UN CPR – CENTRO DI PERMANENZA PER I RIMPATRI

Un colpo di bacchetta e un appalto milionario, e il centro di accoglienza di via Corelli, con celle, sbarre alle finestre e telecamere a raggi infrarossi, si è tramutato come d’incanto in …

UN CARCERE SENZA REATO!

Un posto di reclusione per chi abbia la sola “colpa” di non essersi visto riconoscere un permesso di soggiorno a causa del Decreto Sicurezza Salvini (ancora pienamente in vigore) ha svuotato il diritto di asilo, o delle leggi che da sempre vincolano la regolarità ad un lavoro, sempre più introvabile per chiunque.

UN LAGER!

Perché così è definibile un luogo in cui si venga rinchiusi nel giro di poche ore, senza un processo, inaccessibile a chiunque, dal quale non si può comunicare con l’esterno, neppure con avvocati e parenti, dove assistenza medica e psicologica sono solo sulla carta e dove gli atti di autolesionismo e gli abusi sono all’ordine del giorno

DEPORTAZIONE

Questo, in teoria, il destino dopo il CPR per chi, anche se in Italia da anni, con lavoro e famiglia nata qui, è diventato “clandestino” da un giorno all’altro a causa di leggi anacronistiche e illegittime.

ESPULSIONE

è invece spesso l’esito del CPR, in mancanza di accordi che consentano il rimpatrio: all’uscita, un foglio con l’invito a tornare al proprio paese, che non verrà mai eseguito, dopo mesi di vita, che nessuno ti restituirà più, spesi da innocente in un posto peggiore di una prigione.
Il tutto, solo per dimostrare che lo “Stato”, di destra o sinistra che sia, è forte e bada alla “sicurezza” dei cittadini.

A Milano, in Lombardia (ma anche altrove), possiamo tollerare un luogo così tra le nostre case?

Vi invitiamo a discuterne alla

ASSEMBLEA PUBBLICA REGIONALE
“IL CPR DI VIA CORELLI APRE!”
Sabato 18 gennaio 2020, ore 15
Via Sansovino n. 9 (MM 1-2 Lima, Loreto, Piola)

Per confrontarci su un tema urgente che riguarda tutta la regione, e non solo la nostra, e condividere strategie di sensibilizzazione, reazione e mobilitazione.