Partigian* in ogni strada – La donna che fermò i carri armati
È il 26 luglio del 1943, Mussolini è caduto il giorno prima, a Milano i carri armati si dirigono verso Porta Venezia per fermare il comizio antifascista di Pietro Ingrao.
Anna Gentili è nata all’Isola d’Elba, lavora a Milano per Bompiani ed è antifascista come il fratello, detenuto politico a San Vittore. È ad ascoltare il comizio di Ingrao come tanti quando i carri armati si aprono un varco nella piazza cercando di disperdere i manifestanti: iniziano gli scontri e i tentativi di dialogo con i soldati, riluttanti ad usare la violenza sulla folla, quando Anna salta su un carro armato fermo. La folla seguì il suo esempio dando l’assalto ai mezzi dell’esercito, costringendo i militari ad abbandonare la piazza.
“Il fascismo era caduto e quei militari non potevano rovinarci la manifestazione. E allora sentii che dovevo fare qualcosa. E fu così che mi lanciai verso quel carro armato e ci salii sopra. Ricordo che un ufficiale mi minacciò con la pistola, ma figurarsi…la folla ormai aveva preso il sopravvento. I soldati, del resto, avevano mostrato chiaramente di solidarizzare con noi” (…) L’epoca del credere, obbedire, combattere, del libro e moschetto fascista perfetto e delle centinaia di migliaia di giovani mandati dal fascismo a morire in guerre di oppressione senza sapere perché sembra finita…”.
Arrestata dopo la manifestazione con l’accusa di diffondere copie de “L’Unità” (allora considerata una testata sovversiva), Anna fu liberata il 13 settembre ed entrò immediatamente nella 3° Gap e nei Gruppi di Difesa della Donna. Ricercata dai fascisti nell’aprile del 1944 fuggì in Valtellina, dove diventò la responsabile dei collegamenti tra la 40esima Brigata Garibaldi e il comando cittadino, riuscendo a tornare spesso a Milano.
Nel gennaio del 1945 prende la direzione dei Gruppi di Difesa della Donna nel 3° settore di Milano.
Margherita Fruzza
Le informazioni su Anna Gentili sono tratte dal materiale dell’Archivio Convitti Scuola Rinascita.
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