[News] Colazione da Aler

Colazione da Aler

Colazione da Aler è una performance aperta ideata allo scopo di mettere in discussione il concetto di diritto alla casa, con tutti gli aspetti di soddisfazione fisica e affettiva del quotidiano a esso connessi. Avere una casa non significa soltanto garanzia di un riparo fisico, ma anche possibilità di godere della “dimensione domestica”, cioè di un ambiente intimo a noi familiare, dove sviluppare affetti e dedicarsi al proprio benessere psico-fisico. Quando il diritto all’abitazione viene negato, insieme con esso viene meno la garanzia di un esistere quotidiano sostenibile e del completo sviluppo della propria soggettività, così da ledere anche il ruolo sociale dell’individuo, che viene portato inevitabilmente all’esclusione. In questo senso la Repubblica Italiana, nell’articolo 3 della sua Costituzione, sancisce che <<È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>. Mentre a Milano la compravendita degli immobili rimane fissa su cifre tutt’altro che accessibili, gli iscritti in lista d’attesa per l’assegnazione di un alloggio sfiorano quota 22mila e gli sfratti esecutivi per morosità nel 2013 hanno superato la quota 11mila, continuando ad aumentare nel corso del 2014. Di fronte a queste cifre, Aler – ente incaricato di destinare e amministrare le case popolari di Milano – continua sulla scia degli sfratti e della mala gestione degli immobili, anche a causa delle pressioni che incombono sulla città di Milano in vista di Expo 2015. Con tali presupposti, risulta necessario riflettere su come la presunta illegalità della pratica dell’occupazione di abitazioni sfitte rappresenti in realtà una rivendicazione legittima del diritto alla casa – con tutti gli aspetti di soddisfazione e auto affermazione di cui sopra – tanto più dal momento che interessa immobili esistenti ma non utilizzati. Sullo sfondo di questa riflessione si è collocata la performance di sabato mattina (21 giugno 2014) di fronte alla sede Aler di Viale Romagna 26, frutto della collaborazione tra l’artista milanese Sara Marchesi e il C.S.O.A Lambretta, centro sociale con sede in quattro palazzine di proprietà di Aler situate in piazza Ferravilla 11. I ragazzi del collettivo hanno occupato questi immobili più di due anni fa, trasformandoli in uno spazio sociale, aprendo uno studentato e dando ospitalità a diverse famiglie a cui il diritto ad un’abitazione è stato negato. Il centro è ora sotto sgombero e presto questi ragazzi e queste famiglie saranno nuovamente privati di una casa e restituiti ad una situazione di precarietà ed esclusione. L’artista ha dunque deciso di allestire un interno domestico sul marciapiede di fronte all’edificio di Aler, in cui ha ospitato e offerto la colazione ai residenti del centro sociale che presto non avranno più la loro casa, con l’intento di portare il privato nel pubblico, di svelare la dimensione domestica, cioè quell’intimità che viene annullata dalla negazione del diritto alla casa. Si è trattato di un invito nella casa virtuale e collettiva di chi di un’abitazione reale è stato privato (o lo sarà): questo salotto si è così trasformato per tutta la durata della performance nella casa potenziale di chiunque in quel preciso momento ne avesse bisogno, coinvolgendo le persone del quartiere e di passaggio, che sono divenute complici dell’occupazione, condividendo con i performers un momento di vita quotidiana.

Sara Marchesi, C.S.O.A Lambretta e C.A.S.C Lambrate

 

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