REPRESSIONE: Arrestati sindacalisti SI COBAS e USB

“Associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio con intenti estorsivi” sono le accuse mosse ad 8 dirigenti sindacali dei SI COBAS e di USB, che questa mattina sono stati svegliati della Digos sotto mandato della Procura di Piacenza.

Al centro dell’indagine ci sono gli scioperi e lotte nella logistica a Piacenza nel periodo 2014-2021; per i Si Cobas sono finiti agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale Aldo Milani e tre dirigenti della sezione piacentina: Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli.
Sono state emesse misure cautelari anche nei confronti di sindacalisti di Usb.

Non è la prima volta che si cerca di criminalizzare le lotte sindacali nel settore della logistica, dove continua a prevalere una situazione di assenza di diritti dei lavoratori e delle lavoratrici con un aumento di infiltrazioni in appalti e subappalti, sempre ai danni della dignità di lavoratori e lavoratrici.

Con l’arma delle leggi vengono sempre più cancellate lotte per il diritto al lavoro portate avanti negli anni, a costi di altrettante denunce e di una sempre più intensa repressione nei confronti del sindacati di base autorganizzati.
E’ notizia di qualche giorno fa, infatti, che il Governo Draghi su mandato di AssoLogistica, con la modifica dell’art. 1677 del codice civile, proverà ad eliminare la responsabilità in solido della committenza per i danni economici causati ai lavoratori. In pratica, se un lavoratore subisce furti di salario, né l’azienda né la cooperativa avranno la responsabilità e l’obbligo di risarcire il lavoratore colpito da tale violenza economica.

Certamente, se tanta ferocia repressiva venisse utilizzata verso i padroni della logistica, forse nessun’azienda rimarrebbe aperta. Perché esse si reggono sullo sfruttamento e su indagini e inchieste che eliminano le voci dissidenti;
Le voci e i corpi di coloro che mettono il sindacalismo a disposizione reale delle esigenze di lavoratori e lavoratrici che oggi, più che mai, hanno bisogno di essere protetti dalla violenza statale e repressiva.

La massima solidarietà va chiaramente ai sindacalisti arrestati e sotto procedimento. 

Se toccano un*, toccano tutt*!

 

Nassi La Rage

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