Gaza – Per non dimenticare il massacro dell’Operazione “Piombo Fuso”
E’ la mezzanotte del 27 dicembre 2008 quando i primi F-16 israeliani cominciano a bombardare la Striscia di Gaza.
Scatta l’operazione “Piombo Fuso”.
Nella sola giornata del 27 dicembre vengono uccisi più di 300 palestinesi.
Nei giorni a seguire niente viene risparmiato: strutture del governo della Striscia, università, scuole, abitazioni e depositi alimentari dell’Onu vengono fatti saltare in aria. Sulla popolazione di Gaza vengono testate nuove armi di produzione israeliana e statunitense, bombe al fosforo bianco e proiettili al tungsteno producono ferite e piaghe spaventose.
Solo la sera del 17 di gennaio il governo israeliano fa sapere di aver raggiunto gli obiettivi prefissatisi con l’apertura delle ostilità, e dunque dichiara conclusa l’operazione militare. Cessano dunque i bombardamenti e le incursioni, ma l’esercito non viene ritirato finché “non cesserà il lancio di ordigni dalla striscia di Gaza”.
Il bilancio complessivo delle vittime parla di 1.203 palestinesi uccisi, di cui 410 bambini, di 5.300 feriti e 80.000 sfollati.
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