Milano – Il corteo per Piazza Fontana

15492039_940706439396620_2746614528219551313_nIeri un migliaio di persone hanno sfilato a Milano per ricordare la strage di Piazza Fontana del 12 Dicembre 1969. Quel giorno, una bomba esplose nella Banca Nazionale dell’Agricoltura causando la morte di 17 persone e il ferimento di 88.

La strage di 47 anni fa fu l’avvio della strategia della tensione che si dipanò per tutti gli anni ’70. “Destabilizzare per stabilizzare”, così potrebbe essere riassunta la strategia degli apparati di potere di quegli anni. Una serie di stragi tra le quali quella di Piazza della Loggia a Brescia e quella del treno Italicus con lo scopo di porre un freno alle lotte, normalizzare e “responsabilizzare” il più grande partito comunista dell’Europa occidentale e rafforzare il blocco di potere.

La colpa del massacro del 12 Dicembre fu immediatamente buttata sulle spalle dei movimenti anarchici dai vari apparati dello Stato. Giuseppe Pinelli, trattenuto illegalmente, morì precipitando dal quarto piano della Questura di Milano. Pietro Valpreda fu riconosciuto innocente dopo un lunghissimo calvario.

Per quella strage sono stati ritenuti responsabili (anche se non più processabili perché già assolti in via definitiva negli anni ’80) i neofascisti veneti di Ordine Nuovo Freda e Ventura.

Ieri un corteo quindi. C’è una parte della città che, nonostante lo scorrere del tempo, non dimentica.

La manifestazione è partita da Piazza Fontana e si è conclusa in Piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino.

Un corteo declinato anche all’oggi, con un passaggio sotto il Consolato Turco dove è stata contestata la politica sempre più autoritaria del governo Erdogan con gli arresti dei deputati del partito laico, filo-turco e di sinistra HDP, la guerra nel Sud-Ovest del paese contro la minoranza curda e l’intervento in Siria in funzione anti-turca.

Triste il fatto che la manifestazione si sia svolta nello stesso giorno in cui il murales antifascista di Niguarda dedicato alla partigiana Lia è stato deturpato da simboli neofascisti per l’ennesima volta.

 

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