Daspo urbano e zone rosse

Sala insegue Salvini?

E’ da poco passato l’anniversario del G8 di Genova con l’istituzione della famigerata zona rossa che tanti disastri provocò che anche a Milano si torna a parlare di Daspo urbano e “zone rosse”.

La giunta milanese ha deciso di estendere i parametri di applicazione della misura repressiva introdotta da Minniti (un vero campione nello spianare la strada alla destra!) e rinforzato da Salvini.

Il Sindaco Sala, negli ultimi mesi, ha cambiato idee diverse volte. Dai dubbi iniziali è passato alla proposta di Daspo contro rom e abusivi per arrivare a ieri con una modalità di applicazione delle misure piuttosto ampia.

C’è un elenco di undici “zone rosse” individuate tra cui i Navigli, l’Arco della Pace, corso Como, piazza Gae Aulenti ma anche il famigerato “bosco della droga” di Rogoredo dove, nonostante i riflettori, le passerelle e la costruzione di muri il consumo di eroina non è diminuito con una vera e propria presenza di massa.

Il Daspo sarà applicabile anche attorno a scuole, aree verdi, monumenti nei confronti di una vasta gamma di “disturbatori” impedendo, secondo le dichiarazioni di Palazzo Marino, “la fruizione dei luoghi”.

Negli ultimi anni gli ordini di allontanamento fatti dalla Polizia Locale sono stati circa 300. Di questi pochissimi sono stati tramutati in Daspo dalla Questura di Milano.

Mentre la Lega gongola, la sinistra si divide.

Sì, perché l’ideologia del decoro che tanti danni sta facendo nella coscienza pubblica è un po’ come mettere la polvere sotto il tappeto. Peccato che la polvere, ovvero il disagio sociale, non sparisca, anzi aumenti sempre più!

* in copertina il “muro” di Rogoredo.

 

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