Partigian* in ogni strada – Il binario 21

Intorno alla Stazione Centrale di Milano c’è stato da parte del regime fascista un grande investimento propagandistico, oggi testimoniato dal perpetrarsi del falso mito che gliene attribuirebbe l’origine. La stazione in realtà era già attiva da decenni e la sua origine risale a prima dell’Unità d’Italia. Le modifiche successivamente apportate in quegli anni di sviluppo capitalistico e crescita del traffico ferroviario furono numerose, e continuarono anche nel dopoguerra. Quello che rimase del ventennio fu lo stile architettonico della facciata, tipico dell’architettura razionalista del primo novecento europeo.

Da attribuire interamente ai fascisti invece è il “binario 21”, luogo chiave a Milano per i piani di sterminio nazi-fascisti, dal quale tra il 1943 e il 1945 migliaia di persone furono condotte verso la prigionia e la morte.

L’ingresso si trova lungo via Ferrante Aporti, dove in precedenza venivano caricati e scaricati solo treni postali. Poi la posizione nascosta sotto il manto stradale favorì la scelta di destinarlo alle deportazioni. Dal binario 21 partirono ventitré treni, ma a causa della distruzione di molti documenti non è chiaro con precisione il numero totale di partigiani, ebrei e detenuti politici che furono spediti nei campi di concentramento passando dai sotterranei della Stazione Centrale di Milano.

Le destinazioni principali erano Auschwitz-Birkenau in Polonia, Mauthausen in Austria e Fossoli in Italia. Oppure in Germania nei campi di sterminio di Bergen-Belsen, Ravensbruck o Flossenburg. Spesso però prima passavano anche dai campi di Bolzano e Verona.

Le operazioni erano coordinate dal quartier generale SS all’Hotel Regina e la milizia fascista sottostava al Capitano della Gestapo Theodor Saevecke.

I prigionieri venivano prelevati dal carcere di San Vittore, condotti con dei camion in quello che è l’attuale salone d’ingresso del Memoriale della Shoah, caricati a calci e bastonate su stipati vagoni piombati, all’altezza dell’attuale 18esimo binario della stazione, per poi iniziare un viaggio infernale verso destinazioni ignote.

Il primo convoglio partì il 6 dicembre 1943 con 250 ebrei arrestati nei mesi precedenti dei quali sopravvissero solo in 5. Un altro convoglio di cui si hanno notizie dettagliate partì il 30 gennaio 1944 con 605 persone, di queste sopravvissero 14 uomini e 8 donne.

Nel dopoguerra venne ripristinato l’utilizzo postale del binario e rimase funzionante fino a non moltissimi anni fa. Solo nel 2013 è stato convertito in un Memoriale e oggi rappresenta una testimonianza degli orrori nazi-fascisti e un monito contro l’indifferenza che li rese possibili.

* foto in copertina di Lorenzo Taccioli

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