Pistoia: le sinergie della violenza. Lo sgombero di Vicofaro e i venti agenti in tenuta antisommossa

La tarda mattina del primo luglio – nell’insopportabile calura estiva dell’era del cambiamento climatico – venti agenti in tenuta antisommossa hanno fatto irruzione dentro la canonica di una chiesa. Siamo in Toscana, a Pistoia, per la precisione, in un quartiere residenziale della primissima periferia cittadina: Vicofaro.

A Vicofaro, nella nuova chiesa di Santa Maria Maggiore, nell’adiacente vecchia chiesa settecentesca e nei locali della canonica, da otto anni, il parroco Don Massimo Biancalani ha portato avanti un progetto di accoglienza caritatevole di ogni persona che cercasse riparo e rifugio – soprattutto persone migranti ma non solo – in quello che, con le parole di Papa Francesco, il parroco aveva definito un “ospedale da campo”.

Cosa ci fanno venti agenti di Polizia con caschi, scudi e manganelli in un “ospedale da campo” dentro una chiesa? Mettono in scena un’esibizione di forza spropositata a favor di camera, per sancire la chiusura di un’esperienza e soprattutto ristabilire violentemente le parole d’ordine della legalità, della sicurezza e del decoro.

A Vicofaro, infatti, erano in atto già da giorni le operazioni di trasferimento delle circa 160 persone che erano state accolte da Don Biancalani verso nuove soluzioni abitative, messe a disposizione dalla Diocesi e dalla Caritas. Strutture più piccole che avrebbero potuto garantire condizioni di vita più dignitose.

Le prime operazioni si erano svolte pacificamente e serenamente, oltre 150 persone avevano trovato accoglienza nelle nuove strutture. Ma, evidentemente, questa soluzione, così poco gridata, non appariva idonea a placare la sete – quasi vendicativa – di quella parte della popolazione del quartiere che una destra cittadina razzista – dalla spedizione di Forza Nuova alla messa del 25 agosto 2017, all’invito a fare barricate contro i migranti della Consigliera leghista Cerdini nell’aprile di quest’anno– ha per anni incalzato.

E così, per fare uscire dalla canonica soltanto tre persone migranti che rifiutavano le nuove soluzioni proposte – tra i più fragili, stando a quanto dichiarato alla stampa da alcuni volontari di Vicofaro – la Diocesi ha richiesto l’intervento della forza pubblica. Una sinergia – così l’ha definita la Prefetta Messina, in occasione della riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica alla presenza del Vescovo e del suo vicario, il 3 luglio – tra Governo, Polizia di Stato, Diocesi e Comune per dar mostra di un nuovo clima.

Lo sgombero – perché sì, vocabolario alla mano, di sgombero si tratta, con buona pace di Prefetta e Vescovo, che indignati pretendono si ricorra ad altre definizioni – è avvenuto con un’esibizione muscolare (ripeto: venti agenti in tenuta antisommossa!) e spropositata di forza. Una violenza ai danni di tre persone, che non mettevano a repentaglio, in tutta evidenza, né l’ordine, né la sicurezza, né l’igiene della struttura o del quartiere.

In questi giorni, le voci della sinergia della violenza istituzionale festeggiano il grande risultato dello sgombero: il Ministero dell’Interno pubblica una grafica sui social (in foto) in cui campeggia la scritta “liberata la canonica di Vicofaro”, il Sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, già in campagna elettorale come candidato – ancora non ufficiale – alla presidenza della regione, rivendica di aver affrontato la questione in termini di sicurezza, legalità e dignità. L’intero consesso del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nella sua composizione allargata con gli esponenti della Chiesa, esprime “soddisfazione unanime”.

Dalle cose che accadono al di sopra delle parole/ celebrative del nulla/ sotto un facile vento/ di sazietà/ d’impunità”

di Giulia Melani

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Una risposta a “Pistoia: le sinergie della violenza. Lo sgombero di Vicofaro e i venti agenti in tenuta antisommossa”

  1. Alessandro Olivieri ha detto:

    Una operazione mediatica di esibizione muscolare a danno di tre (3) poveracci con 20 agenti in tenuta antisommossa il tutto benedetto dal Vescovo e dai benpensanti nei locali della parrocchia. I farisei di evangelica memoria erano dei dilettanti.

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