“Non calcolateci!” – Incomputabile di Alexander Galloway

In vista dalla presentazione di questa sera del libro Incomputabile di Alexander Galloway organizzata da Nina alla libreria Les Mots riprendiamo l’intervento di presentazione della serata trasmesso da Radio Onda d’Urto pochi giorni fa.

Ciascuno di noi ha in tasca uno smartphone, su questo smartphone ci sono decine di app se facciamo il tracking statico di queste app ad esempio ecco Vinted…lo faccio in diretta mentre vi parlo…scopriamo che ci sono installati quattordici codici di firma e quindi dei tracker che comunicano ad esempio con Amazon ads, Facebook ads, Google admob ecc. ecc. E scopriamo che la app ha ben 25 permessi e perciò accede alla geolocalizzazione, alla nostra telecamera, può leggere e scrivere nell’external storage e così via.

Questo è il capitalismo delle piattaforme: un sistema capillare di raccolta dati, che abbiamo autorizzato quasi a nostra insaputa, che ha come obiettivo di monetizzare qualsiasi nostra attività online, soprattutto quella che ci sembra più ludica e evasiva dalla routine lavorativa.

Un vecchio sogno che per i capitalisti moderni è diventato realtà: riuscire a mettere a lavoro le eccedenze, i lati creativi delle persone, mappare i desideri per commercializzarli.

Incomputabile di Alexander Galloway è un libro fondamentale. Per questo è il primo libro che presentiamo nel secondo ciclo di incontri di Nina (ed è diventato un po’ il libro mantra di alcuni). È fondamentale perché ci dice che l’intelligenza artificiale generativa non arriva dal nulla. C’è dietro la lunga storia della automazione: dal telaio di Jacquard alla macchina di Babbage. Un lungo processo che ha, come prodotto ultimo, l’intelligenza artificiale generativa che si è costituita in forma sempre più compiuta come idea, infrastruttura, industria, come capitale organizzato.

A reggere il gioco è un insieme talmente ampio di strutture politiche, sociali e fisiche, di investimenti necessari a istruirla da parte di grandi poteri (come le big tech ma non solo), che pensare di avere di fronte una tecnica computazionale oggettiva è, cerco di essere educato…un pochino naïf.

L’intelligenza artificiale generativa è una forma di esercizio del potere e come a tale ci rapportiamo.

Come Nina nel flyer della serata abbiamo scritto che in un mondo dove tutto è monetizzato noi crediamo al valore (ma pure al calore dai) delle relazioni.

Questa è la nostra strada, questa è la nostra battaglia.

Questi i nostri alleati nella prossima iniziativa: Arianna Mainardi ricercatrice in sociologia dei processi culturali a Bergamo e da venticinque anni una delle più lucide e lungimiranti attiviste sulla piazza milanese, a lei chiederemo principalmente di parlarci dell’incomputabile (ma con un occhio al computabile) e Andrea Benedetti – ricercatore in data e information al politecnico di Milano – a cui chiederemo di parlarci principalmente del computabile (ma con un occhio all’incomputabile). Il tutto moderato dal nostro Marco Liberatore, fondatore di Nina, colonna portante di Ippolita, curatore della collana culture radicali per cui il libro è uscito e discreta rock star della scena culturale milanese.

Ora che ci penso c’è anche un libro di Ippolita appena uscito, mi viene in mente, verso cui si andrà in parte a parare credo che parla di hacking del sé e di come sottrarsi al capitalismo della sorveglianza.

Abbiamo scritto che crediamo al calore/valore delle relazioni, abbiamo scritto anche “non calcolateci” che poi, se vogliamo chiudere con una battuta cazzara, è il sortire collettivo di “non mi calcoli”

A questo punto mancare è come ghostarci no?

Giovedì 21 Novembre ore 18:45 alla libreria Les Mots. Las Ninas strikes again.

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