codice penale, riproducendo la stessa definizione presente nel Trattato Onu. Una sola norma già scritta in un atto internazionale.

In Italia la tortura non è reato. In assenza del crimine di tortura non resta che l’impunità.

La violenza di un pubblico ufficiale nei confronti di un cittadino non è una violenza privata. Riguarda tutti noi, poiché è messa in atto da colui che dovrebbe invece tutelarci, da liberi e da detenuti.

Sono venticinque anni che l’Italia è inadempiente rispetto a quanto richiesto dalla Convezione contro la tortura delle Nazioni Unite, che il nostro Paese ha ratificato: prevedere il crimine di tortura all’interno degli ordinamenti dei singoli Paesi.

Quanto accaduto nel 2001 alla scuola Diaz ha ricordato a tutti che la tortura non riguarda solo luoghi lontani ma anche le nostre grandi democrazie. Il caso di Stefano Cucchi, la recente sentenza di un giudice di Asti e tanti altri episodi dimostrano che riguarda anche l’Italia.

Per questo sosteniamo la petizione di Antigone e chiediamo ai nostri lettori di firmare, cliccando sul link in fondo alla pagina.

La redazione di Mim

http://www.osservatorioantigone.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2545&Itemid=1

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2 risposte a “Chiamiamola tortura: firma la petizione di Antigone per l’introduzione del reato nel codice penale”

  1. mario righi ha detto:

    non è trooppo chiara come petizione, non si capiscono gli spazi, cmunque qui c’è poco a comentare Zena ocet

  2. Franca ha detto:

    Affinché sia abolito l’uso della forza fisica da parte di coloro che sono abilitati alla sicurezza sociale sulle persone imputate d’avere commesso un atto contrario alla loro dignità , ma non per questo colpite in modo violento da chi si considera autorizzato dallo Stato.

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