L’antifascismo non è reato. Tranne che per la procura di Milano

Il 29 Giugno 2017 una delegazione di Nessuna Persona è Illegale veniva aggredita all’interno di Palazzo Marino da un gruppo di estremisti di destra di Casa Pound [1 / 2]. La notizia faceva il giro della città e in Piazza della Scala accorrevano moltissimi antifascisti per portare solidarietà agli aggrediti e contrastare la presenza di CP in piazza. A meno di un anno dai fatti Questura e Procura presentano la loro surreale ricostruzione dei fatti della giornata mettendo sullo stesso piano aggressori ed aggrediti e contestando a 3 antifascisti reati “fantascientifici”.

Gli antifascisti in piazza il 29 Giugno 2017 dopo l’aggressione

Riprendiamo qui sotto il comunicato di USB sui fatti:

Milano – lunedì, 19 Marzo 2018
Il 29 Giugno dello scorso anno il movimento “Nessuna persona è illegale” organizzava una manifestazione regolarmente autorizzata davanti a Palazzo Marino, per rivendicare il diritto al domicilio e alla residenza delle e dei migranti e dei senza fissa dimora nel comune di Milano. Una delegazione doveva essere ascoltata in consiglio comunale e così è stato.
In contemporanea con quella manifestazione un gruppo di militanti dell’organizzazione fascista Casa Pound inscenava un blitz non autorizzato all’interno del Consiglio Comunale e, venuto in contatto con i manifestanti, aggrediva e picchiava diverse persone della delegazione all’interno di palazzo Marino.
Già allora da più parti si era denunciato il comportamento quanto meno irresponsabile della questura di Milano che aveva consentito nei fatti il blitz dei militanti fascisti e permesso il contatto sia all’interno che successivamente all’esterno di Palazzo Marino con chi era lì autorizzato a difendere i diritti dei migranti e dei più deboli.
Oggi apprendiamo che il Pubblico Ministero del Tribunale di Milano dott. Pavone Enrico ha operato un capolavoro di revisionismo sottoponendo ad indagini preliminari 5 neofascisti e 3 compagni mettendo sullo stesso piano aggrediti ed aggressori.
Uno dei 3 colpiti da avviso di garanzia è un dirigente Sindacale di USB, Riccardo Germani, medicato la sera stessa in Pronto soccorso perché preso a pugni e calci in faccia e dimesso con 5 giorni di prognosi e due compagni solidali di movimento.
Fascismo ed Antifascismo non sono la stessa cosa, è più inquietante che si voglia ridurre il tutto ad una sorta di rissa, forse per coprire qualche responsabilità da parte di chi ha garantito o consentito ai fascisti protezione e libera circolazione in quella giornata?
Il P.M. dovrebbe indagare su quali protezioni abbiano potuto garantire al gruppo di Casa Pound di entrare indisturbato in Consiglio Comunale senza alcuna autorizzazione, sul perché gli sia stato permesso di entrare in contatto con la delegazione antirazzista presente all’interno di palazzo Marino, e successivamente con i solidali che erano in Piazza per una manifestazione regolarmente autorizzata. Sono questi dubbi che sollevammo anche un anno fa e ora solleviamo con più forza. Lo diciamo anche alla luce degli episodi preoccupanti che hanno caratterizzato il periodo preelettorale: tentativi di strage a sfondo razzista e xenofobo, fatti passare per gesti isolati di un pazzo, tentativi di proibire manifestazioni antifasciste e antirazziste, ad opera del governo e del Ministro degli Interni, lo stesso ministro del DASPO contro i poveri e contro chi lotta per una società più giusta, lo stesso governo dei respingimenti dei migranti verso le carceri libiche. E non dimentichiamo che Milano è la città dove abbiamo assistito a più riprese a rastrellamenti contro i migranti in stazione Centrale, ad opera della forza pubblica.
In questi mesi la nostra organizzazione sindacale sta subendo particolari attenzioni da parte degli organi preposti alla repressione. Su questo ribadiamo, se ce ne fosse bisogno, che non arretreremo nemmeno di un millimetro dai nostri valori e dalla nostra natura di organizzazione sindacale antifascista, antirazzista, anticapitalista e antisessista e proprio su questi valori, sulle questioni del lavoro, della precarietà, dei salari da fame, della perdita di diritti economici e sociali, dello sfruttamento del lavoro migrante. Ed è su queste parole d’ordine che siamo disponibili ad un confronto con tutti per costruire il Primo Maggio.
Di fronte a queste ennesime vergognose denunce contro chi quotidianamente si batte per i diritti dei più deboli, USB si compatta intorno a tutti i compagni denunciati e si muoverà di conseguenza sia con iniziative di lotta che con tutte le iniziative legali necessarie.

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