Milano dichiara l’emergenza climatica e poi fa le Olimpiadi invernali

Sono da poco passate le 18 e a Losanna verrà a breve annunciato dal presidente del Cio Thomas Bach il vincitore tra le due città candidate a ospitare le Olimpiadi invernali del 2026. Nei due lati della sala sono presenti le delegazioni di Milano-Cortina e Stoccolma-Are. Il momento è arrivato, “The winner is…”, rullo di tamburi, “Milano-Cortina!”. Ed è subito bar sport in quel di Losanna. Beppe Sala, Luca Zaia ed Attilio Fontana inscenano un teatrino da far impallidire la curva del Pomezia. Il primo cittadino di Milano si improvvisa lancia cori intonando un “Italia, Italia, Italia!”, seguito dai compagni di delegazione, che seppur di altra fede politica non resistono all’entusiasmo. Perché folklore a parte, questo hanno da insegnarci le scene immortalate a Losanna: “Un paese unito ce la può fare”. E da lì la notizia propaga nella commozione generale in tutto il Belpaese. Italia: il gigante sconfitto e deriso si riprende la scena vincendo la candidatura per le Olimpiadi invernali. Questo più o meno lo scenario descritto dal giornalismo mainstream sul web. E quante ancora ne dovremo sentire i prossimi mesi.

Eppure sono passati solo 13 anni dall’ultima volta che l’Italia ha ospitato una edizione delle Olimpiadi invernali. Era il 2006 ed era a Torino, una vicenda che in realtà non è ancora conclusa. Perché se Milano si presta ad organizzare i prossimi giochi olimpici, Torino non ha ancora finito di pagare i debiti degli scorsi. Palestre e villaggi olimpici completamente abbandonati a fine evento, e una voragine di bilancio come solo i grandi eventi sanno regalare. Ancora più paradossale pensare che proprio Milano solo qualche settimana fa ha annunciato l’emergenza climatica, cedendo alla pressione delle decine di migliaia di climattivisti che hanno inondato le strade della città. Cosa ne sarà quindi di Milano? Dei seri provvedimenti per contrastare la catastrofe climatica che incombe sul nostro futuro? Un piano concreto per risolvere il problema dell’edilizia popolare, con annesse le migliaia di persone senza casa e le decine di migliaia di appartamenti sfitti? A ora all’orizzonte si scorge invece il “Palaitalia”, una struttura faraonica da 15.000 posti progettata in zona Rogoredo. Qualche anno fa abbiamo parlato di grandi eventi come “debito, cemento e precarietà”, forse lo abbiamo detto male, forse non abbiamo fatto il nostro meglio per farci ascoltare, ma dio se avevamo ragione… Di fronte al grandeur olimpico e all’euforia generale, preferiamo ritagliarci il ruolo di guastafeste, nella peggiore delle ipotesi avremo un’altra ragione per dirvi: “Ve l’avevamo detto”.

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Una risposta a “Milano dichiara l’emergenza climatica e poi fa le Olimpiadi invernali”

  1. Filippo ha detto:

    Più che guastafeste mi pare non abbiate nemmeno letto l’introduzione del dossier olimpico. Ma sono sicuro che avrete tempo per farlo prima del 2026 andando oltre pregiudizi disinformati e benaltrismo

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