Morire giovane, morire martire

Tutte le mattine ognuno di noi, o almeno la stragrande maggioranza di noi, si alza per andare a lavorare. Dipende dal tragitto, dalla lontananza dal luogo di lavoro, dal traffico, dal tempo, ma tendenzialmente più o meno tutti sappiamo che ci arriveremo.

In Palestina, purtroppo, non funziona cosi, soprattutto per tutti coloro che per lavorare devono recarsi ad Hebron (città situata a Sud della West Bank). Chi si deve spostare da Betlemme per arrivare ad Hebron sa perfettamente che ad un certo punto lungo il tragitto bisogna attraversare una rotonda circondata da un lato da coloni (che aspettano la corriera) e soldati israeliani dall’altro. In questo preciso luogo, la tensione sale alle stelle, senza nessun motivo apparente, molto velocemente. Proprio come oggi.
Questa mattina, come tutte le mattine, Ramzi Abu Yabes, si stava recando al lavoro, suo mestiere l’infermiere. Ma nel momento cruciale del tragitto, alla famosa rotonda, i soldati hanno deciso che Ramzi stava per compiere un attentato con la sua macchina e hanno sparato, ferendolo gravemente (sì, hanno giustificato il loro gesto a causa di un probabile attentato). Ramzi ha perso il controllo della macchina causando un incidente.
L’ambulanza sopraggiunta sul luogo non ha fatto in tempo a prestare primo soccorso perché i soldati hanno letteralmente sottratto il suo corpo ai soccorritori. Ramzi è morto, a 32 anni, e padre.
Ramzi abitava anche lui nel campo profughi di Deisheh. Appena giunta la notizia tutti i negozi del campo hanno iniziato a chiudere e tutta la comunità si è radunata davanti all’ingresso principale del campo, inneggiando cori al defunto. Poi hanno seguito vari cortei per le piccole vie del campo fino ad arrivare alla casa dei famigliari di Ramzi, dove tutti, dai bambini ai più anziani, hanno portato le loro condoglianze. Nel frattempo nel centro del campo si costruisce un tendone che diventerà luogo di ritrovo per tutta la comunità, nell’attesa della restituzione della salma.
Il campo profughi di Deishesh ha un nuovo martire.
G_M
—-
PUNTATE PRECEDENTI
Il rigido controllo israeliano
Quello che i media internazionali NON dicono.

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *