Thanks Aler! – #stiamocidentro!
Le condizioni del Lambretta non sono cambiate.
Da Maggio a oggi, lo spazio è sotto sgombero e la situazione è destinata ad aggravarsi.
Per questo, oggi 22 Agosto, la campagna “#thanksaler” ha nuovamente raggiunto gli uffici dell’azienda municipalizzata armata di rulli e vernice.
Il collettivo ha ribadito la volontà di difendere lo spazio che, da avamposto dello spaccio di eroina, è diventato luogo di socialità, scambio culturale e crescita politica.
Contro la gestione scellerata del patrimonio pubblico che ha reso il diritto all’abitare un miraggio e la socialità un privilegio pagato 8 euro a cocktail,
Contro il sistema expo che dietro alla facciata del falso progresso, cementifica e devasta l’ambiente, precarizza il futuro, crea una città vetrina dalle possibilità fittizie,
Il Lambretta è stato e sarà un’alternativa ai modelli che costringono Milano entro
i confini dell’appiattimento sociale, del profitto di palazzinari e società colluse e del soffocamento delle forme di cittadinanza attiva, ma sopratutto dell’autogestione.
#stiamocidentro!
Il Lambretta resisite
Il video dell’azione:
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Molte sono state le azioni messe in campo in quartiere contro la sede centrale di Aler in questi mesi. Eccole:
* La prima azione si riferisce all’importanza dello sport popolare e del benessere fisico delle persone. Il Collettivo, insieme ai frequentatori ed alle frequentatrice della palestra ha inscenato un allenamento dell’Antifa Bull’s Boxe (la palestra del Lambretta) davanti ai cancelli di Aler, per dimostrare che uno spazio che si vuole riportare alle condizioni di abbandono, ospita 3 volte a settimana allenamenti validi e partecipati. Sgomberando il Lambretta, di fatto Aler sgombera la possibilità di praticare attività fisica al di fuori del circuito delle palestre mainstream che spesso presentano prezzi inaccessibili. Lo sport non è business.
* La seconda azione, invece, si propone di mostrare un’altra fondamentale componente dello spazio: il diritto all’abitare e il diritto all’abitare legato al diritto allo studio. Una colazione davanti alla sede di Aler, quindi, perché lo sfratto determina automaticamente una perdita di privacy, in quanto ci si ritrova per strada, e della possibilità di vivere momenti della vita quotidiana considerati normali, ma impossibili per chi è senza casa.
https://milanoinmovimento.com/news-stream/news-colazione-da-aler
https://milanoinmovimento.com/milano/video_colazione-da-aler
*Sempre legata al diritto all’abitare la terza azione, in cui il Collettivo, e principalmente lo studentato, ha di fatto occupato le scale e l’atrio di aler con cuscini e sacchi a pelo. Se avverrà uno sgombero, Aler dovrà farsi carico degli studenti e delle famiglie che abitano gli spazi di via Apollodoro.
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