Rider, Just Eat fa sul serio: «Assumeremo tutti in Italia»
Finora era un annuncio di buoni propositi. Da ieri è un impegno davanti a union e sindacati: Just Eat sarà la prima azienda ad assumere i propri ciclofattorini come dipendenti ai sensi di un contratto nazionale. Una svolta totale a pochi mesi dall’entrata in vigore del contratto pirata e capestro fra Assodelivery e Ugl che invece manteneva i rider a cottimo e come lavoratori autonomi.
Certo, il processo sarà graduale e – come tutte le aziende – Just Eat ha sottolineato come parola chiave sia «flessibilità». Resta il fatto che siamo davanti ad una pietra miliare nel mercato del lavoro e nella lotta alla precarietà.
Che JustEat faccia sul serio è confermato dall’«attenzione all’immagine» che il gigante olandese takeaway.com ha come mantra e che si tramuta in un uso anche strumentale del rispetto dei diritti e delle tutele dei propri dipendenti. In più Just Eat sta semplicemente applicando all’Italia un modello – chiamato Scoober – già utilizzato «in 12 paesi e 140 città». Applicarlo però nell’Italia considerata a torto la patria delle rigidità contrattuali non era affatto scontato.
Per farlo il Global director operations del gruppo Just Eat takeaway.com, l’olandese Mark Deymer, che ieri pomeriggio ha incontrato in videoconferenza Cgil, Cisl e Uil e la rete nazionale Rider X i Diritti ha annunciato che l’azienda sta «procedendo ad un benchmark dei contratti nazionali esistenti» per scegliere quale applicare rispettando minimi tabellari e tutele previste.
Da questo punto di vista tutti i sindacati si sono detti disponibili a ragionare «della flessibilità che il comparto oggettivamente ha rispetto a orari e picchi di necessità nel corso della giornata e dei periodi», come spiega Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil che come gli altri confederali di Cisl e Uil giudica «positivo il confronto». La trattativa vera e propria dovrebbe partire a inizio 2021 e tradursi in una assunzione dei rider JustEat entro l’anno. «Sarà necessario capire avviare subito un confronto su applicazione del contratto e modelli di organizzazione del lavoro, affinché – conclude Scacchetti – possano rispondere positivamente alle giuste aspettative di tanti lavoratori».
«Al momento non troviamo un contratto nazionale di riferimento completamente adeguato – ha spiegato Deumer – Continueremo ad approfondire senza escludere nessuna opzione» (i confederali preferirebbero la Logistica, ndr.), ribadendo però di voler «dare massima tutela ai nostri dipendenti e condizioni di assunzione eque, favorevoli ad applicare tutte le tutele previste ma con regole costruire intorno al nostro modello, mantenendo la flessibilità».
Ad oggi le città su cui Just Eat punta per applicare il nuovo modello sono 23 tra cui Roma, Milano, Bologna e Firenze dove ci saranno «hub nel cuore della città dove i rider potranno ritirare e utilizzare mezzi totalmente sostenibili di Just Eat, e strumenti per le consegne». Più penalizzati invece i rider «delle zone meno centrali e città minori» che «opereranno con mezzi propri e senza recarsi all’hub, ottimizzando tempi e costi di consegna», col cosiddetto modello «remoto».
Per la rete nazionale Rider x i diritti «si è parlato dell’assunzione di 3.000 fattorini in Italia, è stato dichiarato che la paga oraria sarà introdotta permettendo il superamento del cottimo così come tutte le tutele (indennità meteorologica festiva, notturna, assicurazione, ferie, malattia, permessi/congedi, Tfr) e la disponibilità da parte loro a contrattare con i rappresentanti dei lavoratori e i sindacati il nuovo contratto».
Già a novembre JustEat aveva annunciato di uscire da Assodelivery, l’associazione di impresa guidata da Matteo Sarzana di Deliveroo che aveva sottoscritto a sorpresa il contratto con Ugl mentre al ministero si discuteva di un contratto nazionale e a pochi giorni dall’entrata in vigore dell’aumento del salario previsto dalla legge.
Il contratto-pirata ora viene applicato dalle altre piattaforme – Glovo, Uber – migliorandolo perché ritenuto da tutti con garanzie e salario troppo basso.
Anche grazie alle tante cause penali e del lavoro depositate contro la sua applicazione, la svolta di Just Eat potrebbe portare alla messa in soffitta del contratto Assodelivery-Ugl, inviso alla ministra Nunzia Catalfo.
di Massimo Franchi
da il Manifesto del 18 dicembre 2020
Tag:
assodelivery contratto bidone contratto nazionale cottimo diritti just eat lotte piattaforme precarietà rider sfruttamento trattativa ugl