Violazione dei diritti e respingimenti per i minori non accompagnati

Un nuovo documento di Intersos denuncia quello che accade nelle frontiere dell’Italia settentrionale. I minori stranieri non accompagnati che cercano di entrare in Francia, Austria e Svizzera vengono costantemente respinti violando così l’obbligo di presa in carico e di protezione che impone il Regolamento di Dublino III, il quale dovrebbe riconosce a tutti il diritto di presentare la richiesta di protezione internazionale.

In Italia l’arrivo di minori stranieri non accompagnati è leggermente calato nel 2017. I dati del Ministero dell’Interno mostrano che tra gennaio e luglio 2017 sono stati 12.656, il 13% di tutti i migranti arrivati nel nostro Paese ma sono migliaia quelli che risultano “irreperibili”. Nel 2016 si è persa traccia di 6.651 bambini. Alcuni cascano nella trappola della criminalità organizzata, altri si allontanano dalle strutture d’accoglienza dove si sentono “bloccati”, poiché non viene garantita alcuna formazione o crescita personale. Ma la maggior parte di loro inseguono la volontà di arrivare in altri Stati europei per raggiungere i familiari.

Analizziamo la situazione nelle principali città di confine italiane:

Ventimiglia

A seguito della sospensione degli accordi di Schengen, a causa degli attacchi terroristici del 2015, la Francia ha applicato la normativa che prevede il ripristino dei controlli di frontiera. Ma Ventimiglia rimane uno snodo di transito in uscita per oltrepassare il confine.
Nonostante i numerosi controlli della polizia alla stazione di Menton Garavan, il treno è il mezzo più utilizzato per oltrepassare il confine con la Francia. Tutte le persone che non hanno i documenti in regola, anche se minori, vengono fatte scendere dal treno, portate all’ufficio di frontiera francese dove gli viene consegnato il “Refus d’Entrée” e rispediti con il treno di ritorno per l’Italia. Questo documento evidenzia: il respingimento nei confronti dei minorenni in territorio francese; il fatto che non viene attuata la presa in carico dei minori, che non viene dato loro un interprete o un mediatore e, soprattutto, non viene data la possibilità di fare richiesta di protezione internazionale violando tutti gli obblighi imposti dal Regolamento di Dublino III in merito alla protezione del minore.

Como

Da luglio 2016 anche la Svizzera ha chiuso le frontiere. I controlli sono stati intensificati con l’utilizzo di droni e dell’esercito aumentando di conseguenza il numero di persone bloccate a Como. I migranti in transito stanziano presso il parco della stazione San Giovanni.
Gli accordi italo-svizzeri non prevedono una distinzione tra minorenni e maggiorenni, quindi il migrante viene riconsegnato alle autorità italiane a meno che non presenti domanda di protezione internazionale o di asilo.

Brennero

Nel 2016 l’Australia ha chiuso definitivamente la frontiera lasciando circa 2000 persone fuori dal circuito di accoglienza e quindi in strada.
Anche qui la via d’uscita più utilizzata è il treno. Chi riesce a varcare il confine affronta i controlli della polizia austriaca che, come più volte hanno segnalato i migranti, applica indistintamente a tutti la sanzione amministrativa, che va da 100 a 700 euro, per ingresso irregolare. Quando il denaro non è sufficiente, gli agenti sequestrano il telefonino. Successivamente c’è l’identificazione e la riammissione forzata in Italia, come previsto da un accordo bilaterale che prevede la possibilità di effettuare riammissioni in forma ordinaria o semplificata (nell’arco delle 24 ore), escludendo la possibilità di effettuare riammissioni nei confronti di cittadini di Stati terzi che abbiano presentato richiesta di protezione internazionale nello Stato in cui si trovano.Tutto questo iter avviene in maniera arbitraria.

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