Un 8 Marzo di rabbia, di amore, di lotta. Una marea contro patriarcato e genocidio

Un racconto attraverso le immagini di questo 8 Marzo incredibile. Incredibile perché in mezzo al patriarcato, al genocidio, alla violenza machista, alla guerra, all’orrore di questo sistema, la resistenza transfemminista ha inondato il mondo. A Milano ha preso spazio, strade, corpo attraverso di noi, le oltre 20.000 persone che dalle prime luci dell’alba a notte inoltrata abbiamo urlato che ci vogliamo viv* e liber*, dall’Italia alla Palestina, perché nessun* può essere liber* finché non lo saremo tutt*.

Le tappe dell’8 Marzo milanese:
la nostra festa: perché se non possiamo ballare, non è la nostra rivoluzione!

Il corteo cittadino: una marea di 20.000 persone ha inondato la città. Ci siamo ripres* piazza Duomo, vietata alle manifestazioni dall’inizio del genocidio in Palestina. La visibilità è vita, negare la piazza principale di una metropoli come Milano significa volere il silenzio e il silenzio è complice. Abbiamo un fuoco che brucia in ognun* di noi, che spinge i nostri passi sempre un metro in più: abbiamo riconquistato piazza Duomo, perché se le nostre vite valgono così poco che ci possono uccidere, stuprare, molestare, sottopagare in maniera sistemica, noi non ci accontentiamo di un angolino. Abbiamo riconquistato piazza Duomo perché se un genocidio è in mondovisione e c’è chi finge di non vedere, lo spazio politico e di visibilità dell’8 marzo non poteva che essere megafono di tutt* quelle persone che rischiano la vita e la voce in Palestina. Per lo stesso motivo abbiamo voluto lasciare una scritta “Palestina libera”, ai piedi del Consolato degli Stati Uniti d’America. La manifestazione cittadina ha toccato numerosi punti lungo il percorso, sollevando i temi del diritto alla salute per tutt* e per tutt* i corpi non conformi, del diritto alla casa e alla città, del contrasto alla violenza economica e lavorativa, della vergogna di una statua che celebra un pedofilo colonialista. Abbiamo ricordato che “not all men” non significa nulla, quando lo stupratore è un sistema fondato sul privilegio patriarcale.
La potenza della marea è stata quella di non lasciare indietro nessun*. Sappiamo che abbiamo ancora molto da ragionare e da fare, ma grazie alle interpreti LIS, al camion dedicato alle persone con difficoltà motoria, alla zona di decompressione e alle traduzioni in lingua questo sciopero globale ha indicato la direzione verso cui siamo orgogliose di sognare.

Il corteo studentesco e dello sciopero: oltre 5.000 student* e lavorator* in sciopero hanno dato vita alla manifestazione del mattino. Student* disobbedienti al patriarcato e al genocidio hanno sanzionato i luoghi simbolo di queste due dimensioni dell’oppressione ai corpi e ai popoli. Dall’anagrafe dove è stata rivendicato a gran voce il diritto alle carriere alias e all’autodetermionazione delle persone queer, fino al consultorio cattolico di via Sant’Alessandro abbiamo ribadito che non sono né lo Stato né Dio a decidere sui nostri corpi. Il Boycott tour ha sanzionato tutti i grandi marchi che sostengono economicamente il genocidio e l’apartheid in Palestina, culminando con l’occupazione di massa del punto vendita di McDonald’s in piazza Oberdan, mandato completamente in tilt.

I picchetti alla Leonardo S.p.A. di Cameri, Novara: i sindacati di base in sciopero e le organizzazioni di resistenza della diaspora palestinese hanno bloccato ingressi e uscite dei camion che trasportano componenti per cannoni ed altri armamenti.

La colazione resistente: allo Spazio di Mutuo Soccorso, per il diritto alla casa e contro la violenza economica. Mutuo soccorso è sorellanza e la sorellanza ha difeso SMS, una casa (più) sicura per tant* di noi di questa città.

La Statale ha occupato, con Rebel8! Perché le Università devono essere luoghi di autodetermianzione e sapere critico, transfemminista e radicalmente opposto a guerre, colonialismo, mentre invece la Statale purtroppo è in linea con altri atenei in fatto di molestie e soprattutto non esita a stabilire partnership con enti privati e atenei che supportano il genocidio del popolo palestinese.

Ora che è il 10 marzo (ieri), quel fuoco continua a bruciare. E se le nostre vite non valgono, noi bruciamo tutto. E se ci fermiamo noi , si ferma il mondo.
Stop Patriarcato, Stop Genocidio, fino alla vittoria.

P.S. Se vuoi contribuire a questa narrazione collettiva, manda le tue foto a nonunadimenomilano@gmail.com

Non Una Di Meno Milano

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