Guai a chi ci tocca – comunicato di Labout.

foto-3Oggi la digos è entrata in casa di alcuni compagni, anche minorenni, per effettuare delle perquisizioni, in cerca di oggetti relativi al 14 Novembre. Questa data, che ha scaldato l’autunno, ritorna a farsi sentire per l’operato della polizia.
Già quel giorno, con l’istituzione di zone rosse in molte città italiane per difendere i palazzi della finanza europea, vi erano stati scontri violenti in tutta Italia, con alcuni compagni arrestati a Roma. Oggi a quasi un mese di distanza, la polizia ha deciso di entrare in casa di alcuni ragazzi alla ricerca di indizi che li riconducessero a quella data.

Tutte le notizie sulle perquisizioni #14n

Qui lo speciale di Mim sul 14 novembre.

Immaginate che una mattina state andando a scuola, in università, al lavoro e venite a sapere che quel giorno ci sarà una sciopero europeo contro le misure di austerity. Uno sciopero che interessa Grecia, Portogallo, Spagna e altri paesi colpiti dalle misure imposte dalla troika. Decidete di andare, nella vostra città c’è una manifestazione, e vi radunate al concentramento.

L’obiettivo è chiaro, si vuole andare nei palazzi del potere, che si sono spostati dai palazzi della democrazia italica, nei palazzi della finanza europea. E se si vuole manifestare il proprio dissenso non ha più senso andare sotto dei palazzi di facciata completamente assoggettati allo strapotere delle banche.

La polizia è subito schierata al servizio dei nuovi padroni, a istituire una zona rossa, dove è vietato passare, perchè il dissenso prima di essere represso, dev’essere arginato a zone dove non dia fastidio, dove sia invisibile e passi liscio. Vi provate ad avvicinare tutti assieme, eravate in piazza il 5 ottobre, e sapete bene come funzionano queste cose, per cui davanti c’è qualche book block e in testa ci sono i caschi, che non si sa mai.
Infatti la polizia carica, lancia lacrimogeni e insegue le persone nelle strade. A Roma massacra letteralmente i ragazzi.
Dietro lo schieramento nella zona rossa, chi da mesi sta imponendo misure lacrime e sangue, per ripagarsi i propri debiti e i debiti delle banche che li hanno messi a governare, ride compiaciuto e ha il coraggio di chiamare choosy e bamboccioni chi invece scende in piazza determinato a non farsi calpestare e rubare il futuro.

A quasi un mese di distanza la stessa polizia entra in casa vostra, cerca qualunque cosa che vi possa ricondurre a quella data e vi porta in questura. Vi dicono che si aprirà un processo, che sarete denunciati, per aver semplicemente espresso il vostro diritto al dissenso.

Questo è quello che è successo il 14 Novembre, e oggi sono arrivate le perquisizioni. Ancora una volta la reazione del governo dei tecnici e quella di zittire con ogni forma gli spazi di dissenso, perchè la democrazia va svenduta in silenzio.

Forti e consapevoli di essere dalla parte giusta, ci stringiamo attorno ai ragazzi colpiti da questo attacco e siamo ancora più determinati a scendere nelle strade per riprenderci le nostre vite

Guai a chi ci tocca.

Labout Milano

 

4 risposte a “Guai a chi ci tocca – comunicato di Labout.”

  1. […] la diretta della conferenza stampa dal Lambretta. Qui il resoconto della mattinata. Qui il comunicato di Labout. Qui il racconto di uno degli studenti […]

  2. […] la diretta della conferenza stampa dal Lambretta. Qui il resoconto della mattinata. Qui il comunicato di Labout. Qui il racconto di uno degli studenti perquisti. Non entro in merito degli atti contestati non […]

  3. […] la diretta della conferenza stampa dal Lambretta. Qui il resoconto della mattinata. Qui il comunicato di Labout. Qui il racconto di uno degli studenti perquisti. Pubblicato da Franz_MiM il 18 dicembre […]

  4. […] la diretta della conferenza stampa dal Lambretta. Qui il resoconto della mattinata. Qui il comunicato di Labout. Qui il racconto di uno degli studenti […]

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