Ci avevi detto che eri cambiata Milano | Zam non si sgombera
È un periodo che ci capita di passar poco da Milano, che si fa rara l’occasione di attraversare spazi sociali e gli appuntamenti di movimento in questa città.
Contaminare, contaminarsi così è più difficile.
La venuta di Zam l’abbiamo accolta con gioia.
E Zam, in questi anni è cresciuta, forte di vita, agguerrita, audace nelle scelte e nelle produzioni, ha costruito percorsi nuovi, ha accolto, abbracciato Milano, i quartieri in cui è vissuta e non solo.
Oggi Zam è stata sgomberata. Anche se sapevamo che lo sgombero era nell’aria, l’abbiamo presa come acqua gelida, inaspettata e violenta
Non viviamo a Milano, non viviamo sulla pelle nostra i cambiamenti di un sindaco e di una giunta inedita e gentile. La strada che immaginiamo stia tracciando non la percorriamo molto, la osserviamo da lontano, annusiamo nell’aria di certe cose, diverse; ascoltiamo da qui l’eco di parole dette da voci nuove e che sembrano dire aspettatevi cose nuove, sguardi nuovi.
Milano. Ha una sua storia, di cui sentiamo di far parte, una storia di occupazioni, di movimenti. Una storia fatta di strati sottili, di alti e di bassi, di sguardi ampi, lungimiranti, di elaborazioni politiche, di scontri, di passioni.
Una storia vastissima che a Milano percorre ogni quartiere, le periferie, la provincia, le politiche delle istituzioni, gli alloggi, le storie di lavoratori, di precari/ie edisoccupati/e, di studenti e studentesse, di padri e di madri, le casse dei loro stereo, gli scaffali dei libri, le gallerie d’arte, le sale cinematografiche, i muri e le mura della città.
Questa storia enorme è di Milano, questo patrimonio appartiene alla città. Non si può non riconoscerlo; non si deve fare l’enorme errore di soffocarlo, che questo avvenga con pacche sulle spalle e paterni sospiri o con gli idranti e i manganelli.
Non si può continuare a ridimensionarla questa storia, usando le formule trite e ritrite che chiamano in causa chimerici ragazzi dei centri sociali.
Che a ben guardare. Non siamo i giovani, non siamo i ragazzi, siamo gli uomini e le donne, ci sono i nostri figli, gli studenti, siamo le braccia della cultura e il suo cervello,siamo gli atleti, i poeti, siamo gli Jannacci e i Moroni che avete osannato, l’arte nelle mostre che avete inaugurato, i libri che avete introdotto, siamo le mani della ricerca, le maestranze per i vostri eventi, le politiche che proclamate, siamo le economie che vi augurate, avanguardia sveglia, siamo intelletto e muscoli, siamo pensiero corposo, attivo, siamo animo che reagisce, progettualità concreta,condivisa e dal basso.
Allora Milano, aprili gli occhi in questo modo diverso. Svegliati. Non credere nell’Expo, credi in Zam, credi negli spazi che le somigliano, cambia davvero.
Buona ventura Zam.
Buona fortuna Milano.
Folletto25603
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