Dopo i fatti di Centrale, verso il 20 Maggio – Una rassegna stampa – #NoOneIsIllegal
Dopo i rastrellamenti su base etnica di martedì scorso in Stazione Centrale che hanno messo in risalto le mille contraddizioni del PD “di lotta e di governo” e in vista della mobilitazione antirazzista 20 Maggio una rassegna stampa in continuo aggiornamento.
20 Maggio: Milano come Barcellona? Appunti per un dibattito (da Radio Onda d’Urto, 15/05/2017)
Prendendo spunto dal corteo anti-razzista e contro le politiche del governo spagnolo in tema di migrazioni che ha attraversato Barcellona, il 18 febbraio, la giunta di Milano ha deciso di lanciare una manifestazione per sabato 20 maggio: “Milano Senza Muri”.
Davanti alla proposta è nato il dibattito politico. Il mondo dell’antirazzismo milanese, e non solo, ha iniziato a ragionare sulla giornata e presto sono stati individuati alcuni limiti, il principale evidenziato anche da CGIL, CISL, e UIL o da ARCI: l’assenza di una critica netta e radicale al pacchetto Minniti-Orlando e alle politiche del governo.
Spettri di equilibrismo politico in seno alla maggioranza nel comune di Milano e interni al Partito Democratico sono elemento persistente nel dibattito/scontro tra le parti.
Una parte del mondo dell’antirazzismo ha comunque deciso di aderire alla manifestazione e al documento generale, spesso indicando le mancanze. Il 20 maggio c’è chi ha deciso di partecipare al corteo ma non di riconoscere l’appello ufficiale come sufficiente: è la piattaforma comune “Nessuna Persona e’ Illegale”, che riprendendo uno degli slogan cardine del corteo Catalano ha scelto di portare un proprio documento politico come base minima di discussione.
Poi esiste una parte della città antirazzista e solidale che ha deciso che il 20 maggio la piazza non sia luogo da legittimare, attraversare e vivere.
Con diversi confronti proviamo ad entrare nei temi del corteo e del dibattito politico.
Lunedì 15 maggio: confronto telefonico tra Davide, piattaforma comune “Nessuna Persona è Illegale”, e Piefrancesco Majorino, Assessore Politiche sociali, Salute e Diritti per il comune di Milano Ascolta o scarica
20 Maggio: nessuna donna è illegale (comunicato di Non Una Di Meno Milano)
NonUnaDiMeno Milano parteciperà alle manifestazioni del 20 maggio per dire che “Nessuna persona è illegale” con la forza, la creatività e la specificità di una rete di donne impegnate a costruire un mondo senza muri, frontiere o recinti.
Rifiutiamo le politiche securitarie italiane ed europee, in particolare il decreto Minniti-Orlando che disegna una società sempre più autoritaria e sessista, esattamente l’opposto delle libertà che vogliamo e dei diritti che rivendichiamo.
Lottiamo contro i confini dei nazionalismi e dei razzismi, e soprattutto contro i confini universali del patriarcato che attraversano i corpi di tutte le donne, in qualsiasi luogo siano nate. Questa è la grande lotta che ci accomuna, migranti e non.
Oggi però vogliamo denunciare le gravissime violenze fisiche e psicologiche che le donne migranti subiscono nel corso delle procedure e nei luoghi di raccolta, dopo averne già subite innumerevoli lungo i percorsi migratori. Occorre che a tutte le donne in cerca d’asilo o già sul nostro territorio, anche nei posti di lavoro, si garantisca subito una protezione internazionale e si attivino speciali modalità di accoglienza e inclusione.
Chiediamo questo con forza e ci mobiliteremo per ottenerlo.
Nessuna donna è illegale.Vorremmo attraversare tutto il corteo con questo sguardo, senza creare spezzoni femministi, ma contaminando ogni luogo. Per questo, invitiamo chiunque si riconosca nelle nostre parole a venire in piazza con i colori nero e fucsia e con tutti i cartelli, gli slogan e le immagini che possano esprimerle.
20 Maggio – A Milano, ma senza contraddizioni. Ritirare subito le leggi Minniti-Orlando
Il 20 maggio a Milano è stata convocata una mobilitazione, #20maggiosenzamuri, che si propone di rivendicare “il valore e il rispetto delle differenze culturali e etniche come occasione di crescita per tutti” e di rifiutare la “logica dei muri che fomenta la paura, che deve essere sconfitta dalle scelte che pongono al centro la forza dell’integrazione e dell’accoglienza anche attraverso l’effettivo superamento della legge Bossi-Fini, l’approvazione della legge sulla cittadinanza e il rafforzamento del sistema di accoglienza dei migranti”.
Buoni propositi promossi, però, da Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano, fedelissimo di Andrea Orlando, Ministro della Giustizia e firmatario insieme al Ministero dell’Interno Marco Minniti dei decreti -convertiti in legge- sulla sicurezza urbana e sull’immigrazione.
La contraddizione con le scelte politiche in materia di accoglienza ai migranti è parsa immediatamente evidente: l’appello alla mobilitazione omette la discriminazione insita nella legge, come l’introduzione di un diritto differenziale su base etnica con l’abolizione di un grado di giudizio; l’implementazione dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (ex CIE) e la parificazione a pubblico ufficiale dell’operatore sociale per alcune fattispecie procedurali.
Di pari passo il governo italiano sta stringendo accordi bilaterali con i regimi liberticidi in Libia, Nigeria e Sudan per il controllo dei flussi migratori e per i rimpatri forzati.La settimana scorsa associazioni, spazi sociali, comitati, collettivi, partiti politici milanesi, riuniti sotto lo slogan “Nessuna persona è illegale”, hanno deciso di partecipare alla mobilitazione pur non sottoscrivendo l’appello per le contraddizioni prima citate. Il lavoro di costruzione di questa piattaforma antirazzista unitaria ci ha dato lo slancio per decidere di sottoscrivere il loro appello e partecipare alla mobilitazione.
Vogliamo occupare quello spazio per evitare che quel palcoscenico sia regalato a chi si riempie la bocca di accoglienza e poi, nei fatti, promuove leggi razziste e rastrellamenti etnici. Per questo motivo ci rivolgiamo agli organizzatori, ai grandi firmatari (tra cui Emma Bonino, Elio, Elio Germano, Gad Lerner, Daniele Luchetti, Luigi Manconi, Giusi Nicolini, Moni Ovadia, Igiaba Scego, Sergio Staino, Cecilia Strada, Nicola Zingaretti) affinché prendano una posizione chiara e netta e dicano che oggi battersi per l’accoglienza dei migranti vuol dire opporsi alle leggi Minniti-Orlando in materia di immigrazione e sicurezza urbana.
Tutto questo è ancora più necessario dopo quello che è accaduto negli ultimi giorni: dal vergognoso rastrellamento in stazione centrale a Milano, alla caccia agli ambulanti, sempre in nome del decoro, a Roma, che ha portato alla morte di Magatte Niang.
Il 20 maggio a Milano noi ci saremo, consapevoli che questo è il tempo delle scelte e noi abbiamo deciso da che parte stare, senza mezze misure, ambiguità e contraddizioni.
Il primo passo per realizzare tutto questo è battersi con tutte le forze contro le leggi Minniti-Orlando.(invitiamo a tutti ad aderire alla piattaforma “Nessuna persona è illegale” inviando una mail a nessunapersonaeillegale@gmail.com)
Baobab Experience
Rete Operatori Sociali Contro i Decreti Minniti-Orlando
Melting Pot Europa
LasciateCIEntrare
Rete della Conoscenza
Link Coordinamento Universitario
Unione degli Studenti – sindacato studentesco (pagina nazionale)
Progetto Diritti Onlus
European Alternatives
Diem25 Italia
Bozen Accoglie
Cittadinanza e Minoranze
FOCUS-Casa Dei Diritti Sociali
Comitato verità e giustizia per i nuovi desaparecidos
L’altra europa laboratorio venezia
Solidarietà e Cooperazione CIPSI
Uisp Nazionale
AOI
Rete Antirazzista Catanese
Nessuna persona è illegale: assemblea in piazza Scala a Milano (di Anna Polo, da www.pressenza.com)
Lo spazio davanti a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, è pieno di sedie disposte davanti a una piccola pedana che fa da palco, a un grande striscione con lo slogan “No one is illegal” e a diverse coperte termiche dorate e svolazzanti. Come spiega Pietro Massarotto, Presidente del Naga nel suo intervento di introduzione, queste coperte, distribuite negli sbarchi, sono state scelte come simbolo della partecipazione alla manifestazione del 20 maggio e oltre.
Massarotto sottolinea le contraddizioni evidenti in una manifestazione per il diritto all’accoglienza lanciata da un assessore del PD, lo stesso partito che con l’inaccettabile decreto Minniti-Orlando, ormai legge, sposa la logica della repressione e innalza quei muri che il 20 maggio vorrebbe abbattere. Ribadisce però che lo spezzone della rete “Nessuna persona è illegale” non si pone in contrapposizione con il resto del corteo, ma vuole piuttosto riempire di contenuti un appello che ne è sostanzialmente privo. Ripercorre le leggi che a partire dalla Turco –Napolitano hanno sempre cercato di regolamentare l’immigrazione impedendo di fatto l’accesso al territorio italiano (e infatti il 90% di chi è ora regolare lo è diventato dopo un periodo di irregolarità) e creando una divisione artificiale tra diritti dei migranti e diritti degli italiani. Espone poi alcune delle proposte al Comune di Milano, al governo italiano e all’Unione Europea già presentate nella conferenza stampa della settimana scorsa come parte di una piattaforma estesa e articolata.
Seguono interventi diversi tra loro, ma tutti intensi e appassionati: Sullei Djallo, combattivo ospite della caserma Montello, parla in inglese, con traduzione, ricorda che “veniamo in Italia per salvarci la vita”, per poi trovarci alle prese con leggi che uccidono ogni diritto. Selam, del comitato Zona 8 solidale, ribadisce che l’immigrazione non si può affrontare come un’emergenza, ma è un fenomeno che non si fermerà. Dave della squadra delle Black Panthers e Gianmarco della No Borders League parlano dell’importanza del calcio per superare le barriere linguistiche, creare percorsi di integrazione sociale e costruire ponti tra migranti e italiani. Edda Pando di Milano senza Frontiere cita i tanti episodi terribili in cui navi ed elicotteri di vari paesi europei hanno lasciato morire affogati uomini, donne e bambini. Frontex non serve a salvare vite umane, ma a pattugliare le frontiere. La libera circolazione degli europei è costruita sul sangue di chi europeo non è, come è successo in passato con lo schiavismo e il colonialismo. Se non ci fossero le ong oggetto di una vergognosa campagna denigratoria tanti migranti sarebbero morti, andando a raggiungere gli oltre 35.000 annegati dal Duemila in poi, che hanno reso il Mediterraneo un’enorme fossa comune. E’ poi la volta dei giovani del Coordinamento dei collettivi studenteschi e del Centro sociale Lume, testimoni nelle scuole e nelle università del fatto che la nostra società è già meticcia e multiculturale; aspirano a un mondo senza frontiere e vogliono partire dai luoghi della cultura per combattere il razzismo e l’ignoranza fascista. Anna Camposampiero ricorda che non tutti i partiti sono uguali, che alcune forze politiche hanno scelto da che parte stare: lo si capisce dalle adesioni alla piattaforma e dall’impegno a partecipare al corteo del 20 maggio nello spezzone della rete “Nessuna persona è illegale”.
Conclusi gli interventi “ufficiali”, partono quelli del pubblico. Il finale riassume il senso di tutta l’assemblea: se i diritti di tutti, italiani e migranti, si degradano diventano privilegi. Viene annunciata l’apertura di un nuovo sito – www.nessunapersonaeillegale.it – e lanciato l’appello a continuare l’impegno anti-razzista anche dopo la manifestazione del 20 maggio. Intanto il prossimo appuntamento è venerdì 12 nella piazza davanti alla Stazione Centrale, con un concerto e una festa che la “ripuliscano” dall’orrore del rastrellamento della settimana scorsa.
Comunicato della piattaforma “Nessuna persona è illegale” sull’assemblea pubblica verso il 20 Maggio
Oggi (ieri) centinaia di persone si sono ritrovate in Piazza Scala per l’assemblea pubblica cittadina verso e oltre la manifestazione del 20 Maggio e in sostegno della piattaforma di rivendicazioni Nessuna Persona è Illegale.
L’assemblea si è aperta con una introduzione sulle ragioni che da anni ci hanno portato a costruire il movimento antirazzista nella nostra città e non solo, le stesse che porteremo in piazza il 20 Maggio.
Non riconosciamo la distinzione tra autoctoni e immigrati, tra regolari e irregolari, tra rifugiati e migranti economici, perché i problemi degli uni e degli altri non sono diversi e contrapposti ma collegati: i temi del lavoro, del reddito, della precarietà, dell’istruzione e formazione professionale, della casa, della salute, accomunano tutte e tutti, e non ammettono che soluzioni condivise.
Per questo oggi negli interventi che si sono susseguiti (Naga, Comitato Zona 8 Solidale, Rete dei richiedenti asilo dei centri di accoglienza, Milano Senza Frontiere, Collettivi Studenteschi, Convergenza delle Culture e altri) sono emerse con chiarezza istanze e rivendicazioni che andranno ben oltre il 20 Maggio, chiedendo con forza di modificare le leggi e le politiche ingiuste a livello locale, nazionale ed europeo.
L’assemblea ha condiviso le rivendicazioni della piattaforma “Nessuna persona è illegale” e ha confermato che il 20 Maggio il corteo nel suo complesso sarà, visibilmente e sin dalla testa, schierato contro il concetto stesso di “clandestino” e la minaccia dell’espulsione, a maggior ragione dopo la retata in Stazione Centrale, seguita dalla deportazione di otto persone a cui è stato negato il diritto alla difesa.
Il 20 Maggio inoltre parteciperanno, tra gli altri, alcuni soggetti che identifichiamo come particolarmente significativi per la storia della città o per l’impegno presente e di cui valorizzeremo la presenza e gli interventi, anche nella piazza finale, come il movimento dei rifugiati di Milano, i collettivi studenteschi che costruiscono la manifestazione e sono la generazione meticcia di questa metropoli, la famiglia di Abba Abdoul Guibre e il comitato per non dimenticarne l’omicidio, dettato da odio razziale, la rete delle Scuole senza Permesso che da anni insegna italiano a tutte e tutti partendo dal presupposto che nessuna persona è illegale, gli avvocati impegnati nella difesa legale dei migranti che viene sistematicamente ostacolata, alcuni fra i migranti fermati in Centrale durante l’odioso blitz, i comitati di lotta per la casa e gli educatori che hanno lanciato l’appello “If the kids are United” per i bambini in corteo, gli amministratori che si sono impegnati a rifiutare l’applicazione del decreto Minniti.
Ci vediamo venerdì 12 Maggio in stazione Centrale per il concertone “Milano città aperta, le strade sicure le fa chi le attraversa”, la Milano che ripudia il razzismo vi invita a costruire una grande giornata di musica, sport e festa contro i rastrellamenti eseguiti in stazione centrale.
Ci vedremo in piazza Oberdan sin dalla mattina per un pranzo meticcio che precederà l’appuntamento delle 14.00 per il corteo. Nessuna persona è illegale.
Non si può tenere il piede in due scarpe. A proposito di 20 maggio #NessunaPersonaÈIllegale (di Luciano Muhlbauer, 09/10/2017)
Milano come Barcellona? Il 20 maggio come il 18 febbraio, quando nella capitale catalana erano scese in piazza oltre 150mila persone, dicendo al governo spagnolo e all’Unione Europea “basta scuse, accoglienza subito” e ”apriamo le frontiere”? Una bella suggestione, senza ombra di dubbio, ma se non vogliamo prenderci per i fondelli dobbiamo anche dirci che ad oggi le cose non stanno così e che, anzi, le reticenze dell’appello “ufficiale”, Insieme senza muri, stanno disegnando uno scenario dove ambiguità e ipocrisie trovano ampio spazio. E questo, francamente, non è ammissibile di fronte a questioni come le migrazioni, il flusso di profughi e le pulsioni razziste, che stanno segnando e disegnando la nostra epoca.
Beninteso, anche per sgomberare subito il terreno da futili polemiche, il problema non è che qui, a differenza di Barcellona, la manifestazione sia stata lanciata dai livelli istituzionali, cioè da un Assessore e poi dallo stesso Sindaco. No, il punto è che non si può tenere il piede in due scarpe, cioè, tanto per dirne una, non si può scrivere nell’appello che bisogna superare la Bossi-Fini, ma poi dedicare nemmeno mezza parola alla legge Minniti-Orlando, che ne è la continuazione sul piano politico, culturale e operativo.
Oggi gli scenari politici e culturali, nel nostro paese e in Europa, sono in rapida evoluzione. Vecchi schemi considerati eterni saltano, nuovi schemi fanno la loro comparsa. E nel bel mezzo di una sempre più rumorosa “litigiosità” politica, dove sembra impossibile accordarsi persino sulle cose banali, ecco che succede che i principali tre poli della politica italiana realizzano una sostanziale convergenza sul discorso securitario, in materia sociale e di immigrazione. Sul mercato dei voti a breve termine non paga dire come stanno le cose, provare a parlare delle disuguaglianze sempre più spinte o delle guerre e delle dittature, in buona parte alimentate dalla politica dei governi occidentali di questi ultimi decenni. No, molto più facile indicare nel migrante, nel profugo, nel “clandestino” la fonte di ogni male e di ogni problema.
Certo, ognuno ha le sue modalità e non tutto è uguale a tutto. Ci sono i fascisti e Salvini, autentici imprenditori dell’odio, e ci sono i 5 Stelle, spinti più che altro da un opportunismo senza principi in vista delle elezioni politiche. E poi c’è il Pd di Renzi, al governo del paese, che ha deciso anche lui di “non lasciare alla destra” il tema dell’immigrazione e della sicurezza e quindi vai con i pacchetti sicurezza 4.0 (anche se sono uguali a quelli 1.0 di Maroni Ministro) e con gli ignobili rastrellamenti in stazione ad uso e consumo delle telecamere. Appunto, non tutto è uguale a tutto, ma rimane il fatto che l’intero quadro politico si è spostato a destra, realizzando un inquietante convergenza di fondo. È un dato oggettivo, ma anche il frutto di scelte soggettive.
A Barcellona avevano trovato il modo di sottrarsi alle ambiguità e alle contraddizioni. Altri erano i promotori e altro il quadro politico cittadino, dove c’è l’esperienza di Barcelona en Comú e di Ada Colau. Qui, invece, i promotori della manifestazione che afferma di voler –giustamente- abbattere i muri stanno nello stesso partito di Renzi e Minniti, che di muri invece ne alza. Sta qui la contraddizione e la fonte delle ambiguità e delle reticenze.
E quindi, qui a Milano che si fa? Il dibattito è esploso giorni fa sui social, in particolare dopo il rastrellamento alla stazione. Ci sono non poche persone che dicevano che no, a questo punto non si può stare nella stessa piazza, come se niente fosse, insieme al Pd. Quindi, meglio stare a casa, non confondersi. È una posizione che capisco, ma che non condivido, perché penso che sottrarsi e passare la giornata a guardare la tv finisca per darla vinta esattamente a chi pensa di potersi lavare la coscienza in piazza tra un decreto e un rastrellamento.
E poi, penso anche che quella piazza non abbia un proprietario, ma che appartenga a tutti quelli e tutte quelle che partecipano, che vogliono metterci la faccia a favore di un’accoglienza dignitosa e contro le schifezze di Salvini, ma anche contro il decreto Minniti-Orlando. E sono convinto che probabilmente la grande maggioranza degli uomini e delle donne che scenderanno in piazza, al di là delle loro collocazioni o non collocazioni politiche, non sono d’accordo con la rincorsa delle destre a suon di decreti e rastrellamenti. Ma se questo è vero, allora bisogna far sì che non rimanga un fatto privato, ma che acquisisca dimensione e dignità pubblica, che sia visibile, anzi, che sia il messaggio maggioritario il 20 maggio.
Una serie di realtà associative, sociali e politiche, molti dei quali impegnati da tempo sul terreno dell’accoglienza e dell’antirazzismo, hanno costruito una piattaforma autonoma per il 20 maggio e oltre il 20 maggio. Si chiama Nessuna persona è illegale, è articolata e aperta. Leggetela e se vi convince mandate un’adesione a nessunapersonaeillegale@gmail.com.
Insomma, se il 20 maggio a Milano tante persone, con la loro presenza, i loro corpi e le loro parole, diranno sì all’accoglienza e alle frontiere aperte per chi fugge da guerre, dittature e miseria, allora sarà un buon giorno. Ma se, invece, sarà una giornata ambigua, dove potranno comodamente stare insieme quelli che plaudono ai decreti e ai rastrellamenti e quelli che invece ne sono inorriditi, allora non sarà solo un’occasione persa, ma anche qualcosa di peggio. Ecco perché vi propongo di starci in piazza, ma parlando chiaro e con la piattaforma Nessuna persona è illegale, che è a disposizione di tutti e tutte.
La pagina fb della piattaforma Nessuna persona è illegale
Le iniziative di avvicinamento al 20 già programmate: martedì 9 maggio, ore 18, assemblea cittadina pubblico in piazza della Scala e venerdì 12, dalle ore 16 alle 22, alla stazione Centrale, Milano città aperta, musica e sport contro il razzismo.
“Nessuna persona è illegale: presentata a Milano una piattaforma di proposte” (da www.pressenza.com)
Affollata conferenza stampa oggi a Chiamamilano per presentare una piattaforma di proposte elaborate da un insieme di realtà che si occupano di immigrazione da anni, se non da decenni, con competenze specifiche e convinzioni nate dalla pratica quotidiana a fianco di migranti e profughi.
Pietro Massarotto del Naga e Rahel Sereke di CambioPasso illustrano le proposte principali (riportate qui sotto), denunciano con forza il rastrellamento avvenuto due giorni fa alla Stazione Centrale e rivendicano i contenuti della piattaforma come quelli che meglio rappresentano la manifestazione per l’accoglienza del prossimo 20 maggio, in un ideale collegamento con l’enorme corteo di febbraio a Barcellona.
Le proposte della piattaforma si rivolgono al Sindaco e alla giunta di Milano, ma anche al governo e al Parlamento italiano e all’Unione Europea e costituiscono una base su cui continuare a lavorare anche dopo il 20 maggio. Pur convocata “dall’alto” (dall’assessore alle Politiche Sociali di Milano Majorino), la marcia viene vista come un’opportunità per introdurre un discorso diverso, basato sul superamento della guerra tra poveri e la solidarietà tra immigrati e italiani. Obiettivo a lungo termine: la costruzione di una società basata sulla convivenza pacifica, in cui nessuno venga escluso perché arriva da un altro paese ed è portatore di un’altra cultura. Bisogna incidere, viene ripetuto più volte, sull’attuale, dilagante atmosfera razzista, che punta a far passare l’idea che tutti i migranti siano criminali da rastrellare ed espellere.
A questo proposito vanno sottolineati, tra i numerosi interventi del pubblico, quelli di Edda Pando di Todo Cambia e del consigliere di Milano in Comune Basilio Rizzo. Con la consueta passione Edda Pando inquadra l’ignobile rastrellamento alla Stazione Centrale in una logica europea di repressione, con episodi simili in molti altri paesi, mentre Basilio Rizzo definisce la retata una parata militare e una prova di forza per mettere in difficoltà l’immagine di Milano “città accogliente” in vista della manifestazione del 20 maggio.
Scrivendo sulla bacheca dell’evento del 20 maggio, si può segnalare la propria adesione allo spezzone del corteo che avrà la parola d’ordine “Nessuna persona è illegale”.
Per ulteriori adesioni alla piattaforma, inviare un messaggio alla mail: nessunapersonaeillegale@gmail.com
Prossimi appuntamenti:
- martedì 9 maggio alle 18 assemblea cittadina aperta “Verso il 20 maggio” in Piazza Scala, davanti a Palazzo Marino
- venerdì 12 maggio alle 18, 30 presidio “Riprendiamoci la Stazione Centrale.
Il testo completo della piattaforma comune si può scaricare al link: http://www.naga.it/tl_files/naga/NePILL%20def.pdf
Sintesi della piattaforma:
NESSUNA PERSONA E’ ILLEGALE una piattaforma comune di proposte. Il fenomeno migratorio non è un’emergenza e neppure una contingenza. Le migrazioni sono un fenomeno sociale totale, rappresentano lo snodo politico della contemporaneità. L’impatto delle migrazioni, la vastità delle loro implicazioni, minano le divisioni tra un noi, sempre più labile, e loro, i senza diritti, i senza risorse, i bisognosi.
Negli ultimi quindici anni oltre 30mila persone sono morte cercando di attraversare il Mediterraneo, 5mila nel solo 2016. In Italia e nella U.E., di fatto, l’ingresso legale non è possibile: l’attuale normativa crea irregolarità, determina la clandestinità e criminalizza i migranti, gettandoli in un circolo vizioso di sfruttamento e marginalità. Il recente decreto (ormai legge) Minniti-Orlando insiste con tale approccio, peggiora le vite dei migranti e contribuisce ad approfondire il solco del razzismo.
I diritti, se non diventano universali, degradano a privilegi. Siamo partiti dalla condivisione di questa visione della società per arrivare a sostenere un insieme di proposte che vanno verso il progressivo raggiungimento di un modello basato sulla “libera circolazione delle persone”, una piattaforma aperta alle adesioni e alla partecipazione di chi altri, singola persona o soggetto organizzato, intenda proseguire con noi questo percorso di attivazione politica.
Eccole, suddivise su tre livelli: Unione Europea, governo e Parlamento italiani e, non ultimo, Comune di Milano, affinché attui le modifiche che gli competono e sia promotore di quelle di portata nazionale.
PROPOSTE ALL’UNIONE EUROPEA
- INTRODUZIONE DEL PERMESSO DI SOGGIORNO EUROPEO, CIOE’ DI UN PERMESSO ANCORA RILASCIATO DA CIASCUNO STATO MA CON VALIDITA’ IN TUTTA LA U.E
- NESSUNA DISTINZIONE TRA MIGRANTI REGOLARI E MIGRANTI IRREGOLARI
- PREVEDERE FORME VINCOLATE DI VISTI DI INGRESSO PER MOTIVI UMANITARI NEI PAESI DI ORIGINE O TRANSITO INVESTITI DA CONFLITTI ARMATI O DA GRAVI VIOLAZIONI DEI DIRITTI FONDAMENTALI PER RICHIEDERE PROTEZIONE INTERNAZIONALE
- REVISIONE DEL REGOLAMENTO DI DUBLINO CON LA PREVISIONE DEL DIRITTO DELL’ASILANTE DI SCEGLIERE IL PAESE DI DESTINAZIONE
- ABBANDONO E REVOCA IMMEDIATA DEI TRATTATI SEMI-SEGRETI CON GLI STATI EXTRA-U.E. CHE PREVEDANO L’ESTERNALIZZAZIONE DELLE PROCEDURE DI ASILO E DEL TRATTENIMENTO DEI MIGRANTI CD. ECONOMICI (basti pensare all’accordo del 2016 con la Turchia)
- INTRODUZIONE DI PROCEDURE SEMPLIFICATE EUROPEE PER IL RILASCIO DI VISTI PER TURISMO AI CITTADINI EXTRA-U.E.
PROPOSTE AL GOVERNO E AL PARLAMENTO ITALIANI
- ABOLIZIONE DELLA PROCEDURA D’INGRESSO ATTRAVERSO IL DECRETO FLUSSI
- VISTO DI INGRESSO PER RICERCA LAVORO E RELATIVO PERMESSO DI SOGGIORNO PER RICERCA LAVORO DELLA DURATA DI ALMENO 12 MESI
- RIPRISTINO DELL’INGRESSO PER LAVORO A CHIAMATA NOMINATIVA
- INTRODUZIONE DEL DIRITTO A OTTENERE UN PERMESSO DI SOGGIORNO PER LAVORO ANCHE AI RICHIEDENTI ASILO CHE AL TERMINE DELLA PROCEDURA NON VENGANO RICONOSCIUTI COME RIFUGIATI
- REGOLARIZZAZIONE ORDINARIA DEI MIGRANTI GIÀ SUL TERRITORIO CHE SVOLGANO UN’ATTIVITÀ LAVORATIVA, CHE ABBIANO CONCRETI LEGAMI FAMILIARI O NON ABBIANO PIÙ RAPPORTI SIGNIFICATIVI CON LO STATO D’ORIGINE
- REVISIONE COMPLESSIVA DEL MECCANISMO DI INCIDENZA PREVALENTE DEL CONTRATTO DI LAVORO QUANTO AL MANTENIMENTO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO 1
- AMPLIAMENTO DELLE POSSIBILITA’ DI RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE
- INTRODUZIONE DELLA CONVERTIBILITA’ RECIPROCA DI TUTTI I PERMESSI DI SOGGIORNO
- TRASFERIMENTO DELLE COMPETENZE IN MATERIA DI PERMESSO DI SOGGIORNO DALLE QUESTURE AI COMUNI
- RICONOSCIMENTO IN VIA ACCELERATA DELLA CITTADINANZA PER I MINORI NATI IN ITALIA E PER QUELLI CRESCIUTI IN ITALIA
- CONCESSIONE DELL’ELETTORATO ATTIVO E PASSIVO ALLE ELEZIONI COMUNALI PER TUTTI I CITTADINI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA DA ALMENO CINQUE ANNI
- ABROGAZIONE DEI REATI CHE PUNISCONO L’INGRESSO O IL SOGGIORNO NON AUTORIZZATI
- ABOLIZIONE DEI CENTRI DI DETENZIONE AMMINISTRATIVA PER MIGRANTI (gli ex CIE e già CPT, oggi ridenominati Centri per il Rimpatrio) E DI QUALSIASI LUOGO DI TRATTENIMENTO FORZATO (come gli hotspot)
- INTRODUZIONE DI MISURE CONCRETE DI AGEVOLAZIONE DEL RIMPATRIO VOLONTARIO
- ABBANDONO E REVOCA IMMEDIATA DEGLI ACCORDI SEMI-SEGRETI CON GLI STATI EXTRA-U.E. CHE PREVEDANO L’ESTERNALIZZAZIONE DELLE PROCEDURE DI ASILO E DEL TRATTENIMENTO DEI MIGRANTI CD. ECONOMICI (basti pensare al tragico, e nel contempo grottesco, recente accordo del febbraio 2017 con la pseudo-Libia)
- ABOLIZIONE DELLA VIGENTE NORMATIVA IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE (LA CD. TURCONAPOLITANO INNERVATA IN SENSO PEGGIORATIVO DALLA CD. BOSSI-FINI)
- ABROGAZIONE DEI DECRETI-LEGGE (ora leggi) MINNITI-ORLANDO IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE E DI SICUREZZA URBANA • COSTITUZIONE DI UN SISTEMA NAZIONALE PER IL DIRITTO DI ASILO CON FORME DI ACCOGLIENZA ORDINARIA DECENTRATA, DISTRIBUITE DA OGNI REGIONE TRA I PROPRI COMUNI, OBBLIGATI ALLA RICEZIONE
- PREVISIONE DI UN PERIODO DI ALMENO SEI MESI DI ACCOGLIENZA E SUPPORTO FORMATIVO, ALLOGGIATIVO, ASSISTENZIALE, ECONOMICO PER I TITOLARI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE O UMANITARIA
- SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE PER IL RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO OTTENUTI ALL’ESTERO
PROPOSTE AL COMUNE DI MILANO
- ADESIONE TOTALE AL SISTEMA S.P.R.A.R. DI ACCOGLIENZA DEI RICHIEDENTI ASILO, CON L’ASSORBIMENTO INTEGRALE DEI POSTI OGGI DISPONIBILI NEI C.A.S. (Centri di Accoglienza Straordinaria) NONCHE’ CON L’OFFERTA DI 10.000 POSTI IN STRUTTURE S.P.R.A.R. INVECE DEGLI ATTUALI 1.000 (cioè a dire una percentuale dello 0,7% sulla popolazione residente anziché dello 0,07%)
- DICHIARAZIONE PUBBLICA DI DISPONIBILITÀ A SVOLGERE LE INCOMBENZE RELATIVE AI RINNOVI DEI PERMESSI DI SOGGIORNO PRESSO GLI UFFICI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
- RICONOSCIMENTO DELLA RESIDENZA ALLE PERSONE AVENTI DIMORA ABITUALE NEL TERRITORIO COMUNALE (MIGRANTI O NON MIGRANTI) MA IMPOSSIBILITATI, PERCHE’ IN DIFFICOLTÀ SOCIO-ECONOMICA, A TROVARE UN ALLOGGIO STABILE (ciò permetterebbe l’accesso a servizi di base quali scuola, sanità, lavoro e welfare in genere)
- NUOVI INVESTIMENTI NEI SERVIZI PER L’INCLUSIONE SOCIALE E LA SALUTE PER L’INTERA CITTADINANZA, A PARTIRE DALLA GARANZIA DI ACCESSO UNIVERSALE AI SERVIZI PER L’INFANZIA, INDISPENSABILI ALLA PARTECIPAZIONE ALLA VITA SOCIALE DELLE DONNE MIGRANTI E AUTOCTONE
- IMPEGNO FORMALE E PUBBLICO A NON USARE NESSUNO DEI NUOVI ODIOSI POTERI CONFERITI AI SINDACI DAI “DECRETI MINNITI” SIA NEI CONFRONTI DEI MIGRANTI CHE DEGLI AUTOCTONI.
Abya Yala Crew, Alianza Pais, ASGI, Asia USB, Associazione Senegalesi di Milano, Ass. Promoz. Soc. Fabrizio Casavola – “Amici di Via Idro”, Black Panthers FC, CambioPasso, Cantiere, CASC CISPM, Collettivo Universitario the Take, Comitato Abba Vive, Comitato Abitanti Sansiro, Convergenza delle Culture, Coordinamento dei Collettivi Studenteschi, L’Altra Europa con Tsipras Milano, Lambretta, LUMe Laboratorio Universitario Metropolitano, Macao, Milano in Comune, Milano in Movimento, Milano Senza Frontiere, Naga ONLUS, Possibile Milano, PRC Milano, Rete della Conoscenza, Sinistra Italiana Milano, Spazio di Mutuo Soccorso, Zona 8 Solidale
“#20maggioSenzaMuri. Arci senza se, con un ma”.
Nessun essere umano è illegale
Milano come Barcellona- 20 maggio 2017.
Per un’accoglienza dignitosa
Contro i muri e contro la criminalizzazione dei migranti e dei poveriAderiamo “senza se” alla manifestazione del 20 Maggio 2017 “Milano come Barcellona. Insieme senza Muri”. La netta denuncia alle politiche dei Muri, dell’intolleranza, delle strumentalizzazioni, delle paure e della percezione dell’insicurezza dei cittadini ci vedono in prima fila, così come siamo in prima fila nel proporre la cultura della convivenza, e dell’accoglienza.
Siamo per abrogare la Bossi Fini e per l’approvazione della riforma della cittadinanza.Ma aggiungiamo, con forza e decisione, la nostra contrarietà ai due Decreti Legge, già convertiti in legge, di iniziativa dei Ministri Minniti e Orlando su Immigrazione e Sicurezza.
I due provvedimenti legislativi, oltre a violare l’art 24 della nostra Costituzione, negando il principio del giusto processo, sono un passo indietro sul piano dei diritti e della civiltà giuridica del nostro Paese, sono in palese contraddizione, insieme all’abolizione del secondo grado di giudizio per il riconoscimento del diritto di asilo, con lo spirito della manifestazione del 20 maggio a Milano e di quella di Barcellona.
La pretesa di ricondurre la materia del “decoro urbano” al tema della sicurezza è inaccoglibile. Avalla una concezione sbagliata dell’ordine pubblico, crea maggiore insicurezza, criminalizzando un numero crescente di cittadine e cittadini colpiti da marginalità sociale invece di combatterne le cause. Nella criminalizzazione della povertà e della marginalità sociale nascono i Muri, la paura e i fenomeni di odio.Ci saremo il 20 maggio, anche per schierarci al fianco delle organizzazioni umanitarie che salvano vite nel mediterraneo e contro la criminalizzazione della solidarietà, come siamo stati nelle manifestazioni per la chiusura dei Cpt, dei Cie, ora CPR, come abbiamo partecipato alle iniziative per la raccolta delle firme per il diritto di voto e la cittadinanza, e come siamo stati presenti in tutte le occasioni che mettevano al centro il diritto e la libertà di migrare e di non morire di fame, di guerra e in mare.
Francesca Chiavacci
Presidente Nazionale ARCI
“Il 20 Maggio in corteo contro il PD” (di Luca Fazio, dal Manifesto del 05/05/2017)
Può un esponente del Pd organizzare una manifestazione per l’accoglienza dei migranti – 20 maggio Milano come Barcellona – senza affrontare il nodo della legge sull’immigrazione Minniti-Orlando? La risposta è no. A meno che non voglia sfilare in testa a un corteo filo governativo color puffo che invoca decoro e polizia a cavallo. Che la legge anti migranti del suo partito non funziona l’ha già capito la Cgil, che sarà in piazza, e pure la Caritas, che per vocazione non alimenta polemiche inutili con i suoi interlocutori politici. E anche centinaia di associazioni che hanno aderito.
Eppure la contraddizione, che era nelle cose, è esplosa solo martedì scorso dopo la retata degli stranieri alla stazione Centrale, una prova muscolare inutile in linea con la politica del governo del PdR che ha deciso di insistere nel processo di criminalizzazione degli immigrati che alimenta ogni discorso razzista.
La bella idea dell’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, sostenuta anche dal sindaco Beppe Sala, il quale sembra avere un’altra sensibilità rispetto all’ala destrorsa e vendicativa del Pd milanese fedele al capo di Rignano, è stata lanciata con leggerezza e gli è sfuggita di mano. Ma non è un male se Majorino oggi si sente più solo ed è costretto a fare i conti con la triste realtà che lo circonda. Su facebook, si è difeso così: “A me la proposta di M5S su stop pasti a clochard a Roma fa schifo. E però a tutti i miei colleghi di partito che si indignano (quanto me) dico di guardare pure in casa nostra. Dove invece che continuare a inseguire la destra sulla sicurezza dovremmo aprire una bella discussione sul perché facciamo tanta fatica a livello nazionale e in alcune città a diventare quelli che provano a gestire l’emergenza sociale prima che divenga tale”. Ottimo. E guardarsi in casa, magari con un occhio rivolto alla porta, potrebbe essere utile anche per lui.
Ma il 20 maggio è lontano e l’assessore non è rimasto proprio solo, perché, non al suo fianco ma direttamente in prima fila, ci sono associazioni, comitati e centri sociali che non hanno intenzione di lasciare una piazza così importante nelle mani di chi a parole vuole accogliere i migranti e nei fatti applaude i rastrellamenti e il ministro degli Interni. Si tratta di un percorso intitolato “Nessuna persona è illegale” che ha l’ambizione di essere egemone senza opposizioni infantili. Non vogliono organizzare un altro corteo ma imporsi con i contenuti. Hanno elaborato una piattaforma di proposte che va in un’altra direzione, non si accontentano di un’allegra passeggiata per sentirsi più buoni e con la coscienza a posto. Le proposte politiche sono state illustrate ieri dal presidente del Naga, Pietro Massarotto.
Il messaggio è che, Pd o non Pd, il 20 maggio valga la pena esserci, a patto di fare chiarezza su alcuni punti dirimenti. Con un appello all’Unione europea: introduzione del permesso di soggiorno europeo, nessuna distinzione tra migranti regolari e irregolari, revisione del regolamento di Dublino e altro ancora. Al governo italiano: abolizione della procedura d’ingresso con il decreto flussi, visto di ingresso per cercare lavoro, abolizione dei centri di detenzione, abrograzione della legge Minniti-Orlando, revoca degli accordi con la Libia e altre norme basate sulla libera circolazione delle persone. E con una proposta-appello al Comune di Milano: “Impegno formale e pubblico a non usare nessuno dei nuovi odiosi poteri conferiti ai sindaci dai decreti Minniti sia nei confronti dei migranti che degli autoctoni”. Dispiace per chi avrebbe preferito restare allegramente nel vago, ma forse un’altra manifestazione è ancora possibile. Senza sentirsi Barcellona.
Un intervento di Carlotta Cossutta del 03/05/2017
sono io quella ragazza sola che deve essere difesa dal degrado in stazione centrale.
negli ultimi anni ho preso più treni che tram e ho attraversato la stazione all’alba e a notte fonda, di corsa e aspettando treni in ritardo, legando la mia bici nel piazzale o alla fermata dell’autobus sotto la pioggia.
e l’ho vista cambiare: prima sono arrivati i militari, poi le barriere ai binari, poi i cancelli. Mi sono vista passare tutti i controlli forte della mia pelle bianca e dei miei vestiti borghesi, mentre dietro di me ragazze nere venivano fermate e apostrofate malamente perché non parlano italiano (e per favore, non ditemi che questo non è razzismo); mi sono sentita fischiare dietro dai militari e sono stata aiutata a rialzarmi da una caduta sulla bici da un ragazzo arabo che giocava a carte; ho ricevuto un’offerta di erba e due proposte di matrimonio; ho assistito ad una rissa e ho visto due fratelli eritrei guardare con gli occhi sgranati mia sorella che cercava di capire se avessero la scabbia.
Nel frattempo ho visto i migranti che trovavano riparo nel mezzanino essere chiusi fuori, prima nell’hub di via Sammartini e ora chissà dove, in nome della sicurezza e del decoro, che dite di perseguire mentre cancellate e chiusure creano solo esclusione e disagio.
Sono io quella ragazza sola e non vi permetterò di usare il mio corpo come paravento per operazioni come quella di ieri, che di nuovo trasforma lo spazio pubblico in uno spazio di razzismo ed esclusione, di prevaricazione e di arbitrio. Operazioni che creano il male che dicono di voler curare.
la mia sicurezza non può che passare dalla giustizia sociale, dalle aperture, dalle condivisioni.
e dalla lotta transfemminista, capace di leggere le oppressioni intrecciate che subiamo, a partire dalle proprie non per creare steccati, ma per sapere riconosce le altre e capace di vederle anche dietro gli scudi della legalità.(nota a margine: i confini sono artificiali, così come sono stati fatti possono essere disfatti)
“Milano, rastrellamenti democratici alla Stazione Centrale” (di Luca Fazio, dal Manifesto del 03/05/2017)
La città di Milano, su iniziativa della giunta incolore a trazione renziana di Beppe Sala, con particolare dedizione dell’assessore diversamente piddino Pierfrancesco Majorino, sta organizzando una grande manifestazione per l’accoglienza dei migranti prevista per il 20 maggio. Milano come Barcellona (ma senza Ada Colau).
Non è una battuta. I più estremisti con il cuore in mano sperano addirittura in una grande mobilitazione istituzionale antirazzista. Speriamo. Peccato però che la realtà sia più sgradevole delle pur lodevoli intenzioni di chi – forse per distrazione – non ha ancora avvisato il ministro degli Interni Marco Minniti che se rastrellamenti devono essere è bene che in questi giorni si facciano con i dovuti modi e quindi senza esagerare per non disturbare il clima di letizia che si respira nella città più accogliente d’Italia.
Almeno per decoro. Altrimenti va a finire come ieri pomeriggio, con la stazione Centrale che sembrava il set di un film anni ’30. Decine di poliziotti, cani al guinzaglio, reparti a cavallo, elicotteri in ricognizione e una scrupolosa caccia all’uomo tipo pesca a strascico. Chi è fuori è fuori, chi è sotto è sotto, caricato su una camionetta della polizia diretta alla questura di Milano. Si presume in base al colore della pelle e ai documenti non in regola.
Decine di stranieri catturati a caso. La polizia non ha colpe, se non quella di eseguire gli ordini e di dare concretezza ai suggerimenti più o meno espliciti di chi governa questa città. Tecnicamente si chiama “prevenzione e controllo del territorio”. Molto spettacolare. Non ha colpe nemmeno Matteo Salvini se non quella di esistere, è l’unico politico capace di essere dove bisogna essere, dove le cose accadono: durante il blitz, in diretta facebook, ieri arringava il suo popolo on-line con la solita strafottenza razzista facendosi fotografare con gli ammiratori in carne ed ossa.
Il mandante però non è lui. Con grande tempismo uno dei primi a complimentarsi è stato il segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati, “speriamo che l’operazione disposta dal questore Marcello Cardona non sia episodica, ma che dia continuità a simili controlli, come l’amministrazione e il Partito democratico chiedono da tempo”. Bussolati però si è dispiaciuto per la presenza di Matteo Salvini, che strumentalizza. Sulla stessa linea (del Pd e di Salvini) anche l’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza: “Mi auguro che questo non sia solo un blitz episodico ma che questa attenzione, anche in forma minore, continui con costanza nel tempo”. Altre retate seguiranno nei prossimi giorni, tranquillizzano dalla questura.
Il più disorientato, e si capisce, è l’assessore al welfare Majorino (Pd, come i ministri Minniti e Orlando che danno il nome alla nuova legge sull’immigrazione). “Mi convince di più la cultura degli interventi mirati, continuativi e condotti nel silenzio, ma non sono un poliziotto. Vedremo quelli che saranno i risultati effettivi di un’opera simile. L’accertamento delle condizioni e dello status dei richiedenti asilo deve accompagnarsi, sempre, con il rispetto dei diritti umani”. Non è la migliore delle piattaforme in vista della giornata del 20 maggio, e arrivati a questo punto non si può nemmeno dire che sia sempre meglio di niente.
Milano: il giorno dopo il rastrellamento alla Stazione Centrale (speciale di Radio Onda d’Urto del 03/05/2017)
Stazione Centrale di Milano: il giorno dopo.
Martedì 2 maggio oltre 300 agenti di polizia, seguiti da telecamere e giornalisti, hanno operato un maxi rastrellamento di migranti, operazione di polizia guidata da elicottero e agenti a cavallo. Il risultato? 150 identificazioni, 52 persone portate in questura, zero denunce, zero internamenti in Cie o Cicr e 5 dei controllati hanno così scoperto di aver ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Operazione spettacolare e spettacolarizzata, in nome delle paure, del decoro e della deriva securitaria che trova il plauso del segretario del PD cittadino, Piero Bussolati, e non solo del “solito” Matteo Salvini. Anche l’assessora alla sicurezza Carmela Rozza (PD) dichiara di aver più volte richiesto “una massiccia campagna di identificazione di coloro che stazionano in tutta l’area e intorno all’hub di via Sammartini. Purtroppo queste identificazioni non possono essere svolte dalla polizia locale. Speriamo che non sia un blitz episodico.”
E’ chiaro che si prova a giocare la carte della deterrenza: fonti di polizie ripeto che “il rastrellamento di ieri non è che il primo di una lunga serie”. L’obiettivo? “Bonificare (sic…) l’area e togliere il bivacco migrante e qualche borsa di vestiti dagli occhi di turisti e affaristi che passano dalla stazione e che possono essere disturbati dallo scontro con poveri e migranti”, come riporta il Corriere della Sera nella pagine nazionali.
Operazione che apre lo scontro Comune – Governo, ma anche lo scontro interno alla stessa amministrazione comunale cittadina: PD nazionale, cittadino e una parte della giunta dicono di pensare Milano come città del decoro, della sicurezza, e dell’esclusioni dei poveri e di chi sta fuori dagli spazi d’imposizione socio/culturale. Anche se l’azione di polizia e questura non fosse giustificata dagli ex decreti, ora legge, Minniti-Orlando, trova in quello spazio politico la legittimazione politica: chi lede il decoro crea insicurezza e i flussi migratori sono, e vanno, gestiti come affare di ordine pubblico. Una posizione non dissimile da quella delle destre, nelle loro (sempre minori) sfumature.
Le falle del sistema accoglienza di Milano sono palesi. Il tentativo di parte dell’amministrazione, con in testa Majorino, di lanciare il corteo “Milano come Barcellona” , sabato 20 maggio “Milano contro i muri”, gioca una battaglia culturale ma allo stesso tempo uno scontro dentro a partito e maggioranza. Nell’appello al corteo del 20 maggio, però, spicca l’assenza di riferimenti proprio ai decreti Minniti (e Orlando). Sui fatti della Centrale Majorino ha dichiarato “Mi piacerebbe capire che tipo di risultati portano azioni simili. Mi convince di più la cultura degli interventi mirati, continuativi e condotti nel silenzio, ma non sono un poliziotto. Vedremo quelli che saranno i risultati effettivi di un’opera simile. L’accertamento delle condizioni e dello status dei richiedenti asilo deve accompagnarsi, sempre, con il rispetto dei diritti umani”
Chi paga le conseguenze degli scontri politici però sono i migranti e i poveri che vivono Milano. Soggetti deboli usati come carne da macello nelle speculazioni politiche.
Città del decoro e della sicurezza o città dell’accoglienza, questa la partita che si gioca nel capoluogo lombardo, e non solo. Se la prima idea di città è sostanziata da leggi come la Minniti, la Minniti-Orlando, la Bossi-Fini o dall’ideologia di decoro e legalità, la seconda, la città dell’accoglienza è un capitolo aperto che non può fermarsi ai timidi esperimenti istituzionali di giocare nelle maglie della legislazione ma va pensata e immaginata come paradigma di governo del territorio che combatte povertà e diseguaglianze non i poveri, e che sa rispettare le differenti maniere di vivere la città dando un posto degno per tutti e tutte.
Parliamo di quello che è accaduto martedì a Milano e del clima che determina in città con:
Francesco “Franz” Purpura – collaboratore milanese di Radio Onda d’Urto e educatore Ascolta o scarica
Roberto Firenze – Rete People Before Borders Ascolta o scarica
Anita Pirovano – capo gruppo Sinistra per Milano in consiglio comunale Ascolta o scarica
Mirko Mazzali – avvocato di diverse realtà di movimento e delegato per il sindaco Beppe Sala per le periferie Ascolta o scarica
“Il maxi blitz contro i migranti in stazione Centrale” (di Roberto Maggioni, da Radio Popolare del 02/05/2017)
Il cancello d’ingresso della stazione Centrale chiuso, chiusi anche gli ingressi della metropolitana in piazza Duca D’Aosta. Le persone fatte filtrare dai due ingressi laterali.La celere è arrivata poco prima delle 15.30, è entrata nel piazzale e ha bloccato un gruppo di un centinaio di migranti, circondandoli. Li ha controllati e una sessantina di loro, numeri ancora non ufficiali, sono stati caricati sui bus della polizia e portati in Questura.È stata una grossa operazione di polizia e di “pulizia”. Gli agenti hanno portato via i migranti senza documenti o su cui fare accertamenti, l’Amsa ha ripulito parti della stazione e ha buttato via coperte e borsoni lasciati a terra.Un maxi blitz di queste dimensioni non si era ancora visto. Controlli nelle ultime settimane nella zona della stazione ci sono stati, mai di queste dimensioni.“È l’applicazione del decreto Minniti”, hanno commentato educatori e attivisti antirazzisti arrivati sul posto. “È il primo di una serie di controlli di questo tipo”, ci ha detto una delle responsabili di polizia che ha coordinato l’operazione. I migranti caricati sugli autobus urlavano “libertà”.
Il Comune di Milano dice di non essere stato avvisato del blitz. L’assessore ai Servizi sociali Pierfrancesco Majorino ha detto che non ne sapeva nulla, “non voglio pensare che il questore voglia metterci in difficoltà”, ha detto a Radio Popolare in riferimento alla manifestazione “Insieme senza muri” del 20 maggio prossimo.Anche l’assessora alla sicurezza Carmela Rozza non ha apprezzato il metodo, e non se lo spiega.Il segretario milanese del Pd Pietro Bussolati, in linea con il governo, ha subito dato pieno sostegno all’operazione della polizia.L’accoglienza in stazione Centrale sta cambiando, l’hub di via Sammartini che ha accolto fino a 700 persone contemporaneamente non sarà più centro di transito ma un Cas, un centro di accoglienza straordinario. E ospiterà solo 150 posti per richiedenti asilo. Il numero di migranti attorno alla stazione potrebbe aumentare e aumenteranno anche i controlli.A febbraio aveva fatto discutere la circolare ministeriale che chiedeva rintracciare e identificare cittadini nigeriani irregolari per riempire un volo charter diretto a Lagos, Nigeria. [vide della giornata 1 / 2]
Rastrellamento alla Stazione Centrale di Milano, un pericolo per tutta la cittadinanza (comunicato raggiunto degli antirazzisti milanesi)
Un pomeriggio piovoso di primavera (di Valeria Verdolini)
Il razzismo è di Stato (di Globalproject e Melting Pot Europa)
I video della giornata di Progetto 20K [1, 2, 3, 4, 5]
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