Toc toc, repressione
Stamattina suona il campanello di casa e mezzo addormentato sento ” Siamo della digos dobbiamo perquisire la casa ”
Mi alzo e mi vesto, sono freddo, non mi faccio cogliere da allarmismi vari, so perchè sono qua.
I fatti contestati a me sono: <S. Col volto travisato, mediante una mazza da baseball, sferrava svariati colpi all’indirizzo di più appartenenti alle forze dell’ordine componenti il predetto cordone di protezione. Con le aggravanti di aver agito in più di cinque persone riunite, con l’uso ed il lancio di oggetti atti ad offendere.>
Tutte le notizie sulle perquisizioni #14n
Non entro in merito degli atti contestati non è questo che mi interessa, la veridicità o no spetterà al tribunale, al gip che sta compiendo questa opera di repressione.
Essere oggetto della repressione non mi stupisce affatto, anzi diciamo che ci rende un merito.
Essere oggetto di questa repressione, vuol dire che siamo un ostacolo, siamo una spaccatura di questo ordine che ci viene imposto.
I mandanti e gli esecutori di questa operazione ci vedono come un nemico, noi per loro lo siamo e loro, lo sono per noi.
L’essere ritenuti un nemico è segno che stiamo agendo bene, la linea adottata è giusta e non va cambiata.
La conflittualità e la partecipazione devono essere le due colonne dei movimenti, il 14 novembre in corso magenta non eravamo in pochi, anzi eravamo in tantissimi e dalla composizione più variegata.
Essere oggetto della repressione non mi stupisce affatto, anzi diciamo che ci rende un merito.
Essere oggetto di questa repressione, vuol dire che siamo un ostacolo, siamo una spaccatura di questo ordine che ci viene imposto.
I mandanti e gli esecutori di questa operazione ci vedono come un nemico, noi per loro lo siamo e loro, lo sono per noi.
L’essere ritenuti un nemico è segno che stiamo agendo bene, la linea adottata è giusta e non va cambiata.
La conflittualità e la partecipazione devono essere le due colonne dei movimenti, il 14 novembre in corso magenta non eravamo in pochi, anzi eravamo in tantissimi e dalla composizione più variegata.
Gli studenti erano uniti, negli scontri c’eravamo tutti, solidali e complici.
Non ci sono gli studenti cattivi e studenti buoni.
Gli unici schieramenti sono due, gli studenti e i poteri forti e chi li difende, il campo è la strada.
Non ci sono gli studenti cattivi e studenti buoni.
Gli unici schieramenti sono due, gli studenti e i poteri forti e chi li difende, il campo è la strada.
noi non stiamo giocando
14 Nov to be continued
#NUNTEPAGO
Tag:
14 novembre digos perquisizione racconti repressione
[…] conferenza stampa dal Lambretta.Qui il resoconto della mattinata.Qui il comunicato di Labout.Qui il racconto di uno degli studenti perquisti.Pubblicato da Franz_MiM il 18 dicembre […]
[…] Qui la diretta della conferenza stampa dal Lambretta. Qui il resoconto della mattinata. Qui il comunicato di Labout. Qui il racconto di uno degli studenti perquisti. […]
[…] Qui la diretta della conferenza stampa dal Lambretta. Qui il resoconto della mattinata. Qui il comunicato di Labout. Qui il racconto di uno degli studenti perquisti. […]
[…] stampa dal Lambretta. Qui il resoconto della mattinata. Qui il comunicato di Labout. Qui il racconto di uno degli studenti perquisti. Pubblicato da Franz_MiM il 18 dicembre […]
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