Solidarietà alla Rete Ci Siamo e all’occupazione dell’ex Centro Vaccinale in Viale Brenta!

Come Lambretta e Mutuo Soccorso Milano esprimiamo solidarietà e alla Rete Ci Siamo e all’occupazione dell’ex Centro Vaccinale di Viale Brenta a Milano

Dopo l’incendio in via Fracastoro del novembre 2024, tantissime persone – spesso senza un permesso di soggiorno e senza un contratto di lavoro dignitoso – si sono trovate senza una casa. La Rete Ci Siamo, che da anni tocca con mano la crisi abitativa, ha agito rioccupando CasaLoca, quindi occupando piazza Leonardo Da Vinci (luogo-simbolo della lotta delle Tende in Piazza), la Piscina Scarioni in zona Niguarda e ieri 26 aprile l’ex Centro Vaccinale di Viale Brenta: in sei mesi, non è stata portata alcuna soluzione istituzionale soddisfacente, sapendo tutti e tutte che l’affitto privato non è accessibile. Non è giusto attendere per strada che la burocrazia delle assegnazioni si muova, alimentando una speranza il più delle volte vana. Non è possibile chiedere alle famiglie di accettare la temporaneità dei dormitori, dove è richiesto che si lasci il posto la mattina per tornare solo la sera, e nei quali i padri non sono ammessi.

Un’emergenza non nuova per il Comune di Milano, che nell’ultimo decennio ha programmaticamente stimolato la crisi abitativa, mobilitandosi per la trasformazione della città in centro del turismo di lusso, delle week, delle società di consulenza, delle multinazionali. Con l’obiettivo di alimentare la speculazione edilizia, ha fornito supporto politico e logistico alla gentrificazione, espellendo le classi lavoratrici precarie e le persone non occidentali verso le periferie.

Un’emergenza non nuova per il Comune di Milano, che avanguardisticamente ha trasformato in guerra securitaria, introducendo per via amministrativa le Zone Rosse. Pensate per durare tre mesi da dicembre 2024 a marzo 2025 per le zone di Stazione Centrale, Stazione Garibaldi, Corvetto, Navigli e Darsena, sono state recentemente estese fino a Settembre, con l’inclusione di Via Padova, Colonne di San Lorenzo e Rozzano. È un provvedimento che fornirà ulteriori strumenti per l’imposizione di una sicurezza militare e poliziesca; un’idea di sicurezza che equivale a marginalizzazione, soprattutto delle persone razzializzate, migranti e transitanti. Tutto questo nella città dell’omicidio di Ramy Elgaml.

Se a un complotto vogliamo credere, è quello della connivenza tra istituzioni e grandi capitali finanziari (la tentata legge SalvaMilano dovrebbe aver esposto già abbastanza): dall’EXPO del 2015, passando per lo stravolgimento di Porta Vittoria e la costruzione di Citylife (baluardi del greenwashing), per l’assegnazione dei parchi ai privati, per i grandi progetti, dunque per le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina – in una città che, tra l’altro, non fa più neve da tempo.

La lotta per l’abitare è il crocevia delle lotte contro le politiche classiste e razziali sistemiche del tardo-capitalismo: abitare un corpo liberamente, potersi prendere cura del proprio corpo, abitare le relazioni; abitare una casa, un quartiere, una scuola, un’università, il luogo di lavoro; abitare la propria città; abitare una terra, abitare l’appartenenza a una terra, essere di questa terra. Per questo, la gran parte dei governi del Nord Globale, dopo decenni di finto interesse per la politica dei diritti, sta attaccando frontalmente ogni lotta, fabbricando contemporaneamente l’ennesima guerra, dispositivo di pacificazione interna e a difesa dei capitalisti: i soldi per il welfare non ci sono, ma le manovre finanziarie diventano all’improvviso semplici quando si tratta di finanziare l’industria bellica. Stato di guerra esterno e interno, coercizione politica e coercizione economica.

Il governo Meloni si allinea perfettamente: in pochissimo tempo ha messo in serie Decreto Rave, Decreto Cutro, DDL Condotta, Decreto Caivano e il Decreto Sicurezza. Quest’ultimo è la traduzione in forma di decreto d’urgenza di un quasi identico DDL (con un colpo di mano che è già un pericoloso precedente), fermato in Senato dalle mobilitazioni di piazza, dall’ostruzionismo delle opposizioni e addirittura da un “parere negativo” del Quirinale. Il DL Sicurezza colpisce praticamente ogni forma storica della lotta – senza parlare della criminalizzazione in senso lato di militanza, attivismo e sindacalismo, senza dubbio anche nell’ottica di sottrarci degli strumenti di conflitto contro imperialismo e colonialismo: al centro, ovviamente, l’abitare, con l’introduzione di una nuova fattispecie di reato di occupazione, con pene più severe e la possibilità per la Questura di procedere d’ufficio se il fatto è commesso nei confronti di persona incapace o su immobili pubblici o a destinazione pubblica. Amplia le possibilità del Daspo urbano, rendendolo uno strumento arbitrario e punitivo, anche per persone che non hanno commesso reati. Senza dimenticare l’inclusione della disubbidienza nel reato di rivolta nelle carceri e nei CPR, due luoghi di dis-abitazione, di privazione di qualsiasi stato di diritto.

Come Lambretta e Mutuo Soccorso Milano siamo sempre al fianco di chi si oppone alla violenza quotidiana e strutturale di questa città. È anche la nostra lotta: con la Brigata Lena-Modotti assistiamo materialmente a tante famiglie indigenti di Zona 2 e Zona 3, con Comida Sociale e Drago Verde recuperiamo alimenti che altrimenti verrebbero buttati per fornire pasti caldi alle persone senza fissa dimora, con Gaza Freestyle non smettiamo mai di alimentare la solidarietà internazionale al popolo della Striscia; politicamente costruiamo l’opposizione alle misure securitarie insieme a molte altre realtà milanesi e nazionali; nella nostra nuova casa in via Rizzoli 13/a, a Crescenzago (dopo tantissime occupazioni), vogliamo essere un presidio.

L’occupazione della Rete Ci Siamo è parte centrale nella lotta per l’abitare, che va condotta con tutti gli strumenti possibili, come una vertenza collettiva, come una controffensiva. Questo è attualizzare ancora la resistenza, ottant’anni dopo.

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