[DallaRete] Frankie Hi-Nrg è contro il lavoro gratis all’Expo
Il rapper rifiuta il ruolo di ambasciatore del grande evento: «Inaccettabile che migliaia di ragazzi vengano fatti lavorare gratuitamente a fronte del muro di miliardi che l’operazione genera». Wu Ming, il collettivo degli scritori bolognesi: Expo è una narrazione tossica finalizzata alla creazione di un’immagine mistificatoria che distoglie l’attenzione dagli effetti speculativi delle grandi opere e dal lavoro gratuito.
Si allarga il fronte dissidente dell’Expo. Il rapper Frankie hi-nrg mc ha rifiutato di prestare la sua immagine per il «grande evento» milanese. «Ho sbagliato e chiedo scusa – ha scritto sulla sua pagina facebook Francesco Di Gesù, in arte Frankie hi-nrg mc — Ho sbagliato a prestare la mia immagine come ambassador di Expo 2015, confidando nel fatto che l’evento avrebbe dato voce anche a quelle realtà che nel mondo combattono la sfida del cibo con tenacia ed ingegno e che a volte vengono sconfitti. Purtroppo la loro voce praticamente non ci sarà».
Per il musicista, autore della canzone-simbolo «Quelli che ben pensano», è inaccettabile «che migliaia di ragazzi vengano fatti lavorare gratuitamente (ricevendo in cambio il privilegio di aver fatto un’esperienza…) a fronte del muro di miliardi che l’operazione genera è una cosa indegna per un Paese che parla di “impulso alla crescita”». Questa è la contraddizione che coinvolge i vertici sindacati lombardi e nazionali che il 23 Luglio 2013 hanno siglato l’accordo sulla flessibilità del lavoro a termine e sugli stage per l’Expo 2015.
L’intesa ha previsto l’assunzione di 835 persone mediante contratto di apprendistato da 7 o 12 mesi, mentre 340 giovani under 29 anni parteciperanno a corsi per il conseguimento delle qualifiche di «operatore Grande Evento», «specialista grande Evento» o di «tecnico sistemi di gestione Grande Evento».
Nel post su facebook, scritto poche ore dopo l’apertura di una nuova indagine sugli appalti dei lavori all’Expo da parte della Procura milanese, Frankie hi-nrg amplia spiega le sue ragioni: «La direzione che ha preso Expo è diversa da quella che (ingenuamente) avrei sperato, con reali tavoli di dibattito e non solo stand ultracostosi – scrive — Gli appalti abbiamo visto a chi sono stati (anche) assegnati e con quali modalità. Ndrangheta e compari già saltan fuori adesso, figuriamoci tra un po’… Alla luce di tutto ciò ho chiesto di essere rimosso dall’elenco degli ambassador di Expo 2015. Non voglio sostenere un’iniziativa che non mi rappresenta minimamente».
L’artista confessa di «avere firmato con leggerezza una liberatoria» dopo un’intervista sulla kermesse sul cibo e la natura «senza rendermi troppo conto di cosa si trattasse». E precisa: «Non ho preso un soldo per questa cosa (per alcuni rappresenta un’aggravante…). Mi scuso con quanti di voi si siano sentiti traditi da me per aver accettato quel ruolo». Frankie hi-nrg ha scelto di partecipare ad un’iniziativa parallela all’Expo, l’«Expo dei popoli» promossa da Don Gino Rigoldi (fondatore di «Comunità Nuova» e ambassador dell’Expo) perché «ha un manifesto e dei sostenitori in cui mi riconosco molto di più». Si tratta di un’iniziativa che serve a «portare un po’ d’anima» dentro l’evento — questa è l’espressione usata dal cantante — e «va nella direzione del confronto e dell’accoglienza» in cui si riconosce.
Alla radice della polemica c’è l’operazione di «social washing e green washing» rappresentata dall’Expo. È l’analisi dei Wu Ming che in un post sul loro sito hanno spiegato che l’appropriazione delle virtù sociali ed ecologiste è finalizzata alla creazione di un’immagine mistificatoria che distoglie l’attenzione dagli effetti speculativi delle grandi opere e dal lavoro gratuito: «Per “gonfiare” il pallone del megaevento e far comparire nel programma e in bilancio – abracadabra! – migliaia di eventi in tutta Italia – La macchina promozionale del megaevento provvede a ghermire il tutto. Dalla fiera del rutto diplofonico alla sagra del pidocchio fritto in olio di calli asportati». Questa sarebbe la funzione del progetto «Anci per Expo».
L’associazione nazionale dei Comuni italiani ha siglato un accordo con Expo che permette ad ogni città di «segnalare un evento anche già programmato mettendolo in linea con i temi di Expo» per avvalersi del logo. In questo meccanismo si sono ritrovati, senza saperlo, anche i Wu Ming, coinvolti in un’iniziativa targata Expo a Vicenza nel Settembre 2014. L’invito è stato rifiutato. «Nell’Expo da una parte c’è la sua voracità e la violenza sul territorio, punta di diamante dell’Italian Style del XXI secolo; dall’altra, la produzione di cibo nel mondo, l’agricoltura industriale, l’ambiente ha spiegato Pietro Paolini del collettivo “TerraProject” citato dai Wu Ming. «Ma questo a Expo non interessa – commentano gli scrittori – Expo ha fame, sta hungry! — e deve nutrire se stessa, altro che il pianeta».
«L’Expo è una narrazione tossica» sostengono gli autori e i fotografi di un libro su «Genuino Clandestino»: «Ci ha colpito – hanno scritto in un comunicato – la presenza di nomi altisonanti della fotografia italiana e internazionale all’Expo». I fotografi precisano di «non essere stati invitati». «Ma non faremo mai parte di Expo perché nel viaggio alla scoperta dell’Italia di Genuino Clandestino abbiamo visto e conosciuto chi nutre veramente il pianeta». «Genuino Clandestino — aggiungono — mette in guardia dai tentacoli di un evento che sta “tentando di appropriarsi delle nostre pratiche e cooptare il nostro linguaggio, di comprare il consenso e la connivenza di tanti”. (…) L’agricoltura contadina, quella che sfama il pianeta, la si difende nei territori, giorno dopo giorno». Oggi (ieri) il presidente del consiglio Renzi sarà a Milano. Alle 17 interverrà a «Le idee di Expo 2015» all’Hangar Bicocca.
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