Migranti, sgombero a Ventimiglia

Il 30 maggio 2023 tutte le forze armate della città hanno invaso lo spazio sotto il ponte in via Tenda, sgomberando le persone che qua trovano riparo, dormono, provano a costruire una quotidianità all’interno del limbo violento e deumanizzante che la frontiera le costringe a vivere.

Il primo giorno del mandato del nuovo sindaco si è aperto con le camionette della Polizia e dei Carabinieri a intimidire lə solidali presenti mentre uomini in divisa costringevano le persone a raccogliere frettolosamente pochi effetti personali, prima di lasciare che le ruspe distruggessero quello spazio che, tra mille criticità e difficoltà, per qualcunə significa riparo, che qualcunə usava come casa. 11 persone sono state trattenute per tutta la mattina nelle adiacenti strutture della protezione civile.

Questa operazione segna un’evoluzione degli strumenti con cui la frontiera riproduce discriminazioni in cittá. Lo sgombero del ponte apre una nuova fase repressiva che criminalizza sempre di più le persone in movimento, sancita con l’ordinanza anti-bivacco emanata dal Prefetto De Lucia, che prevede il DASPO per chi si accampa, e l´arresto per chi lo viola.

La frontiera è più viva che mai e tenta di insinuarsi con violenza e prevaricazione, di rendere lo spazio e il tempo prigione, di non lasciare respiro.

Oggi non è un buon giorno, perché nascondendosi dietro la retorica della “pulizia” e del decoro il sindaco si permette di montare uno show, di guardare con soddisfazione le ruspe che distruggono, spalleggiato dalla prepotenza di un imponente apparato militare, che soddisfatto reprime i nostri tentativi di protesta.

Quanti soldi costano queste continue operazioni? Sperare che le persone scompaiano é miope e bugiardo, perché nell´auto organizzazione la gente troverá sempre un modo di vivere.

Di fronte all’infopoint solidale Upupa avanza il fascismo brutale della frontiera, ma noi non gli lasceremo altro spazio. Oggi Upupa è aperto come tutti i giorni, oggi Upupa è come tutti i giorni uno spazio sicuro dove raccogliere le energie, cantare insieme, mostrare di essere viv*, di voler ribattere alla violenza strutturale delle istituzioni e delle frontiere.

Ancora una volta e per sempre, che brucino tutte le frontiere.

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