Alla «pacificazione» i francesi rispondono con nuove proteste
Nuovo sabato di manifestazioni nelle città francesi contro la legge di «sicurezza globale» e per «i diritti sociali e le libertà», organizzate dalla Cgt, assieme ad altre formazioni sindacali di categoria. Una novantina di manifestazioni nel paese, con una partecipazione molto inferiore alla scorsa settimana. Il principale corteo è stato a Parigi. Tra gli slogan più sentiti, «tutti detestano la polizia», «anti anti capitalismo».
Lungo la rue Gambetta, verso République, ci sono stati alcuni incidenti fino a sera, a causa della presenza di alcuni elementi violenti, qualche auto bruciata, atti di vandalismo sull’arredo urbano, vetrine distrutte, risposta dei poliziotti con lacrimogeni, più di una trentina di fermi. Nel corteo, anche dei gilet gialli. Un’associazione di commercianti chiede di creare delle zone «di esclusione» protette nei centri città, per evitare che ogni sabato i cortei intralcino il commercio, già fortemente penalizzato dal Covid.
Il governo ha già fatto un passo indietro sull’articolo 24 della nuova legge, che mira a punire con un massimo di 1 anno di carcere e 45mila euro di multa chi diffonde immagini di poliziotti in azione violenta, con lo scopo «manifesto» di nuocere. L’articolo verrà «riscritto», nei fatti è sulla buona strada per essere ritirato. Ma la legge (articoli 21 e 22) ha anche altri aspetti criticati, che riguardano l’uso dei droni durante le manifestazioni e altre misure che permetterebbero una «sorveglianza di massa».
Inoltre, il controllo sulla diffusione di informazioni private sulle reti sociali torna in primo piano in una nuova legge, quella sui «separatismi» che è diventata di «difesa della Repubblica», che verrà presentata in Consiglio dei ministri il 9 dicembre (l’origine dell’articolo 25 è la decapitazione dell’insegnante Samuel Paty, i cui dati personali erano stati diffusi su Internet) .
Emmanuel Macron ha cercato la «pacificazione» con un’intervista venerdì sul sito Brut, seguito dai giovani. Per gli oppositori, un buco nell’acqua che non ha scalfito la determinazione. L’intervista ha però aperto un nuovo fronte, che già era in tensione, sulla questione del mantenimento dell’ordine: ieri, due sindacati di polizia, Alliance (destra della destra) e Fo Police hanno protestato contro alcune affermazioni di Macron, che ha affrontato il dramma delle violenze della polizia.
Esistono, ha ammesso il presidente, ma ha invitato a «decostruire» la questione, secondo lui diventata uno «slogan per gente che ha un progetto politico»: non violenza sistemica, ma violenza di alcuni, che va punita. I due sindacati di polizia hanno minacciato il rifiuto dei controlli di identità, dopo che Macron ha ammesso che le persone non bianche ne subiscono di più.
di Anna Maria Merlo
da il Manifesto del 6 dicembre 2020
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