Piazza San Giovanni 2011 – 9 condanne a 40 anni in appello

Sentenza d’appello a 8 anni dai fatti.

Nella giornata di ieri la Corte d’Appello di Roma ha emesso una sentenza per uno dei tronconi di indagine relativi agli scontri dell’11 ottobre 2011 in piazza San Giovanni.

Quel pomeriggio di ben 8 anni fa un gigantesco corteo di 300.000 persone percorreva le vie della capitale per dire NO alle politiche di austerità che avevano già iniziato a colpire le società europee e che, in Italia, avrebbero trovato il loro più grande promotore in Mario Monti che sarebbe succeduto a Berlusconi appena un mese dopo ai fatti di San Giovanni.

Quel giorno, con una gestione scriteriata dell’ordine pubblico, le Forze dell’Ordine spaccarono il corteo con delle cariche all’altezza di via Labicana entrando nel corteo coi blindati.

L’improvvida manovra della Questura di Roma generò una resistenza di massa che si estese fino a piazza San Giovanni, dove il corteo doveva terminare dove le Forze dell’Ordine, per ore cercarono di disperdere i manifestanti con idranti, caroselli di blindati e lacrimogeni. A reagire alla prepotenza di Polizia e Carabinieri furono migliaia di persone che, più di una volta, misero in fuga gli uomini in divisa che si lasciarono dietro anche un blindato.

Da qui fatti si sono sviluppati una serie di procedimenti penale, alcuni già andati in giudicato.

Uno di questi filoni d’indagine andava in appello in questo 2019 dopo che nel maggio del 2016 era stata emessa una dura sentenza di primo grado con 15 condanne a 61 anni di carcere (a fronte delle richieste dell’accusa di 115 anni).

Il reato principale contestato era l’ormai famigerato devastazione e saccheggio. L’imputato accusato di aver materialmente dato fuoco alla camionetta dei Carabinieri rimasta bloccata aveva subito una condanna di 9 anni.

L’appello ha in qualche modo ridimensionato (se così si può dire) la vicenda. Sono state emesse 9 condanne per 40 anni di carcere complessivi. La condanna più alta è stata di 6 anni e mezzo di detenzione. Prescritte le posizioni di altri 6 imputati.

La diminuzione delle pene è stata determinata dalle attenuanti generiche concesse dalla corte in ai principi della “suggestione della folla in tumulto” e della “costituzionalità delle ragioni che hanno portato in piazza i manifestanti”. Decaduta l’accusa di tentato omicidio ai danni dell’autista della camionetta dei CC.

Ultima tappa sarà la Corte di Cassazione.

L’articolo 419 del Codice Penale continua a fare massacro di singoli capri espiatori di giornate di lotta collettive.

 

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