Effetto Bruxelles – Il soft power europeo di fronte alla sfida cinese

Una recensione di “Effetto Bruxelles” di Anu Bradford per Franco Angeli.

L’Unione Europea non è una potenza militare ma è sicuramente una superpotenza economica. La sua influenza si esercita sul mercato globale a livello di regolamentazione delle normative sui prodotti, sulle imprese, sulle regole della concorrenza, della sicurezza alimentare e climatica. Questa penetrante influenza politica e commerciale sui mercati globali viene definita da Anu Bradford ‘Effetto Bruxelles’.

È la stessa attrattiva del mercato europeo ad obbligare il resto del mondo ad adattarsi alle regole fissate da Bruxelles. Nell’arena economica globale si nota una competizione tra i sistemi normativi, una rincorsa per alzare o abbassare gli standard legislativi che diventa una continua gara ‘verso l’alto’ o ‘verso il basso’. Negli Stati Uniti il Delaware ha vinto questa competizione per quanto riguarda i requisiti fiscali favorevoli alle imprese e lo stesso vale per l’Irlanda e il Belgio nell’Unione Europea.

Nel 2016, la Commissione Europea ha imposto all’Irlanda di recuperare 13 miliardi di euro dalla società Apple. La somma rappresentava imposte non pagate e un caso distorsivo della concorrenza. A Google è stata inflitta una multa di 5 miliardi di dollari. La causa del 2018 riguardava l’abuso di posizione dominante per il sistema operativo Android.

L’Unione Europea si è attivata anche nell’ambito dei diritti alla privacy dei cittadini estendendo le regole anche alle comunicazioni online. Ci sono normative che impongono agli Stati membri di sanzionare la violenza verbale, i comportamenti razzisti e xenofobi. Anche nel campo della tutela della salute l’UE, che rappresenta il più grande importatore ed esportatore di derrate alimentari a livello mondiale, ha prodotto un’articolata legislazione per la sicurezza alimentare e dei consumatori.

La coltivazione e la commercializzazione degli OGM e dei suoi derivati sono soggette a normative molto dettagliate. La stessa severità la ritroviamo contro l’uso dei coloranti artificiali. L’UE si è impegnata anche sul fronte dei trattati internazionali relativi all’ambiente e al cambiamento climatico.

La portata globale delle direttive europee ha incrementato l’attività di lobbying verso Bruxelles. Le imprese internazionali cercano in tutti i modi di influenzare le attività legislative dell’Unione Europea per ricavarne i maggiori benefici. Nel marzo del 2019 si contavano già duemila di queste organizzazioni. Questi gruppi di pressione erodono il peso della rappresentanza e della trasparenza nel processo legislativo e fanno crescere la corruzione, la prassi delle porte girevoli tra pubblico e privato, politica e affari.

Il protagonismo dell’Unione Europea nell’area delle normative globali ha suscitato molte critiche da parte di commentatori politici e di diversi paesi del mondo. L’accusa più ricorrente è quella che dietro le motivazioni istituzionali ci siano interessi di Bruxelles di ordine protezionistico. Alcuni oppositori sostengono che l’esportazione del mercato unico europeo indichi un chiaro intento imperialista. Una ricerca di dominio politico ed economico sul mondo basato sul potere ‘soft’. Un modello che tenta di imporre standard di commercio e di vita finalizzati ad un ordine imperiale targato UE.

La crescita impetuosa della Cina e dell’India minaccia di ridurre l’influenza della UE e anche le sue quote di mercato. L’espansione del mercato di consumo interno in Cina costringerà le aziende globali ad adattarsi al nuovo ‘Effetto Pechino’. La normativa internazionale come l’ordine politico mondiale saranno determinati da queste potenti sfide.

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