2 agosto 1980, la strage alla Stazione di Bologna

Per la strage del 2 agosto ’80 recentemente confermato in appello l’ergastolo al neofascista Paolo Bellini.

L’8 luglio 2024 la Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha confermato la condanna all’ergastolo già emessa in primo grado nei confronti dell’ex terrorista nero di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini ritenuto responsabile del massacro alla Stazione di Bologna che il 2 agosto 1980 provocò 85 morti e 200 feriti.

Questo il quadro delle condanne fino ad oggi per quella terribile strage: gli ex NAR Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini condannati in via definitiva. Gilberto Cavallini e Paolo Bellini condannati in appello e in attesa della pronuncia della Cassazione.

Negli ultimi anni le inchieste della magistratura bolognese sembrano aver confermato un perverso intreccio tra i nomi di maggior spicco del terrorismo nero operanti a quell’epoca in Italia e la loggia P2 di Licio Gelli. L’elemento ancora poco chiaro è il movente di un’ecatombe di tali proporzioni. Giova però ricordare che il periodo di fine anni Settanta è quello di maggior pervasività della Loggia Propaganda 2 che in quel momento poteva vantare il controllo occulto del Corriere della Sera. Di lì a pochi mesi tutto inizierà a crollare e nel tra il 1981 e il 1982 ci sarà l’implosione del progetto piduista con la pubblicazione delle liste degli aderenti alla loggia e lo sgretolarsi dell’apparato di potere informativo-economico-bancario su cui si fondava gran parte dell’attrattività di quel progetto.

Il 2 agosto 1980 però tutto questo deve ancora avvenire e sarebbe interessante comprendere quali erano le maggiori partite occulte in corso nel paese sia a livello finanziario che di controllo del mondo dell’informazione.

Il 1980 è un vero e proprio anno spartiacque nella storia d’Italia. Un anno in cui viene versato moltissimo sangue, ma si hanno già le prime avvisaglie di quello che saranno gli anni Ottanta. E’ l’anno in cui la lotta armata di sinistra inizia a subire i primi colpi decisivi col pentimento, da un lato, di Patrizio Peci della colonna torinese delle Brigate Rosse e dall’altro di Roberto Sandalo di Prima Linea. E’ anche l’anno della strage di Ustica con l’abbattimento (tuttora ad opera di sconosciuti) del DC9 Itavia la sera del 27 giugno che provocherà 81 morti. Nell’autunno di quell’anno ci sarà la lotta dei celebri 35 giorni degli operai FIAT contro il piano di ristrutturazione voluto dall’azienda che si concluderà con la Marcia del 40.000 colletti bianchi che sancirà simbolicamente la sconfitta del movimento operaio organizzato italiano nella sua capacità d’incidere sulla società. L’anno si concluderà col terribile terremoto dell’Irpinia del 23 novembre coi sui 3.000 morti e le sue inefficienze nei soccorsi e con il sequestro, da parte delle Brigate Rosse, del giudice Giovanni D’Urso, una vicenda su cui il blocco di potere piduista getterà tutto il suo carico cercando di riproporre un fronte della fermezza in stile caso Moro per spostare a livello ancora più conservatore il quadro politico, ma fallendo.

Ma torniamo al 2 agosto di 44 anni fa.

Alle 10,25 una bomba ad alto potenziale devasta la sala d’aspetto di seconda classe della Stazione Centrale di Bologna facendo crollare un’intera ala del fabbricato e seppellendo sotto le macerie decine di persone. E’ un sabato e quindi la stazione, uno degli snodi ferroviari più importanti d’Italia è piena di passeggeri e turisti in viaggio per la penisola. L’impressione, in un paese già colpito da diversi episodi stragisti, è fortissima. Chiunque si ricorda precisamente cosa stava facendo nel momento in cui fu raggiunto dalla notizia della carneficina nel capoluogo emiliano. Le prime voci che parlano dell’esplosione di una caldaia vengo presto smentita dalla dura realtà.

Così, il GR1 interrompeva le trasmissioni per dare le prime notizie del massacro:

L’eccidio di Bologna è solo una delle tante pagine dei sanguinosi massacri che hanno sconvolto l’Italia in quel periodo. Si va dalla strage di piazza Fontana del 12 dicembre ’69 alle due stradi del 1974: quella di piazza della Loggia a Brescia e del treno Italicus. Si passa per Ustica e Bologna e si finisce con la strage del rapido 904 del dicembre 1984. Se le stragi del primo periodo possono integralmente inscriversi in quella che viene definita strategia della tensione il cui scopo era destabilizzare per stabilizzare e portare a uno spostamento conservatore il paese le successive, pur mantenendo alcune caratteristiche di fondo simili, sembrano essere state ispirate da progettualità più complesse e non univoche.

Come ogni anno da molti decenni, anche quest’anno Bologna ricorderà l’anniversario del 2 agosto 1980 con una manifestazione.

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