Capitalismo contro capitalismo

Recensione di “Capitalismo contro capitalismo. La sfida che deciderà il nostro futuro” di Branko Milanovic (Laterza).

Nel XXI secolo il capitalismo domina il mondo e questa struttura globale di economia e politica é divisa tra un sistema di tipo liberale al cui centro restano Stati Uniti ed Europa e un sistema politico che ha come perno la Cina e la Russia.

L’Asia con la crescita prolungata della Cina ha impresso un lento riequilibrio del potere mondiale; la supremazia dell’Occidente sul resto del pianeta, che dura da due secoli, é messa alla prova da vari processi disgreganti: la deindustrializzazione e la conseguente perdita dei posti di lavoro, il calo della mobilità intergenerazionale che svilisce le aspettative dei giovani, la polarizzazione estrema tra i ricchi e il resto della popolazione.

É sbagliato pensare che tutti i cittadini nei paesi liberali siano eguali perché aventi tutti il diritto di voto. I ricchi esercitano nella politica un’influenza pari al peso della loro ricchezza e ai poveri non resta molto. Più che democrazie la maggior parte degli Stati dovrebbero essere definiti delle oligarchie. Il potere dei ricchi si esercita attraverso il finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali, la proprietà di imprese, giornali e dei grandi media. L’alto costo della istruzione privata, che é in costante crescita, non permette alle famiglie del ceto medio di potervi iscrivere i propri figli. Le scuole migliori sono aperte ai figli dei ricchi e quelle mediocri sono aperte a tutti. I ricchi sbaragliano sempre la concorrenza; in economia, in politica e nel campo dell’istruzione.

In Cina, dove vige il capitalismo politico, si nota una disuguaglianza marcata tra le zone rurali e le aree urbane soprattutto costiere. La transizione cinese alla disparità é stata molto rapida e la differenza di ricchezza tra i ricchi ed i poveri é paragonabile a quella degli Stati Uniti. La nuova classe dei capitalisti comprende proprietari di aziende, professionisti e burocrati. Il loro peso politico rimane comunque scarso rispetto a quello del Partito Comunista e dello Stato. Un fenomeno in crescita é la corruzione che ha raggiunto livelli straordinari, tanto da obbligare il Partito Comunista ad adottare strumenti di repressione più severi fino alla fucilazione. La corruzione, a livello amministrativo di contea e di provincia, aggrava tutte le disuguaglianze sociali.

La mobilità del lavoro e quella dei capitali é una caratteristica peculiare del mondo globalizzato; i capitali si spostano dove la rendita é maggiore, le persone sono attratte dai paesi che offrono redditi più alti e migliori condizioni di vita. In questo contesto diventa più acceso il conflitto tra lo stato sociale legato alla cittadinanza e la circolazione transnazionale dei lavoratori. Concedere a tutti e in maniera completa la cittadinanza metterebbe in crisi l’attuale sistema dello stato sociale. Il capitalismo ipercommercializzato governa il mondo e non ci sono concorrenti all’orizzonte. L’alternativa reale é rappresentata soltanto dalle piccole comunità autonome e autosufficienti sparse nel mondo, ma sono casi molto rari. Nessun guanto di sfida (al capitalismo) sembra immaginabile nel nostro secolo.

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