Il Manzoni occupa. E siamo a quattro

Dopo i fatti del Severi-Correnti, nonostante le minacce di Valditare e i bastoni tra le ruote messi da presidi e parte del corpo docente la quarta scuola milanese occupa: si tratta del classico Manzoni.

Questo il comunicato.

Oggi (ieri), 27 febbraio 2024, gli studenti e le studentesse del Liceo Classico Manzoni hanno occupato la propria scuola.
Di fronte alla situazione attuale ci siamo trovati costretti e costrette a prendere questa decisione; cioè quella di occupare in quanto essa è l’unica risposta che si può dare alle minacce di Valditara, alle misure sempre più repressive del governo italiano, al ripugnante silenzio complice ed al supporto del blocco occidentale al massacro del popolo palestinese.
Agli studenti e alle studentesse si presenta l’obbligo intellettuale di esprimersi e di non rimanere sordi di fronte al grido di denuncia di un’ingiustizia declinabile in troppi aspetti delle nostre vite.
Per quanto concerne i sentimenti di supporto al popolo palestinese che ci hanno spinto ad agire in tal guisa la riflessione spontanea è circa il modo superficiale e “di parte” della narrazione mediatica italiana. Questi, cioè i principali mezzi d’informazione, i quali sono profondamente corrotti dallo stesso potere politico, si rendono infatti così fieramente portavoce delle destre al comando con l’obiettivo concordato di creare le basi di un sistema di silenziosi consensi intorno alle politiche capitalistiche e belligeranti dell’Occidente. Riteniamo che deliberatamente omettano e trascurino dettagli importanti dell’attuale crisi geopolitica e le relative partecipazioni degli Stati corresponsabili, come il nostro che opera a tutti gli effetti in difesa di Israele: da questa constatazione è nata la nostra decisione di non parlare con giornalist*.
In particolar modo il nostro è un appello, è una chiamata ai cuori e alle menti di chiunque creda che gli eventi che stanno segnando il territorio ed il popolo palestinese non siano accettabili; di chiunque pensi che il silenzio del mondo occidentale, in particolare maniera dello Stato italiano, davanti al genocidio di un popolo sia ancora più inaccettabile; di chiunque creda che la repressione della solidarietà ad un popolo oppresso sia insopportabile, in primo luogo quando questa repressione arriva proprio agli studenti e alle studentesse tramite manganellate “educative”.
Il Governo italiano, infatti, da due anni a questa parte, in nome del becero populismo penale, usato come strumento di consensi politici e di discriminazione sociale, sta attuando una stretta sempre più repressiva nei confronti del dissenso: è una linea politica volta a rafforzare l’autorità di una classe governante, culturalmente asservita alle potenze euro-atlantiste, che attua politiche, tanto interne quanto esterne, evidentemente contrarie agli interessi della nazione e dei giovani, nel silenzio completo e complice della cosiddetta “opposizione”. La nostra non è più una democrazia ma un sistema politico in cui forze di diversa estrazione seguono le stesse politiche, coadiuvate da una stampa di regime che cerca in ogni mezzo di orientare o distrarre l’opinione generale, al fine di rendere i cittadini incoscienti della via sulla quale la politica eterodiretta ha posto pericolosamente la stessa nazione.
L’assemblea occupante che ha deciso di presentare questa azione politica come alternativa alla didattica curricolare ha come obiettivo:
– arricchire trasversalmente ogni elemento formante della scuola;
– mostrarsi solidali nella lotta verso il popolo palestinese e tutti gli oppressi in lotta, in particolare agli studenti del Liceo Severi-Correnti;
– rompere gli ingranaggi della propaganda sul genocidio in Palestina attraverso una narrazione differente del conflitto.
Ci si osa proporre, infatti, come luogo di scambio, come luogo di confronto libero e assoluto dal mondo circostante.
Ci si propone come oasi agognata in un deserto di asfissiante quotidianità̀.
Non solo un blocco, ostacolo o intralcio ma una genuina ed ottimista spinta verso un futuro migliore è la ragione che ci ha spinto.
La necessità intima di poter creare ricordi, legami e relazioni umane; infatti, ampliando il discorso è forse la rivendicazione più pura, quella di uno spazio, di un protagonismo nella gestione del proprio bene maggiore quale è il tempo, un tempo di libertà, al di fuori dalle logiche capitalistiche e autoritarie.
Ma poiché di fronte ad una società finalista, dove le azioni umane sono necessariamente indirizzate alla produzione di qualche bene od onore, la ricerca del tempo è esclusivamente circoscritta alla stessa produzione: nella fase di studio questo è finalizzato inizialmente alle valutazioni e poi ad uno sbocco immediato nel mondo del lavoro; giunti alla fase lavorativa il tempo è consegnato alla logica produttivo-consumista; è un preciso dovere la creazione di una parentesi che possa essere concepita come produttiva ma nel solo campo della ricchezza d’animo personale, lontana dal profitto e dalla valutazione.
Come studenti e studentesse abbiamo quindi pensato che il luogo migliore per la realizzazione di questa libertà fosse la nostra Scuola.
È importantissimo e centrale per l’Assemblea occupante che si capisca che l’interruzione delle lezioni non deve essere in alcun modo considerato come una ricerca di scontro o di conflitto con le altre componenti della scuola, e che la scelta è stata dettata unicamente dalla necessità di un confronto più forte con il mondo esterno e per, a malincuore, fare fronte alle inconciliabili disposizioni della Presidenza nella sua ricerca di regolamentare qualcosa che ha una posizione contro il sistema regolamentante come condizione intrinseca.
Consci e forti della votazione avvenuta, in sede, non possiamo ignorare la volontà espressa.
Il Manzoni rimarrà Occupato fin quando il primo compito di arricchimento trasversale non sarà ottemperato.
“Non ridere non lugere, neque detestari sed intelligere”

L’assemblea occupante del Liceo Classico Manzoni

 

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Una risposta a “Il Manzoni occupa. E siamo a quattro”

  1. Elisabeth THERESE PICHON ha detto:

    Bravissimi, ci da corraggio che la gioventu prenda decisamente parte alla denuncia di governanti reazzionari , servi delle multinazionali delle armi!!!!!

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