Car* SpongeBlock – Spugnettari alla riscossa
Leggiamo su Libero Milano del 3 Giugno la notizia che l’Asscomm Porta Venezia propone, il 15 Giugno, di organizzare un gruppo di cittadini per andare a pulire i muri intorno al Leoncavallo. L’accusa all’amministrazione cittadina è di aver lasciato fuori dall’operazione “Nessuno tocchi Milano” proprio i tanto vituperati centri sociali e i loro muri, tradizionalmente pieni di murales.
La fonte non è delle più attendibili, ma prendiamo la notizia per buona e facciamo una prima raccomandazione agli spugnettari di destra, che sembrano condividere con gli spugnettari di sinistra il disturbo ossessivo-compulsivo della pulizia a tutti i costi salvo differenziarsi per la scelta delle superfici da pulire: attenzione, prima di partire come invasati a cancellare ogni cosa che non abbia apparenza di grigio e di squallore verificate su cosa vi state accanendo. Si rischiano figuracce importanti in cui gli spugnettari di sinistra sono già caduti. No, non pretendiamo che nel bagaglio culturale di uno spugnettaro ci sia la capacità di riconoscere un Basquiat a prima vista, ma la differenza fra un muro sporco e un muro dipinto non è difficile, potete arrivarci.
Scusate, ci siamo fatti ingolosire dalla facile ironia evidente nella proverbiale distinzione fra fatti e spugnette, in realtà vorremmo cogliere l’occasione del riproporsi alla cronaca del popolo dei pulitori di muri per accanirci sull’impegno politicamente trasversale dei bravi e onesti cittadini che hanno finalmente trovato un modo di impegnare il proprio tempo libero in qualcosa che sembra edificante e contribuisce al decoro della città impegnata a sembrare bella e attraente per i sei mesi dell’esposizione universale. Si sa mai che, fra pezzi di padiglioni che cascano, lavoratori scelti sulla base delle proprie idee politiche, licenziamenti anticipati e gente che fa volontariato a favore di una piovra che mangia i soldi pubblici per spartirli fra pochi affaristi, qualche soldino non venga fuori per tutti quanti.
Eh sì, perché, ridendo e scherzando, siamo arrivati a inizio Giugno. L’Esposizione Universale inaugurata da un mesetto, l’opposizione al grande evento liquidata dai soliti “giornalisti” scemi grazie a un paio di interviste e a quattro foto, i muri imbrattati che diventano subito campagna acquisti – ops, elettorale – e lavaggio delle coscienze per i perbenisti che di Milano si sbattono le palle 364 giorni all’anno.
Intanto, mentre il movimento sfodera riflessioni, si impegna nell’autocritica e tiene duro nello spiegare i propri contenuti e prendersi cura della città, i soliti ciarlatani pseudo democratici che tutto credono di sapere senza documentarsi su niente, che tutto insegnano senza muovere un dito, spugnette alla mano per un giorno o due, si indignano, a volte invocano la giustizia dei tribunali e puntano il dito contro quel magma eterogeneo che loro chiamano centri sociali e che ogni tanto, per sentirsi un po’ meno noiosi frequentano per un concerto, da spettatori, (tranquilli spugnettari di destra, stiamo parlando degli altri) senza sporcarsi mai le mani e senza, appunto, toccare mai Milano. Il modus operandi, o meglio, “recumandi”, è dare saggi consigli dall’esterno su cosa andrebbe fatto e come, senza però fare mai un tubo e senza fare esperienza diretta della realtà.
Dobbiamo ammetterlo, gli spugnettari di sinistra ci fanno saltare i nervi più di quelli di destra! Perché sarebbe tanto bello se avessero un po’ di spirito critico in più e un pelo di pigrizia e inerzia in meno per poterci magari costruire delle cose insieme: si indignano perché nelle home page dei giornali da scorrere col mouse la mattina leggendone sì e no i titoli, non trovano parole di autocritica del movimento su quanto successo in piazza il primo maggio a Milano. Attendono prese di distanza dai facinorosi che nemmeno si degnano di cercare, e sì che di documenti politici ne sono usciti a decine… Ma che volete, che ve li imbustiamo e ve li mettiamo nella casella della posta ordinaria? Chi cerca, trova, lo sapevate?
Scusate il fastidio, ma si salvi chi può. Non ce la si può prendere sempre con i giornali o con le istituzioni, perché checcavolo, se ci ritroviamo in questo circolo vizioso che ammazza lo spirito critico è perché c’è qualcuno che si accontenta di cibo precotto, se non predigerito, invece di andare alla ricerca di cibi che stuzzichino il palato.
Noi sbagliamo, tanto, spesso. Sbagliamo nelle pratiche e nel linguaggio. Ci facciamo tante domande e ci interroghiamo anche su noi stessi. Facciamo autocritica. E dopo questo primo maggio andremo avanti un bel po’ a farne. Ma quello che siamo o non siamo, quello che facciamo o non facciamo, quello che possiamo o non possiamo, non è determinato solo da chi c’è, ma anche da chi non c’è. Noi di questo mondo proviamo a prenderci cura e chi fa, si sa, sbaglia. Chi non fa, non sbaglia mai.
Noi tocchiamo Milano quotidianamente. Noi puliamo le periferie dalla merda, quella vera. Noi la andiamo a scovare quella merda, la smascheriamo, la denunciamo. Che fine ha fatto la curiosità di fare esperienza diretta delle cose? Siamo sul territorio, siamo sul web, siamo sui social media… Possibile che, con tutti i nostri limiti, non ci sia la curiosità di conoscere quello che facciamo e provare a capire quello che abbiamo da dire? E’ giusto credere in quello che si vede, ma non si può escludere quello che non si vede.
Fate così: se vi va questo week end lasciate a casa il cif e le spugnette e mettete nel kit del milanese indignato un po’ di curiosità e di entusiasmo. I quartieri sono pieni di iniziative di persone che se ne prendono cura, a partire proprio dai centri sociali.
Sarà interessante, gratificante e divertente, lo garantiamo. Sicuramente di più di un colpo di spugna.
Ah è vero, ci siamo dimenticati degli spugnettari di destra che vogliono pulire i muri dei centri sociali: non solo la vostra ignoranza è pari alla vostra stupidità ma, se proprio non avete di meglio da fare, vi consigliamo di girare al largo: un braccio destro scemo di nome Spugna è ammesso solo sulla nave di Capitan Uncino.
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