La grande battaglia geopolitica sui vaccini e il capitalismo “illuminato”

La svolta di Biden. Sorprendente, ma non troppo.

Sta facendo discutere la recente decisione dell’amministrazione americana di schierarsi a favore di una sospensione straordinaria delle protezioni alla proprietà intellettuale nel campo dei vaccini contro il Covid-19.

La proposta è stata inoltrata dalla rappresentante commerciale statunitense presso il WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, e segue una proposta già avanzata in tal senso da India e Sudafrica. India che, da un lato, è uno dei più grandi produttori di vaccini del mondo e, dall’altro, in una stridente contraddizione, sta venendo duramente colpita da una nuova ondata di contagi che ieri ha portato il numero di deceduti nel Paese a 230.000.

La mossa del Presidente Biden ha spiazzato l’Unione Europea, con la Germania al momento contraria alla scelta di Washington, mentre Italia e Francia si sono schierate immediatamente a favore. A livello planetario, si sono mostrate recalcitranti (per motivi diversi) sia la Cina che la Gran Bretagna.

È evidente che in piena pandemia globale la battaglia sui vaccini e sulla loro fornitura è diventata una sfida geopolitica. La Russia sta abilmente utilizzando lo Sputnik in giro per il mondo e soprattutto in Europa ha cercato di lavorare per creare crepe con l’alleato americano. La Cina con le sue forniture ha puntato, come ormai da tradizione, sull’Africa. Ci sono poi i vaccini cubani che se dovessero superare le sperimentazioni sarebbero un ottimo competitor a livello continentale, con il Paese caraibico che diventerebbe il più piccolo produttore di vaccini al mondo.

Ma torniamo alla scelta dell’amministrazione democratica. Una scelta sorprendete dopo anni di “business is business” trumpista. Sorprendete, ma non troppo in realtà. Gli Stati Uniti sono già in pole position nella sfida sul clima e ora aggiungerebbero un nuovo tassello allo scontro in atto per l’egemonia globale.

Intendiamoci, la svolta green americana non è che una scelta potentemente politica. Come sotto Roosevelt dopo la crisi del ’29, le punte più consapevoli e avanzate del capitalismo spinsero in direzione dell’intervento dello Stato in economia e della creazione di un welfare state che garantirono agli Stati Uniti un quarantennio e più di crescita ininterrotta e di egemonia nel campo occidentale, oggi le intelligenze più acute del capitale si rendono conto che la svolta green può rappresentare, oltre che un gigantesco volano per investimenti e rilancio, anche un elemento accattivante di battaglia ideologica. Lo stesso dunque vale per i vaccini, in un mondo prostrato da più di un anno di pandemia.

Big Pharma, che in poche ore ha perso molti punti in borsa, è insorta dipingendo scenari apocalittici se si seguisse la scelta di Biden. Ma è mai successo che i padroni non paventassero scenari catastrofici nel momento in cui annusavano una parziale perdita di profitti? Va inoltre aggiunto che il fronte delle multinazionali farmaceutiche non è poi così compatto come appare, visto che per esempio Moderna, il più piccolo dei colossi, non ha chiuso a priori alla sospensione.

In un’intervista su “ilManifesto” di oggi padre Zanotelli, missionario in Africa per più di 30 anni, dichiara senza mezzi termini: “La pandemia tocca tutti, siamo stupidi se pensiamo di salvarci facendo morire gli altri. Il virus si incattivisce e torna a noi, sempre più pericoloso, attraverso le varianti. La salute è un bene comune, i vaccini sono stati sviluppati con i finanziamenti pubblici, è giusto distribuirli equamente. La funzione dello Stato è proprio questa, intervenire con la sua autorità per chiedere un’equa distribuzione di beni sviluppati con la fiscalità generale. Big Pharma vuole fare profitti ma in una situazione come questa lo Stato ha l’obbligo di porre un argine. Purtroppo stiamo verificando ancora una volta che invece comanda la finanza, comandano le multinazionali. Il Sud deve avere la possibilità di produrre i vaccini di cui ha bisogno anche attraverso il trasferimento delle conoscenze”. La sua è una posizione, condivisa da molti in giro per il mondo, secondo cui andrebbe fatto di più e subito.

E, del resto, in questa dichiarazione è sfatato un mito che vedrebbe nel privato il solo autore del “miracolo dei vaccini”. La situazione è molto più complessa, come scriveva ieri il “Sole 24 Ore” che di tutto può essere accusato salvo che di simpatie per il socialismo: “…sottolineano come i vaccini sul coronavirus siano stati creati anche con l’apporto essenziale di una vasta ricerca pubblica, finanziata dal contribuente, mettendo il dubbio rivendicazioni di ingenti profitti a ogni costo: nel caso di Pfizer, ad esempio, il suo partner nel vaccino BioNtech ha ricevuto forti aiuti dal governo tedesco, dei quali si è quindi avvantaggiata indirettamente, e ha potuto contare sull’acceso, sempre grazie a BioNtech che ne ha licenza, a brevetti degli Istituti Nazionali della Sanità, un ente federale”.

Si preannuncia dunque una nuova partita a scacchi a livello planetario. Staremo a vedere.

* in copertina una manifestazione sotto la sede di Pfizer a Milano nel gennaio di quest’anno

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