Be furious with us! Molto più di 194

Manifestazione internazionale per il diritto all’aborto libero, sicuro, gratuito.

Nella giornata internazionale per l’Europa aborto libero, sicuro e garantito, Nudm lancia una mobilitazione a livello nazionale e su tutti i territori.

A Milano lo ha fatto con una manifestazione corposa, compatta e numerosa. 5mila le persone in piazza.
Il messaggio è di Resistenza. Una Resistenza tenace, costante, incessante e determinata che dalla nascita del Movimento ad oggi non si è mai fermata davanti a niente, e che da oggi continuerà ancora più agguerrita, perché, come è stato ribadito negli interventi “non è mai stata questione di una donna. Giorgia Meloni è espressione del peggior patriarcato”.
A dire questo un “El violador eres tú” statico, con il dito puntato verso la Prefettura, perché i nostri governi e soprattutto questo governo sono sempre pronti a minare i nostri diritti e soprattutto quelli di autodeterminazione.

La manifestazione è partita dal Pirellone, sede della vecchia Regione, scelto per tracciare un filo di continuità tra il vecchio palazzo e il nuovo, luogo dell’azione tenutasi sabato 24 settembre, perché la vecchia politica sulla sanità targata Lega e CL, una politica di privatizzazioni e gestione catto-fascista persevera oggi con la direzione Moratti.

La partenza del corteo di ieri.

Un corteo transgenerazionale: moltissim* giovani hanno sfilato accanto a universitari*, trenta-qurantenni e persone oltre i 60.
Questo dimostra che il diritto all’aborto libero, gratuito e sicuro è una delle basi per garantire la nostra autodeterminazione è un sentimento condiviso e collettivo.
Il percorso è passato dentro il cuore della città e ha toccato punti simbolici sensibili dove non sono mancate azioni e prese di parola.
Dal Consolato americano in cui uno striscione “If abortions aren’t safe, neither are you” è stato sollevato mentre riecheggiavano le parole del collettivo femminista Jane’s Revenge, alla succursale del Ministero dell’Economia a Milano in cui si è ribadito che la povertà non è una colpa, ma lo sono le politiche capitaliste-liberali di sciacallaggio per salvare un sistema in crisi strutturale e che oggi non hanno soluzioni diverse con un’inflazione dell’8%.

È stato anche un corteo di solidarietà internazionale.
Ad intervenire le compagne della Striscia di Gaza che lottano ogni giorno contro il patriarcato colonialista dell’occupazione israeliana e il patriarcato interno alla comunità d’appartenenza; una compagna afghana dell’associazione Rawa, che ha denunciano la situazione di oppressione delle donne afghane, mai cessata nemmeno quando il territorio era occupato dagli Stati Uniti e maggiormente grave ora sotto il governo talebano e de* compagn* iranian* che raccontano la rivolta ancora in atto dall’uccisione di una donna ventiduenne arrestata con l’accusa di non aver indossato l’ hijab in maniera appropriata e ammazzata nei locali della Questura.

Il corteo sfila nel centro della metropoli.

E ancora han preso parola donne colpite dall’alienazione parentale, donne che hanno combattuto per avere il diritto all’aborto, donne psicologhe: la Brigata Basaglia ha sottolineato che è ora di cambiare la narrazione sull’ IVG. Una narrazione paternalista e moralista che parla di aborto come dramma e trauma da superare mentre le storie di vita sono molteplici e plurali, l’aborto non è una tragedia per tutt*, per molt* non lo è, ma sicuramente è un diritto di scelta che va garantito.

“Siamo Furios*” , una delle parole d’ordine di questa mobilitazione. Volti dipinti di fucsia, nero, viola: “alla guerra che hanno scatenato contro i nostri corpi rispondiamo con un grido che cesserà quando nessuna persona sarà oppressa per genere, orientamento sessuale, origine, colore della pelle, abilità e classe sociale”.

Il corteo si è concluso in prossimità dell’ospedale Policlinico e della clinica Mangiagalli, luogo scelto dai movimenti no choice (erroneamente definiti pro-vita) per fare preghiere e vari rituali volti a mortificare e colpevolizzare le* donne* che lì si recano per abortire.
È stato scritto sull’asfalto “non sei sol*”, perché l’aborto è una scelta di vita, è diritto all’esistenza, un diritto che il moralismo catto-fascista continua a ostacolare, se non impedire, con l’obiezione di coscienza, quasi all’80% nel nostro paese con picchi del 100% in alcune regioni.
In un paese dove la forza governo parla di aborto come “uccisione di una vita inerme” e per cui “l’applicazione piena della 194 significa far entrare i movimenti no choice in tutti gli ospedali”, sappiamo che non basta la tutela della 194, vogliamo molto di più.

“Non sai sola”, la scritta tracciata sull’asfalto a pochi metri da Policlinico e Mangiagalli.

Vogliamo reddito di autodeterminazione e universale, consultori di zona, contraccezione gratuita fino al raggiungimento dell’indipendenza economica (almeno), educazione sessuale non binaria, apertura dei confini (perché i discorsi sulla natalità riguardano solo persone bianche, europee e cristiane), pluralità del concetto di famiglia e misure a sostegno delle persone singole e non solo della famiglia tradizionale, lotta alla omolesbobitransfobia, sanità pubblica gratuita non binaria per tutt*.

Ai nostri posti rimarremo e se li lasceremo sarà solo per portare il nostro grido ovunque.
#befuriouswithus
#moltopiudi194

Vale T

* foto di Barbara Raimondi

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