25 aprile, la nostra festa, la nostra storia!

In questi anni MilanoInMovimento ha sempre seguito con attenzione la giornata della Festa della Liberazione in tutte le sue articolazioni territoriali dando il via anche all’idea “Cerchiamo corrispondenti da quartieri resistenti”.

Per noi il 25 aprile è ancora una data importante e così lo è per migliaia di persone a Milano e milioni in Italia.

Non staremo a ripetere la necessità di scendere in piazza in questo durissimo 2019 caratterizzato da intolleranza e odio montante, ma anche da evidenti segnali di ripresa e risposta a livello di mobilitazioni di strada.

Se negli ultimi anni, a pochi giorni dalla Festa della Resistenza, MiM ha tradizionalmente proposto una ricostruzione storica che inquadrasse quelle vicende, quest’anno abbiamo deciso di cambiare prospettiva raccontando quelli che per noi sono stati i 25 aprile più significativi degli ultimi venticinque anni.

Nessuna volontà di imporre una lettura storica univoca, del resto, ogni 25 aprile è speciale e importante a modo suo e a livello personale.

Prendetelo come un piccolo divertissement storico…niente di più!

25 aprile 1994

Come non iniziare dall’ormai “leggendario” 25 aprile 1994? Era passato meno di un mese dalle fatidiche elezioni del 27 marzo, le prime della Seconda Repubblica.

L’edizione del Corriere della Sera del 26 aprile 1994

In quell’occasione Silvio Berlusconi, all’epoca potentissimo magnate delle telecomunicazioni e non solo, da poco sceso in politica per contrastare i “comunisti”, aveva sconfitto l’alleanza di centro-sinistra guidata dal PDS di Occhetto, costruendo un’alleanza di destra “a geometria variabile” costruita su un accordo con la Lega di Bossi al Nord e con l’Alleanza Nazionale (ex-Movimento Sociale Italiano) di Fini al Sud. I pariti cardine della Prima Repubblica: Democrazia Cristiana e Partito Socialista erano da poco scomparsi travolti da Tangentopoli e il PCI, dopo un lungo travaglio, aveva cambiato nome subendo anche la scissione di Rifondazione Comunista alla sua sinistra.

La vittoria di Berlusconi aveva gettato nello sconforto il “popolo della sinistra” facendo temere derive autoritarie. L’anticomunismo si era dimostrato ancora una volta un potentissimo collante capace di aggregare fette consistenti di popolazione italiana.

Col senno di poi, si può sicuramente dire che il primo governo Berlusconi era un gigante dai piedi d’argilla che sarebbe caduto nell’autunno dello stesso anno durante un feroce scontro sociale sulle pensioni che avrebbe fatto sfilare la Lega dall’alleanza. Quelle “riforme” neo-liberiste che Berlusconi non sarebbe riuscito ad attuare sarebbero state realizzate con molta più efficienza dai cosiddetti governi tecnici e dal centro-sinistra di Prodi (come dimenticare la riforma delle pensioni Dini, il pacchetto Treu sulla “liberalizzazione” del mercato del lavoro, le privatizzazioni…). Ma questa è un’altra storia… Il berlusconismo avrebbe però portato a una svolta la società italiana, influenzandola profondamente da tutti i punti di vista.

Il 25 aprile ’94, sotto un diluvio incessante, Milano si era riempita di 300.000 persone seguendo l’appello lanciato dal Manifesto. Un vero oceano umano partito da tre diversi concentramenti. Era la Milano del sindaco leghista Formentini eletto appena l’anno prima, ma era anche la Milano del Leoncavallo e di Rifondazione Comunista, secondo partito in città con l’11,5%.

Una piazza, quella di quel giorno, entrata nella mitologia dell’immaginario di sinistra della nostra città e ricordata anche in un libro di Nanni Balestrini: “Liberamilano”.

25 aprile 1998

Al governo nazionale c’è Romano Prodi con l’alleanza di centro-sinistra dell’Ulivo, ma la metropoli di Milano è ancora saldamente in mano al centro-destra. Alla comunali del ’97, infatti, Gabriele Albertini (che sarebbe stato sindaco per due mandati) aveva sconfitto abbastanza nettamente il candidato del centro-sinistra Aldo Fumagalli.

Iniziavano con la giunta Albertini i primi passi di politica securitaria e “law&order”, che prendevano spunto dall’allora muscolare sindaco di New York, il repubblicano Giuliani, famoso per la sua politica di tolleranza zero.

Le prime vittime di questa politica furono il parco delle Basiliche e il Sempione, che vennero chiusi da cancellate e controllati con telecamere mentre fino a quel momento erano stati completamente aperti, diventando polo di attrazione delle varie tribù giovanili che attraversavano Milano in quel periodo.

La brillante risposta dei centri sociali milanesi in quell’aprile ’98, spinta dal neonato Deposito Bulk, fu l’occupazione del parco Sempione con tanto di cancellata tagliata con il flessibile.

25 aprile 1999

Al governo non c’è più Prodi, ma Massimo D’Alema.

E sono i tempi delle “guerre umanitarie”, una delle tante sciagurate idee propinate dalla sinistra innamoratasi del liberismo negli anni ’90.

Si bombarda per difendere i diritti umani e portare la democrazia. La vittima in quel caso è la Yugoslavia, accusata di perpetrare un vero e proprio genocidio contro la minoranza kosovara vogliosa di indipendenza. Del resto, per tutti gli anni ’90, l’idea dei serbi come i “cattivi” dei Balcani ha accompagnato la narrazione ufficiale.

Le bombe su Belgrado iniziano a cadere a fine marzo e nel campo della sinistra si creano durissime spaccature.

Sta di fatto che già il 24 aprile un corteo studentesco organizzato dalla RASC bersaglia il Consolato americano di Milano. Il giorno dopo diverse migliaia di persone si staccano dal corteo ufficiale e, passando da via Moscova dove verrà bruciato il tricolore esposto fuori dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, raggiungeranno nuovamente Largo Donegani bersagliando per una seconda volta la sede diplomatica yankee.

Al Consolato USA contro i bombardamenti sulla Yugoslavia nel 1999

25 aprile 2001

Un 25 aprile molto nervoso quello del 2001.

Mancano pochissimi giorni alle elezioni che manderanno al potere per la secondo volta Berlusconi.

È passato poco più di un mese dalla repressione al No Global Forum di Napoli e mancano tre mesi alle giornate del G8 di Genova che entreranno nella storia.

La giornata inizia con un presidio antifascista in piazzale Loreto, dove i fascisti hanno spavaldamente annunciato la volontà di portare dei fiori per omaggiare Mussolini. E puntualmente un gruppo di fascisti si presenta in piazza venendo cacciato senza troppo complimenti. Per quella vicenda, a settembre dello stesso anno, tra antifascisti verranno arrestati avviando una vasta campagna di solidarietà nei loro confronti.

Il corteo sfila tranquillo con una grande partecipazione, ma la giornata non è finita.

Nel tardo pomeriggio, un tram che stava trasportando degli antifascisti sotto San Vittore per un presidio viene assaltato all’altezza del Carrobbio da un gruppo di nazisti con tanto di lame alla mano. La reazione è molto dura e il gruppo di teste rasate viene messo in fuga.

Il Corriere di Milano dopo il 25 aprile 2001

25 aprile 2004

È passato poco più di un anno dall’omicidio a coltellate di Davide “Dax” Cesare e dal ferimento di due suoi compagni: Alex e Fabio a opera di una famiglia di fascisti del quartiere Ticinese.

A pochi giorni dal primo anniversario dell’omicidio che ha visto scendere in piazza migliaia di antifasciste e antifascisti ed è terminato con l’occupazione di “CasaDax” in viale Umbria, un’occupazione sgomberata dopo pochi giorni con un blitz delle Forze dell’Ordine, 4 antifascisti vengono arrestati con la surreale accusa di aver rapinato alcuni aderenti di Forza Nuova che si erano casualmente venuti a trovare su un treno speciale che stava portando gli attivisti milanesi a Genova per una manifestazione antifascista organizzata dal centro sociale Pinelli.

Da Milano, gli arrestati, militanti del centro sociale ORSo e Malamanera, vengono trasferiti in carcere a Genova.

La risposta solidale è immediata con la campagna “Free the Four” e si organizza ai primi di aprile un corteo nella città ligure che vedrà la partecipazione di centinaia di attivisti partiti da Milano.

Anche il 25 aprile di quell’anno è caratterizzato dalla richiesta di libertà per i quattro antifascisti in carcere con pesanti momenti di tensione sotto il Consolato americano.

Le Forze dell’Ordine pronte per la carica al Consolato USA il 25 aprile 2004

25 aprile 2006

Un altro 25 aprile caratterizzato fortemente dalla tematica antifascista.

Il movimento è reduce dagli scontri di corso Buenos Aires dell’11 marzo. Scontri nati dalla volontà di impedire la sfilata in città di un corteo dei neo-fascisti della Fiamma Tricolore a pochi giorni dall’anniversario della morte di Dax. Ancora una volta si è in piena campagna elettorale per le elezioni che porteranno a un sostanziale pareggio tra l’Unione capeggiata da Romano Prodi e il centro-destra guidato dall’onnipresente Berlusconi, capace di un incredibile recupero negli ultimi giorni di campagna dopo l’impopolarità cui l’avevano condannato i precedenti cinque anni di governo.

Gli scontri sono duri e a seguito di una violenta carica che, di fatto, chiude il corteo in una tenaglia dando il via a una sistematica caccia all’uomo, vengono fermate decine e decine di persone di cui più di venti verranno tenute in carcerazione preventiva tra San Vittore e Bollate in attesa del processo che inizierà a luglio di quell’anno. Il reato contestato agli arrestati è pesantissimo: devastazione e saccheggio.

Nei giorni e mesi successivi, il clima a Milano è molto pesante e costruire una campagna di solidarietà risulta estremamente complicato: nonostante ciò il movimento si organizza e lo stesso 25 aprile si caratterizza per una potente richiesta di libertà per gli antifascisti e le antifasciste detenute.

Dopo un presidio in San Babila con decine di sagome di cartone che rappresentano gli arrestati e che riscuotono simpatia e solidarietà da una fetta consistente del corteo, il movimento si sposta sotto San Vittore per portare tutta la propria solidarietà.

Le sagome rappresentanti gli antifascisti detenuti dopo i fatti dell’11 marzo 2006 in San Babila al passaggio del corteo del 25 aprile dello stesso anno

25 aprile 2008

È la “prima volta” di Partigiani in Ogni Quartiere, che organizza un’intera giornata di iniziative davanti a Cascina Torchiera con un concerto serale che coinvolgerà migliaia di persone. L’imponente servizio d’ordine messo in piedi per l’occasione dal movimento respingerà le svariate provocazioni fasciste della giornata.

In realtà l’idea di POQ (quella di portare l’antifascismo e il 25 aprile nelle periferie della metropoli) aveva preso vita l’anno precedente quando, a pochi giorni dal 25 aprile, era prevista l’apertura di Cuore Nero, una sede fascista a pochissime decine di metri dalla Cascina.

Cuore Nero viene completamente distrutto dalle fiamme a metà aprile 2007 e l’arcipelago di estrema-destra organizza un’iniziativa di protesta proprio davanti a Torchiera. La reazione del movimento è immediata e per tutta la giornata la zona è presidiata da migliaia di antifascisti.

Da lì la nascita di POQ che si concretizzerà l’aprile seguente. Sempre nel settembre del 2008 una grossa mobilitazione antifascista contrasterà la volontà di aprire un nuovo Cuore Nero in via Pareto, sempre a poche centinaia di metri da Torchiera.

Partigiani in Ogni Quartiere in Torchiera il 25 aprile 2008

25 aprile 2012

È una Festa della Liberazione all’insegna del NoTAV quella del 2012.

Sì, perché il 26 gennaio dello stesso anno la Procura di Torino lancia una mastodontica operazione repressiva in tutta Italia che porta all’arresto di 26 persone in tutta la penisola, cui vanno sommate decine di indagati.

Gli arresti sono relativi alla resistenza opposta dalla Libera Repubblica della Maddalena tra fine giugno e i primi di luglio 2011, alla vera e propria operazione militare messa in campo dallo Stato per riappropriarsi dei terreni dove sarebbe dovuto sorgere lo scavo del TAV Torino-Lione (e che a otto anni dai fatti fatica ancora a decollare…).

In quei giorni migliaia e migliaia di persone si sono opposte alla violenza delle Forze dell’Ordine e al progetto di un’opera considerata inutile e che avrebbe devastato l’intera vallata.

In quei mesi, quindi, il movimento si concentra su una campagna per la liberazione degli arrestati che sono sparsi nelle carceri di tutta Italia.

A Milano, sin dal pomeriggio degli arresti si susseguono blocchi e cortei, tra cui quello del 18 febbraio.

L’idea per il 25 aprile milanese è quella di portare le parole d’ordine NoTAV fino a piazza Duomo cercando di allargare il più possibile la solidarietà di popolo verso gli arrestati e il movimento in Val di Susa.

Il tutto riesce e per tutte la durata dei comizi ufficiali sul sagrato di piazza Duomo campeggerà lo striscione “L’ANPI siamo (anche) noi!” in aperta polemica con le posizioni ufficiali dell’ANPI (ma non di molti suoi circoli) di condanna delle “violenze” dei NoTAV.

Striscione in solidarietà coi NOTAV arrestati il 25 aprile 2012

25 aprile 2017

Probabilmente uno dei punti più bassi raggiunti dal 25 aprile degli ultimi anni.

Il Partito Democratico renziano, al governo e da poco reduce dalla batosta referendaria del dicembre 2016 sulla riforma costituzionale, probabilmente a corto di idee, mette in campo la genialata di mutare il colore della festa da rosso a blu… Un blu che rappresenti l’Unione Europea che in molti si chiedono cosa c’entri con la Resistenza e la Liberazione.

Il Partito Democratico e i suoi militanti vengono ovviamente spernacchiati e contestati lungo tutto il corteo, anche perché la resposabilità del Ministro dell’Interno Minniti sulla stretta repressiva soprattutto per quanto riguarda i flussi migratori è già chiaro in quei giorni.

I militanti del PD, incuranti del ridicolo, esporranno durante il percorso del corteo alcuni cartelli improponibili e sin dalla prima serata verranno demoliti e blastati all’unisiono sui social, tanto da dover batter in pronta e ingloriosa ritirata…

L’iniziativa “europeista” del PD blastata sui social il 25 aprile 2017

Il Partito Democratico, ancora per un anno continuerà la sua parabola imbarazzante fino alla nuova batosta elettorale del marzo 2018 con il suo minimo storico dalle politiche del 1992…

Nonostante i tentativi di rifarsi una verginità degli ultimi mesi noi non dimentichiamo!

Da ricordare anche il fatto che, negli ultimi anni, le numerose provocazioni di Forza Nuova (a cui è gentilmente concessa da ALER una sede in via Palmieri) in zona Sud il giorno della Liberazione hanno sempre avuto una pronta risposta da parte degli antifascisti di zona.

Anche quest’anno MiM sarà in piazza dalla mattina a documentare la giornata.

Un buon 25 aprile a tutti!

* in copertina piazza Duomo gremita sotto il diluvio il 25 aprile 1994.

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