Legge rider: un passo avanti verso i diritti. La corsa continua!

La lunghissima vertenza dei riders fatta di lotte e azioni simboliche, reazioni anti-sindacali da parte delle piattaforme, un lunghissimo tavolo a Roma, petizioni farlocche pilotate dalle imprese per sabotare la trattativa e tanto altro ha raggiunto un primo risultato. Ecco il comunicato di alcuni collettivi autorganizzati di riders sulla legge da poco approvata.

È stato approvato alla Camera, pochi giorni fa, il famoso ddl rider, con il quale il settore del delivery food e il mondo delle piattaforme digitali sono stati regolamentati in Italia per la prima volta.

Il fenomeno della Gig Economy resta complesso e ancora non del tutto compreso, sia dalle istituzioni che da buona parte della società civile.

Questo terreno ci appare tuttora un territorio di scontro tra gli interessi dei lavoratori, dei consumatori e delle imprese: un cono d’ombra sul quale gettare luce in termini di conquista di diritti, welfare e creazione di nuove relazioni industriali tra sindacati e associazioni datoriali.

Con questo provvedimento però si cambia fase e finalmente vengono fissati dei paletti che tentano di arginare l’azione pervasiva delle app sui lavoratori.

La battaglia dei diritti resta aperta, ma qualche punto lo abbiamo messo a segno.

Avevamo chiesto una legge che si esprimesse sulla qualifica del rapporto, che fosse in grado di indicare, con una norma, la possibilità del riconoscimento della subordinazione per tutti i lavoratori delle piattaforme: non è andata così.

Ad ogni modo, il testo approvato prevede che il lavoratore che svolge la propria attività per conto di una piattaforma digitale, in regime di collaborazione continuativa, come previsto dall’art.2 del Jobs Act, abbia diritto a vedersi riconosciuti parte dei diritti dei lavoratori subordinati, in particolare:

– una retribuzione minima su base oraria come previsto dai contratti collettivi nazionali, comprensiva di tredicesima e quattordicesima mensilità;

– viene prevista una maggiorazione per il lavoro notturno, il festivo e in caso di condizioni atmosferiche avverse;

– ferie e permessi retribuiti;

– la copertura in caso di malattia e infortuni;

– il diritto di congedo parentale (maternità, paternità);

– il trattamento di fine rapporto alla conclusione del rapporto di lavoro.

Inoltre viene istituita una copertura assicurativa a carico delle piattaforme, entro 180 giorni dall’approvazione della legge, nel caso di infortuni e malattie professionali, anche per i lavoratori autonomi e occasionali.

Viene estesa la disciplina antidiscriminatoria e il principio per cui il rifiuto da parte del rider di effettuare una consegna non può legittimare la sua estromissione dalla piattaforma.

Altro aspetto rilevante della riforma è l’obbligo della forma scritta sia per i contratti di collaborazione coordinata e continuativa che per i contratti di collaborazione occasionale.

I datori di lavoro dovranno indicare nei singoli contratti la retribuzione spettante al lavoratore, le ore di lavoro previste e tutte le informazioni necessarie a garantire la sicurezza dei lavoratori.

Le società avranno dodici mesi di tempo per recepire la nuova normativa e concordare con i lavoratori le loro condizioni, siglando un accordo. Questo accordo, va da sé, avrà l’obbligo di migliorare la condizione dei rider a partire dalle linee guida previste dalla legge.

Il che significa, qualora non si trovasse un’intesa entro la data di scadenza, tra i sindacati maggiormente rappresentativi di categoria (sindacati confederali e rappresentanze autonome, Deliverance e Riders Union) e le associazioni datoriali (Assodelivery), saranno applicati, in riferimento ai minimi tabellari, i valori salariali previsti dai contratti collettivi nazionali nei settori affini.

Che cosa succede ora? Deliverance non va in vacanza ma resta all’erta, sarà nostra premura verificare che tutto quanto spetti ai lavoratori venga loro riconosciuto, inchiodando le compagnie alle proprie responsabilità.

Dopo la legge rider, ora vogliamo un contratto!

Diciamo stop al ricatto dei 5.000 euro in ritenuta d’acconto da falsi lavoratori occasionali e stop all’obbligo di aprire una partita iva per sperare di poter continuare a lavorare!

La nostra corsa continua, ci vediamo nelle strade.

Deliverance Milano
Deliveroo Strike Raiders
Punto di Svolta

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