Verso l’8 marzo, parola per parola – “Autodifesa”
*Autodifesa*
Autodifesa non è tutelarsi da sol_, ma una pratica collettiva.
Si tratta di prendersi cura (ascolto, accoglienza, impegno) dell’altr_.
L’autodifesa è rafforzarsi e rafforzare, non solo in termini fisici, non è una questione di muscoli, è affrontare l’abitudine al soccombere, all’immolarsi, all’accettare anche ciò che non fa per noi o non ci piace.
Autodifesa è rispondere a un attacco, fisico, psicologico, sociale o morale.
Per capirci, la prima cosa che si impara in un corso di autodifesa è l’attitudine, la predisposizione a calpestare il suolo con sicurezza, la coscienza che la paura che si prova può essere trasformata in energia per abbattere l’attacco, neutralizzarlo, depotenziarlo.
L’autodifesa è un esercizio collettivo di potere, inteso come la potenzialità di attuare insieme.
È un agire corale anche quando ci troviamo sole, perché è una pratica quotidiana che ci rende più forti nella consapevolezza che “non sei sola”. Mai.
Dipende solo da noi. “Me cuidan mis amigas, no la Policia” (Mi proteggono le mie amiche, non la Polizia) è esattamente questo.
LottoMarzo lo sciopero è anche autodifesa collettiva, da un sistema economico che ci sfrutta, dal patriarcato, dalla violenza, dallo stupro, dal femminicidio.
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