Caserma Montello – la Milano degna si riprende le strade
Milano è una città difficile, è noto. Sempre di corsa e affamata di denaro. Una città bulimica e dalla memoria piuttosto corta. Ma non è solo questo. E’ una città capace di sorprenderti con slanci inaspettati che ti riscaldano. Succede quando la Milano degna si manifesta e porta un po’ di sole, come oggi in Piazza Firenze, anche in una grigia giornata d’Autunno.
E’ la città capace di scendere in piazza a decine di migliaia per il Leoncavallo e Cox18, è la città dei grossi cortei contro i primi CPT, è la città delle centinaia di migliaia di persone mobilitatesi contro l’invasione dell’Iraq del Marzo 2003…è la città capace di scendere in piazza in più di 100.000 in una notte che molti ricordano pochi giorni dopo il massacro del G8 del Luglio 2001, è la città degli oceanici funerali di Fausto e Iaio e di un immenso corteo contro la Gelmini ai tempi dell’Onda.
Anche oggi quell’altro si è palesato. Diverse migliaia di persone hanno attraversato la piazza antirazzista davanti alla Caserma Montello per dire che i rifugiati non sono i barbari saccheggiatori pronti a massacrarci, ma sono esseri umani come noi. Dopo mesi di incessante mobilitazione antirazzista dal basso oggi, in piazza, c’era un bel pezzo degli abitanti del Municipio 8 insieme alle realtà antifascista metropolitane.
E questo è un successo importante (e un po’ insperato) in una fase storica in cui i discorsi “di pancia” virano da tutt’altra parte e i vari Casa Pound, Lega Nord, Lealtà Azione e Fratelli d’Italia hanno cercato di fare egemonia lanciando lo slogan “Milano come Gorino”. Ma si sono sbagliati. E mentre ieri sera razzisti e fascisti marciavano in duecento, isolati e rabbiosi, oggi in migliaia la Milano degna li cancellati dalla scena pubblica.
Un successo, lo ribadiamo, che non si vedeva da tanto e che è stato possibile da una sinergia virtuosa tra soggetti di base che hanno deciso di giocare questa partita in modo inclusivo ma fermo: una lezione importante sia per la pavida sinistra istituzionale (corsa a farsi selfie) sia per quanti amano invece distribuire pagelle, non comprendendo la forza di percorsi orizzontali e condivisi.
Certo una battaglia è vinta, ma, come dicevamo, a Milano ci sono tante piccole Goro e Gorino da combattere, tante zone dove gli imprenditori della paura e i razzisti strumentalizzano l’insicurezza sociale frutto della Crisi, trasformandola in odio xenofobo. Perché come ricordava oggi qualcuno: “La battaglia inizia ora ed è tutta da combattere”. Noi ci saremo.
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