Cosa succede nel Nord della Siria e nel Kurdistan iracheno. Dalle minacce di invasione dell’esercito turco alla liberazione di Hajin, ex roccaforte dello Stato Islamico
Ieri le SDF, Forze Democratiche Siriane, hanno annunciato la liberazione della città di Hajin, ultima roccaforte dell’ormai ex Stato Islamico. La bandiera delle SDF è stata innalzata nel centro della città, il 90% della cittadina è ormai libero e i miliziani dell’ISIS arretrano verso Sud.
Dopo mesi di dura battaglia, iniziata l’11 Settembre, lo Stato Islamico si avvia verso la fine.
Nonostante i duri colpi subiti l’ISIS rimane ancora forte: piccole cellule attive nelle città liberate del Nord della Siria portano avanti attacchi contro le Ypg, le Sdf e tra la popolazione. Negli ultimi giorni ad essere attaccate sono state le città di Hasake e Shaddadi. Attualmente l’operazione per liberare l’ultima zona sotto il controllo dell’ISIS procede nei villaggi circostanti Hajin, a sud della città e lungo il confine iracheno.
Intanto mentre le Sdf e le Ypg sono impegnate in questa dura battaglia, proseguono le minacce e le provocazioni da parte dell’esercito turco e dei suoi alleati jihadisti dell’Esercito Libero Siriano.
Qualche giorno fa Erdogan ha dichiarato che un’operazione militare è imminente e che tutte le forze sono state allertate per distruggere una volta per tutte i terroristi che si trovano nel Nord della Siria. Rimane da vedere se questa dichiarazione faccia solo da monito agli Stati Uniti, dal momento in cui all’interno della zona interessata si trovano alcune truppe dell’esercito statunitense.
Diversi mezzi dell’esercito turco sono stati spostati lungo il confine, fuori le campagne di Mambiji e diverse fazioni jihadiste dell’Els sono state mobilitate e schierate lungo il fronte che separa la città di Mambiji alle zone sotto il controllo turco.
Questi movimenti fanno ricordare quelli di un anno fa, poco prima dell’invasione di Afrin, in cui prima dell’attacco centinaia di mezzi furono ammassati lungo il confine. Difficilmente si possono fare previsioni e capire se e quando attaccherà l’esercito di Erdogan, la presenza degli Stati Uniti, che si dichiara contraria all’invasione turca, giocherebbe un ruolo fondamentale.
Intanto i popoli del Nord della Siria hanno manifestato la loro contrarietà alle dichiarazioni di Erdogan, decine di manifestazioni si sono svolte in molte città lungo il confine turco. Le SDF hanno dichiarato che ogni attacco sarà respinto e che i popoli confederati del Nord della Siria difenderanno i territori liberati grazie al sacrificio di migliaia di martiri. Intanto ieri sera nel Kurdistan iracheno gli aerei da guerra dell’aviazione turca hanno bombardato il campo profughi di Makmur e il monte di Shengal, l’attacco ha causato la morte di 4 persone e diversi feriti.
Questo attacco arriva subito dopo le dichiarazioni di Erdogan che oltre ad aver minacciato il Nord della Siria continua la sua offensiva verso il popolo curdo.
E’ importante mobilitarsi e dimostrare solidarietà alla confederazione democratica delle Siria del Nord per evitare un nuovo massacro e un ulteriore genocidio come quello compiuto quasi un’anno fa nel cantone di Afrin, dove continua ancora adesso la resistenza da parte delle Ypg/Ypj contro gli attacchi delle forze imperialiste occupanti.
Paolo Pachino, combattente Ypg
Fonte: http://agirebablisoke.wordpress.com
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