Governo Draghi, come sta andando?

È recente l’insediamento del neo-governo “dei migliori”, ma si iniziano già a vedere, ahinoi, le prime, prevedibili, mosse di un esecutivo che ha a cuore solo gli interessi delle grandi compagnie: dallo sblocco parziale dei licenziamenti al tutto tace sulla questione vaccinale in Lombardia.

Con il DCPM del 2 marzo 2021 il premier Draghi ha introdotto la cosiddetta “zona arancione rinforzata [di ieri la notizia di un’ulteriore stretta verso la Pasqua]. Questa dovrebbe comportare un aumento delle misure restrittive per determinate zone di regioni classificate come “arancioni”. Per ora le misure in questione tuttavia, prevedibilmente, interessano in modo significativo praticamente solo le scuole. A parte pochi provvedimenti che poco si differenziano da quelli della “classica” zona arancione, l’unico vero cambiamento riguarda infatti gli/le studenti/studentesse, che per l’ennesima volta si ritrovano relegat* in casa, a seguire le lezioni dal proprio dispositivo. Nel pomeriggio però, niente vieta loro di incontrarsi per fare compere, in quanto le attività economiche rimangono aperte, così come le grandi vie dello shopping che di conseguenza diventano inevitabilmente luoghi di assembramento e contagio, molto più di quanto lo possano essere le scuole. Così nuovamente il guadagno è stato messo davanti a istruzione e sicurezza.

Il 5 marzo in mattinata è stato annunciato che l’azienda McKinsey collaborerà insieme al governo italiano al fine di stendere il Recovery Plan; la stessa azienda che diede man forte all’ormai ex Presidente degli Stati uniti d’America Donald Trump per ottimizzare le espulsioni di migranti presenti in USA, la stessa azienda coinvolta e ritenuta responsabile per il suo ruolo nello scandalo degli oppiacei: si è scoperto che aveva consigliato alle industrie farmaceutiche una campagna molto aggressiva di vendita di prodotti poi dannosi per la salute.
È inaccettabile che il governo si affidi ad una compagnia di consulenza privata per redarre un documento che andrà a influire pesantemente sulla vita di tutt* noi, dimostrando di non essere in grado di gestire i fondi europei che non possono essere spesi per il profitto di poch*, 
Rete Student_Milano ma devono essere investiti in strutture sociali e di welfare.

Dal canto suo Regione Lombardia, nelle figure del Presidente Fontana e dell’assessora Moratti, come ci aspettavamo, non è di diverso avviso: è di poche ore fa l’annuncio che la regione delegherà ai privati, nello specifico a Confindustria Lombardia, una parte della campagna vaccinale, cioè saranno le aziende stesse a vaccinare i lavoratori e le lavoratrici. Sul piano teorico saranno rispettate le priorità nazionali, cioè prima chi è fragile e ha maggiore necessità e poi il resto della popolazione, ma è legittimo temere che questo non accada: è una tendenza ormai assodata il salvare solo ciò che è produttivo (ricordiamo la frase della Moratti sulla distribuzione dei sieri in base al P.I.L.).
La vaccinazione di massa deve essere gestita solamente da organismi statali e controllati, non è accettabile neanche considerare che Confindustria, che ha a cuore solo il profitto di pochə e non si interessa della salute dellə cittadinə, abbia in gestione parte delle dosi vaccinali del nostro paese.

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