No Expo oltre l’Expogate: proseguono le iniziative

 

10257351_236499056538660_5909329169507784438_oA soli due giorni dall’EXPOGATE giudiziario che ha portato a sette misure di custodia cautelare lo scorso otto Maggio, sabato scorso si è tenuta – in sordina, senza Sindaco e senza Presidente della Regione – l’inaugurazione dell’ Expo Gate di via Beltrami.

Nel momento in cui l’operato della magistratura sembrerebbe confermare i processi non trasparenti legati al grande evento i  movimenti di lotta contro EXPO e contro la Via d’Acqua non si sono certo fermati ad aspettare passivamente.

La politica, al contrario, sembra proseguire imperterrita per la sua strada. Prima, con un accordo tra Expo Spa e Prefettura, ha alzato il valore minimo degli appalti su cui occorrono le verifiche antimafia rendendo i controlli oggettivamente più difficili. Come a dire che il ritardo nei cantieri giustifica ogni nefandezza… Ora, a seguito dell’operazione giudiziaria parla di “mele marce” dentro Expo, non mette in discussione neppure le opere coinvolte dall’inchiesta ed anzi rilancia la necessità di proseguire con i lavori, come se nulla fosse.

Tangenti, infiltrazioni malavitose, grandi speculazioni, spartizioni di interessi privati sembrano essere diventate parti strutturali della logica del grande evento. Il ripetersi ciclico delle inchieste con la scoperta di sempre nuove “mele marce” ed il relativo corredo di scuse da propinare all’opinione pubblica stanno lì a dimostrarlo.

Di fronte all’ennesima prova di malaffare l’asse politica-magistratura invece che bloccare i lavori incriminati (come la famigerata Via d’Acqua, opera che è tornata al suo progetto originario sembrerebbe proprio a causa delle volontà di arricchimento di Maltauro e di altri inquisiti che hanno operato grosse pressioni, a quanto pare assecondate, sulla Regione Lombardia), e mettere in discussione ciò che gravita attorno ad Expo usa l’inchiesta come “foglia di fico” per garantire trasparenza all’intera operazione Expo 2015. Come a dire che il problema sono i singoli soggetti non tutto l’architrave che regge il faraonico progetto.

Troppo semplice provare ad auto-assolversi, troppo facile trovare una nuova giustificazione.

Lo scandalo EXPOGATE mette in luce una modalità di gestione e di governance. L’idea di lucrare e generare potere attraverso opere pubbliche, è un pezzo di Expo, è un pezzo delle grandi opere, è una parte sostanziale del potere nel nostro paese, potere che governa, assieme alle altre volontà speculative, la politica e sovrasta le volontà popolari.

Dicevamo però che i movimenti di opposizione non sono rimasti a guardare.

Sabato 10 diversi attivisti hanno “sporcato” visivamente la pseudo-festa di apertura degli Expo Gate muovendosi in corteo tra via Beltrami e piazza Cairoli con striscioni, volantini, e cartelli appesi al collo. Nessuna tensione propagandabile da forze dell’ordine e polizia. Un’incursione silenziosa e potente.

Invece domenica al parco delle Cave di Baggio il movimento No Canal ha organizzato un pic nic che ha permesso di distribuire migliaia di volantini ai cittadini che attraversando il parco e che non erano a conoscenza dell’arrogante decisione di EXPO di realizzare il canale inutile, dannoso e costoso. Al termine del Pic Nic si è svolta un’assemblea pubblica, sempre al parco.

L’assemblea ha rilanciato la necessità di continuare la mobilitazione ribadendo che vista l’inutilità collettiva del canale, il suo costo, la sua dannossità e visto che l’opera è all’interno dell’EXPOGATE non ci possono più essere giustificazione e quindi l’unica soluzione possibile è NON FARE IL CANALE.

Le lotte non si delegano alla politica e per questo si è deciso di convocarsi in presidio martedì 13 Maggio dalle ore 07.00 al parco Pertini, luogo dove da informazioni ufficiali operai dovrebbe svolgere movimenti terra volti a ripristinare il parco ma potrebbero essere una scusa per riprendere i lavori.

Dopo martedì i prossimi appuntamenti saranno la partecipazione al corteo nazionale per i Beni Comuni di sabato 17 Maggio a Roma, e domenica 18 Maggio al Parco di Trenno con la volontà di coprire autonomamente gli scavi iniziati dalla ditta Maltauro, vicino al cimitero inglese, a Novembre”.

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