Una foglia di fico chiamata minaccia

Dopo l’annuncio di 4 denunce da parte della Procura di Milano riprendiamo un interessante comunicato di due realtà sociali ben presenti nel sud di Milano che replicano punto su punto (anche etimologicamente) al vittimismo di Fontana e alle accuse di Polizia e magistratura.


Una notte, sui muri della nostra amata comunità territoriale, compare una scritta.
Le mani che lasciano quel segno, a noi sconosciute, tracciano un solco di verità.
Fontana assassino, Sala zerbino.
Ne segue un intenso dibattito politico/giornalistico, in cui compare una delle famosissime foglie di fico che il potere usa quando non vuole assumersi le propria responsabilità.
“I centri sociali, la violenza, le minacce, il pericolo!”.
Se anche solo ci fosse un minimo di decenza, un grammo di onestà intellettuale, i responsabili di ciò che è avvenuto grazie alla criminale gestione dell’emergenza COVID in Regione Lombardia, dovrebbero in ordine fare le seguenti cose: dimettersi e tacere per sempre.
Ma siccome ormai non vi è nemmeno più un briciolo di onestà (che poi onestà e regione Lombardia sono figura retorica: l’antitesi) assistiamo all’incredibile spettacolo di un Presidente e una Giunta regionale che addirittura si rivendicano “l’egregio” operato e pretendono di trasformarsi da carnefici in vittime.
Incredibile. Incredibile che la Lega parli di clima d’odio.
Sì proprio la Lega, quella della totale disumanizzazione delle persone, quella delle opinioni che straziano corpi, che adorano la violenza verbale e fisica nei confronti degli ultimi, che rivendicano la purezza della razza, che scarnificano le nostre identità sessuali, che ardono nel desiderio di odiare qualsivoglia storia migrante.
Questi soggetti si permettono di nascondersi dietro ad un apparente clima di terrore provocato dall’avversario politico più temuto, i movimenti sociali.
Ci teniamo a dirvi che, dato che forse vi siete dimenticati che migliaia di persone/operatori sanitari/lavoratori hanno perso la vita grazie alle vostre scelte scellerate, ciò che non vi farà dormire la notte, ciò con cui dovreste fare i conti sono le vostre coscienze e queste persone che non si daranno pace fino a quando non ci sarà giustizia.
Un altro piccolo particolare del discorso, anche solo nell’aspetto strettamente linguistico, è il seguente: che diavolo di minaccia è dichiarare una persona “assassino”??
Dato che probabilmente non avete mai consultato il dizionario, condividiamo il significato della parola minaccia

minàccia 1. L’atto di minacciare, le parole con cui si minaccia, e in genere il fatto di promettere o annunciare un male, un danno, un castigo e sim.: fare una m. a qualcuno; aspetto, atteggiamento pieno di m.; gesto, frase, sguardo di m.; lettera di m. (v. anche minatorio); m. di morte, di scandalo, di vendetta, di guerra; la m. d’un signore noto per non minacciare invano (Manzoni); indurre, costringere qualcuno a fare qualcosa con le m.; ottenere qualcosa con le m.; non temere le m.; arrendersi alle minacce. In diritto penale, il delitto commesso da chi provoca in altri il timore di un ingiusto danno, prospettando in qualunque modo, con parole, gesti, scritti, un male futuro e indebito, la cui realizzazione dipenda esclusivam. dalla volontà di chi minaccia e che sia di tale rilevanza da turbare obiettivamente la tranquillità della vittima

Ottima scusa questa per de-responsabilizzarsi e garantirvi una scorta per risultare una vittima innocente di questo assurdo paradosso che ci troviamo a dover spiegare.

Poi c’è la violenza, altra inappropriata miseria, che costantemente compare nel vostro dibattito politico.
Parlare di violenza dei gesti in relazione ad azioni con un profondo significato politico di denuncia e risposta alla (vera) violenza delle vostre deplorevoli decisioni, è un esercizio ridicolo.

Queste alcune delle cose vogliamo dire, anche se l’unica cosa che il raziocinio ci impone di dirvi è:
Vergognatevi!
La nostra Comunità è qui, vive e resiste nel profondo sud milanese, ha costruito un tessuto di relazioni e solidarietà che noi amiamo definire “Comunità Resistenti” e non arretreremo di un millimetro, soprattutto quando a minacciarci sono dei personaggi con le vostre sanguinolente responsabilità.
La Comunità, insieme a tante altre realtà, si è assunta l’onere e l’onore di reagire all’emergenza COVID attivando un enorme meccanismo di mutuo aiuto a sostegno degli ultimi e le ultime.
Quindi forse anche l’esercizio di sciacquarvi la bocca quando parlate delle realtà sociali potrebbe essere una delle cose che dovreste imparare a fare.

Quasi dimenticavamo il Sindaco!
#milanononsiferma, poi si è fermata come si ferma un automobilista che perde il controllo della propria autovettura a 200km/h in un vicolo cieco.
Un vago mea culpa, la solidarietà incondizionata alla Regione Lombardia, le minacce di chiudere i mojito dietro alle sbarre e la grottesca altalena d’opinione tra la calca nelle fabbriche e la responsabilità virali dell’acerrimo nemico chiamato spritz.
Uno zerbino della Milano produttiva? Del capitalismo sfrenato di questa metropoli? Della ripartenza obbligatoria solo dove si possono sacrificare vite e salute? Bhe a voi l’ardua sentenza, per noi la metafora che queste mani sconosciute hanno scelto è calzante

Collettivo Zam
GTA – Gratosoglio Autogestita

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Una risposta a “Una foglia di fico chiamata minaccia”

  1. Paola ha detto:

    Continuate ad andare avanti a testa alta!!!

    Paola, Un’infermiera incazzata di Via Sant’Abbo dio

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