I primi passi concreti della Svezia verso Erdogan per amor della NATO
L’attivista curdo Zinar Bozkurt è stato arrestato dai servizi di sicurezza in Svezia alle 5 di venerdì mattina.
Il 26enne vive in Svezia da otto anni, da quando cioè ha presentato una richiesta di asilo per motivi di persecuzione in Turchia.
Le motivazioni di tali persecuzioni sono la sua identità di curdo in Turchia, della sua dichiarata omosessualità e del suo impegno per l’HDP. Ma all’inizio di quest’anno i servizi segreti svedesi hanno respinto la sua richiesta di asilo, e hanno deciso per l’espulsione.
Secondo l’intelligence svedese, Zinar Bozkurt avrebbe legami con il PKK.
L’arresto di Bozkurt arriva a una settimana da un importante incontro tra Ankara, Stoccolma ed Helsinki: il focus sarà il rispetto degli impegni di adesione della Nato da parte della Svezia.
Infatti a Giugno, durante il vertice NATO svoltosi a Madrid, la Turchia, la Svezia e la Finlandia avevano raggiunto un accordo che includeva l’estensione del loro pieno sostegno alla Turchia, unico paese che ha posto condizioni per il loro ingresso.
Avevano dunque accettato di dichiarare che il PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) è “un’organizzazione vietata” e che pertanto “adotteranno misure concrete per l’estradizione di criminali terroristi” dai loro paesi.
Inoltre, il vertice NATO di giugno, sulla linea guerrafondaia e contro la pace tra i popoli, ha indotto la Svezia e la Finlandia a promettere di cancellare tutte le restrizioni nelle esportazioni di armi alla Turchia imposte dal 2019, cioè dall’inizio dell’intervento armato di Ankara nel nord della Siria; si sono impegnati a non fornire sostegno al partito dell’Unione democratica curda siriana (PYD) e ai gruppi delle Unità di Protezione Popolare e delle Donne, parte della coalizione anti-Isis e in prima linea nella lotta contro lo Stato Islamico in Siria.
Un risultato, quello di giugno, che va oltre le più rosee aspettative del presidente turco Erdogan, a cui gli altri membri dell’Alleanza, Stati Uniti in primis, hanno dato il loro benestare.
Nel documento della NATO quindi, anche le YPG e le YPJ sono state dichiarate terroriste, dopo aver combattuto e sconfitto l’ISIS, perdendo oltre 10.000 combattenti.
Insomma, la Svezia sta preparando un trofeo umano al Sultano come prova della sua fedeltà alle promesse fatte sulla pelle dei curdi pur di entrare nella NATO.
La Confederazione europea curda KCDK-E ha rilasciato una dichiarazione venerdì invitando la Svezia a non sacrificare i curdi al ricatto turco per l’adesione alla NATO:
“La Svezia sta commettendo un grave errore legale se i curdi vengono sacrificati per un accordo per l’adesione alla NATO. È un dato di fatto che Zinar Bozkurt rischia una lunga pena detentiva e gravi torture se viene estradato nello stato fascista turco. La sua deportazione contraddice la legge svedese sull’immigrazione e gli accordi internazionali.
Con questo arresto, il governo svedese vuole sacrificare un giovane curdo in vista della visita del dittatore Erdogan annunciata per la prossima settimana. È risaputo che Erdogan sta equipaggiando i terroristi dell’ISIS in ogni forma, non solo in Medio Oriente, ma anche contro i popoli dell’Europa e dell’Africa. Condanniamo il fatto che il governo svedese voglia comunque sacrificare Zinar con vari pretesti. Chiediamo che questo errore sia evitato. Invece di difendere l’indipendenza della magistratura e gli standard democratici, il governo svedese si inchina alle richieste disumane di un dittatore”.
Tag:
accordo asilo curdi deportazioni diritti umani erdogan finlandia madrid nato pkk svezia truchia