Militari in città? Sai che novità!

vogliamo-i-colonnelli-1973-mario-monicelli-02Dato reale o campagna mediatica?

“Emergenza sicurezza a Milano. Sala: “Chiederò l’esercito nel quartiere multietnico”. Questo il titolone di Repubblica che nelle giornate di ieri e oggi picchia duro sul tema della sicurezza in città.

La bomba mediatica è esplosa dopo l’omicidio in Piazzale Loreto del 37enne dominicano Antonio Rafael Ramirez ucciso a coltellate e colpi d’arma da fuoco sabato sera all’imbocco di Via Padova. L’indagine è in mano alla Squadra Mobile che sta setacciando gli ambienti del traffico di sostanze stupefacenti.

A braccetto coi fatti di Piazzale Loreto è arrivato anche l’intervento in grande stile (dopo altre operazioni di Polizia e Carabinieri che avevano portato a molti fermi e arresti) delle Forze dell’Ordine per radere al suolo il “bosco dello spaccio” in zona Rogoredo di cui avevamo già trattato lo scorso Agosto.

Da lì, ovviamente, l’inizio dei soliti reportage con paragoni arditi tra il quartiere di Via Padova e il Bronx di New York degli anni ’70 e ’80. Inutile dire che il paragone non regge. Le città americane avevano e hanno un tasso di violenza e criminalità infinitamente superiore a quello delle città italiane. Anche perché la società americana è ancora molto più feroce di quelle europee.

Ma improbabile anche il paragone con la Milano di qualche decennio fa che, è utile ricordarlo, era la terza città in Italia per numero di morti ammazzati dopo Napoli e Palermo e in cima alle classifiche per i morti di overdose da eroina.

Lontano anche il tragico Gennaio 1999 con la sua sequenza impressionante di omicidi che diede ispirazione alla prima ondata “law and order” che attraversò la città percorsa dai cortei che invocavano repressione e tolleranza zero cui il movimento milanese riuscì a porre un argine con la manifestazione di 20.000 persone che andò a terminare davanti all’allora CPT di Via Corelli.

Come abbiamo già detto la narrazione autocompiaciuta della Milano post-Expo metropoli efficiente dove tutto funziona e va per il meglio è una favola. Basta uscire dalla circonvallazione esterna per rendersene conto.

La percezione di insicurezza è forte. La crisi, lo smantellamento del welfare e la frantumazione dei legami di solidarietà sociale non hanno fatto che aumentare questo sentimento.

Come da tradizione i grandi media mainstream agitano una serie di temi offrendo succulenti assist alla destra più reazionaria: pericolo migranti, criminalità dilagante, lotta ai centri sociali, emergenza case occupate…

Gli issues sono sempre gli stessi e abbiamo imparato a fiutarli a distanza. Qualcuno ricorda lo sciagurato annuncio dei 200 sgomberi in una settimana nell’Autunno 2014? Come nell’Autunno di due anni fa sono i giornali dettare l’agenda politica. “I soldati a Milano” che campeggiano in prima sul Corriere sono più una invocazione, una richiesta, che fredda cronaca. A scoppio ritardato…

Più di un dubbio sorge poi sul fatto che, il quartiere coinvolto, sia quello di No-Lo, North of Loreto, come viene ormai chiamato. Un quartiere in rapida riqualificazione che sta diventando “di moda”. In città siamo abituati a campagne di stampa capaci di dare lo spunto vincente per la gentrificazione di interi quartieri. Il caso dell’Isola nei primi anni 2000 insegna.

Non saranno certo i militari con le loro jeep e armi automatiche a risollevare le periferie milanesi.

Anche perché, come suggerisce un documentato articolo di Roberto Maggioni per Radio Popolare, non se ne sono mai andati…

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