[DallaRete] Napoli applaude il corteo contro la Bce

bbef10a3-a500-4eb1-87e0-aabd909c37b7I lavoratori e i pazienti del CTO si affacciano e applaudono il corteo che sfila: questa è l’immagine che abbiamo scelto per raccontare il corteo contro il board della Bce svoltosi oggi a Napoli. Contro ogni tentativo di criminalizzazione mediatica e politica, chi paga la crisi e le privatizzazioni solidarizza con la piazza.

Maschere di Pulcinella sfilano nel corteo contro il vertice Bce a Napoli. In apertura, lo striscione che apre la manifestazione con lo slogan “precarietà, povertà, disoccupazione, speculazione, liberiamoci dalla Bce”. La Napoli senza sindaco accoglie il vertice Bce.

Maschere che riassumono un po’ anche tutta la campagna mediatica contro questo summit, agitata in rete e non solo, che si è diffusa sotto l’egida dell’hashtag #BlockBce verso questa data. Una campagna giocata molto sull’ironia in cui sono state evocate spesso le famose quattro giornate di Napoli (dal 28 settembre al 1 ottobre del 1943) in cui la città si ribellò all’occupazione nazifascista. Il 2 ottobre è stata, dunque, a tutti gli effetti la quinta giornata di Napoli.

Un’occasione in cui la città intera, la vera Napoli, quella dei rioni lasciati a sé stessi, quella di cui la stampa parla solo per i fatti di cronaca nera, o per le violenze di polizia; non a caso il corteo si ferma per ricordare Davide Bifolco, il 17 enne ucciso da un colpo di pistola mentre era in motorino senza casco. La vera Napoli dalle finestre e dai balconi si è levata contro questa sfilata di loschi figuri ribadendo a gran voce: “Jatevenne”. Un grido liberatorio, contro l’autoritarismo di pochi banchieri e burocrati contro i diritti di tutti, urlato ovunque nelle strade, nelle piazze, perfino dai balconi degli ospedali anche da parte di chi non è potuto scendere giù nei quartieri della città ad esprimere il proprio dissenso. Infatti, lungo tutto il tragitto i manifestanti hanno raccolto gli applausi dei napoletani affacciati dalle loro case.

Nel frattempo il direttivo si riuniva al Museo di Capodimonte Auditorium, dove il governatore della BCE Mario Draghi si è apprestato a presentare un piano dettagliato per l’acquisto di pacchetti di crediti cartolarizzati, lasciando i tassi agli attuali minimi record. Nulla cambia: le politiche d’austerità rimangono intatte.

I preparativi in vista di oggi erano stati molti. Le banche e alcuni sportelli bancomat “impacchettati”, e anche la solita stampa mainstream che già parlava di black bloc e di scenario apocalittico.

Ma invece è a ridosso della Reggia di Capodimonte che la polizia carica il corteo in maniera violenta e a freddo, con l’ausilio di lacrimogeni e idranti. Il tentativo è quello di spezzare e neautralizzare il corteo, che invece si è ricompattato determinato a proseguire la manifestazione.

Così il corteo si muove verso il centro, i cori e gli slogan continuano più alti e determinati di prima nonostante la pioggia. Il rione Sanità accoglie il serpentone rumoroso e determinato che alla fine si scioglie dopo la liberazione di Mario, il compagno fermato per aver invaso con uno cartello il bosco di Capodimonte diventato zona rossa.

L’autunno dei movimenti è cominciato oggi a Napoli. Già la prossima settimana ci vedremo nelle strade per lo sciopero del mondo della formazione il 10 ottobre e l’11 e il 12 a Milano per i due giorni di mobilitazioni No Expo.

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Il comunicato dei movimenti campani:

Block BCE – Napoli 2 Ottobre

Alla fine è arrivato questo 2 ottobre e ci siamo ritrovati in piazza, in quattromila, forse più, malgrado il terrorismo mediatico sparso a piene mani sui fantomatici “devastatori di scuole e negozi” in arrivo chissà da dove, malgrado la collocazione decentrata, malgrado l’allarmismo della polizia che mentre sui giornali si diceva pronta a una gestione “democratica”, ha incoraggiato alla chiusura i negozi stessi e le scuole del territorio e imbastito un dispositivo di chiusura del quartiere e di blindatura militare del bosco di Capodimonte degno del G8…

E invece la gente ha capito, dai balconi e dalle strade dei colli Aminei come nei vicoli della Sanità, davanti a migliaia di giovani precari di questa città, agli studenti, ai senza tetto della campagna per la casa, ai cassintegrati di Pomigliano, a quelli delle società partecipate, ai disoccupati…. ha capito che gli unici veramente pericolosi oggi erano il manipolo di tecnocrati che hanno sequestrato il bosco di Capodimonte per celebrare lo stucchevole rito di un potere antidemocratico che si specchia nella propria autocrazia e vuole decidere del futuro di tutti regalando nuova precarietà, altri agli alla spesa sociale, privatizzazioni.

Ha capito perchè non c’era molto da spiegare, perchè in questi anni tutti abbiamo subito l’uso della crisi fatto dalla BCE (e delle lobby che rappresenta) per disintegrare quel che restava delle tutele sul lavoro, per una gestione privatistica della moneta comune che ha eroso i redditi dei ceti più deboli, per aver regalato centinaia di miliardi di euro alle banche mentre nel mondo reale milioni di famiglie dei sud d’europa affogano nei debiti, nel limbo dell’insolvenza che erode molti diritti fondamentali. Ha capito perchè sa bene che questi poteri che nessuno ha delegato, ma che ormai fanno e disfano governi succubi e compiacenti, gli hanno messo le mani in tasca per un assurda leva fiscale invertita che ha tolto ai poveri per dare ai ricchissimi.

Ha capito mentre applaudiva dalla balconata di ospedali come il CTO devastati dai tagli, dove i cittadini aspettano per tempi interminabili mentre la sanità privata si ingrassa…

Ha capito perchè di fronte all’ennesimo vertice, la gente di Napoli non ne può più di sentire lezioncine paternaliste e razziste da chi è responsabile del disastro sociale in cui ci troviamo.

Così mentre Draghi ci parlava ancora una volta di “liberalizzazioni e riforme” (tradotto = privatizzazioni e precarizzazione, ma che novità!) siamo arrivati al Bosco di Capodimonte dove la democrazia dei nostri giorni si traveste di blindati, idranti, grate, centinaia di agenti affinchè nessuno disturbi il sovrano, questi signori che nessuno ha delegato ma che pure decidono per tutti noi.

Alla fine con una semplice scala abbiamo violato il dispositivo, un manifestante, tra gli altri che hanno tentato, protetto dalla complicità del corteo è riuscito a portare dentro il Bosco di Capodimonte un cartello con su scritto “Bloc BCE saremo inflessibili” e uno striscione “No BCE! VIA GLI AFFAMATORI E GLI SPECULATORI DA NAPOLI”. Le uniche parole di verità e giustizia in un vertice di ipocriti e speculatori!

La reazione a questa beffa da parte delle forze dell’ordine è stata folle: sono partiti con gli idranti, cariche e lancio lacrimogeni di gas cs per spezzare la manifestazione! L’idrante ha incredibilmente puntato la scala, colpendo e rischiando di far cadere mario, il dimostrante che è riuscito a passare, fino al tentativo diretto delle forze dell’ordine di scuotere la scala stessa su cui si trovava in quel momento una persona a svariati metri di altezza!

Il corteo naturalmente si è difeso come poteva, ma vogliamo proprio vedere chi parlerà di “violena gratuita” dei manifestanti e non di azione folle delle forze dell’ordine!

Potevano limitarsi a fermarlo una volta passato e mostrati cartelli e striscione, ma evidentemente la costruzione simbolica di questo potere monarchico, che non a caso si celebra nella reggia di capodimonte, non “doveva” essere violata. Ancora una volta abbiamo visto quali confini stretti e angusti abbia ormai il concetto di una democrazia ridotta a straccio da piedi del grande capitale finanziario internazionale. E però questa semplice azione dimostra che anche se hanno speso centinaia di migliaia di euro per blindare il vertice non sono onnipotenti…

Il corteo malgrado la carica si è ricompattato e ha continuato in maniera spontanea, sfidando divieti e percorsi e attraversando i quartieri popolari della Sanità, dove è stata rilanciata la principale parola d’ordine della manifestazione: “Non è che l’inizio! Costruiamo insieme lo sciopero sociale” in un percorso che si sta strutturando in tutta italia: Fermiamo questa politica di “devastazione e saccheggio” delle nostre vite, rivendichiamo un salario minimo europeo, un reddito per tutti, vera democrazia, la fine dei trattati capestro come il Fiscal Compact, la lotta ai contratti precari, la riduzione della giornata lavorativa a parità di salario…

Abbiamo finito in piazza Borsa solo quando Mario è stato rilasciato, con un solo grido che si riconnette allo spirito della manifestazione e chiama all’autunno di lotte in tutta italia: “Ce n’est qu’un debut! Abbiamo pagato già troppo la vostra crisi…”

Movimenti campani contro la BCE

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