Il primo Aprile a Milano è nato un movimento!

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Il 1° Aprile a Milano è nato un movimento. Diverse sono state le tappe e i percorsi precursori di ciò che sabato scorso si è consolidato in maniera formale. Non tutti in città ne capiscono ancora il reale potenziale e la spinta propulsiva verso il futuro. Chi c’era, sa di cosa stiamo parlando. Di fronte alla Stazione centrale di Milano, si è tenuta la seconda tappa del percorso inaugurato fuori dalle porte dell’ex Caserma Montello lo scorso 18 Marzo. L’assemblea, attraversata da diverse centinaia di persone, e coordinata interamente da migranti, verteva su tre principali punti che proveremo a riassumere.17757659_10212416241145934_3177968183561724709_n (1)

Il punto di partenza è la consapevolezza che i migranti devono avere rispetto ai propri diritti, chi non li conosce non può difenderli. Il motivo per cui molte persone che vivono quotidianamente ingiustizie sulla propria pelle non alzano la testa per ribellarsi, è la condizione di perenne vulnerabilità e timore nel prendere posizione per cercare di migliorare la propria vite. Nessuno all’interno delle strutture di accoglienza ti insegna che cosa puoi fare per rivendicare i tuoi diritti, piuttosto sono molteplici gli strumenti intimidatori che vengono utilizzati per sedare qualsiasi voce fuori dal coro. Il primo compito che ci si è dati è quindi di informare tutti e tutte che è un diritto inalienabile quello di manifestare e chiedere un cambiamento delle norme in vigore rispetto alla gestione dell’accoglienza e dell’immigrazione. Sicuramente quando si è soli a combattere si è più deboli e vulnerabili, quando invece siamo uniti, tutti assieme, sarà molto più difficile intimidirci e impedirci di esprimere ciò che pensiamo, e lottare per ciò che vogliamo.

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Il secondo punto è conseguente al primo, è anche la ragione fondante dell’assemblea, recitando le parole dei Pink Floyd ”United we stand, divided we fall”, si coglie l’immediata necessità di unire tutti i percorsi nati in città che reclamino un miglioramento delle condizioni di vita dei migranti. Uniti siamo forti, divisi cadiamo. A facilitare questo sono stati sicuramente i due coordinatori dell’assemblea. S. da Bresso, che fa parte della rete di People Before Borders, e S., dalla Montello, il presidente delle Black Panthers. L’idea è quella di creare quindi un coordinamento tra i migranti ospitati nelle diverse strutture di accoglienza milanesi. All’assemblea erano presenti infatti migranti da Bresso, Montello, Corelli, Aldini e Mambretti, che sono i principali Centri di Accoglienza Straordinaria della città. Raccogliendo tutti i contatti dei presenti e con l’idea che in ogni centro nasca un comitato composto dai migranti, sarà più facile in futuro coordinarsi per lottare tutti e tutte assieme.

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– Il terzo punto riguarda invece il contenuto delle principali rivendicazioni politiche che stanno alla base di questo percorso. Prima di tutto il diritto incondizionato a tutti di esistere, vivere e muoversi dove e come ci pare. Richiedere che a tutti venga riconosciuta la possibilità di vivere legalmente con documenti, senza la necessità di dover trascorrere anni in attesa del responso della richiesta di asilo. Altra questione su cui tutti si sono espressi è il superamento del sistema C.A.S. I centri di accoglienza straordinaria sono luoghi in cui gli ospiti rimangono segregati dal resto della città, in cui gran parte dei servizi di cui una persona dovrebbe disporre sono completamente assenti. I C.A.S. sono un luogo di sospensione dei diritti umani, un luogo in cui si vive in un perenne stato semi-detentivo, in cui la libertà è sminata e in cui gran parte degli operatori, che vivono condizioni lavorative ultra precarie, non sono per forza di cose in grado di far fronte alle necessità degli ospiti.

Proprio rispetto al superamento del sistema dei C.A.S. è stato lanciato il prossimo appuntamento. Il sistema di accoglienza milanese vede più dei 3/4 dei richiedenti asilo ospitati in centri di accoglienza straordinaria. La responsabilità va attribuita all’assessorato alle politiche sociali che ha da sempre sostenuto che la logica dei grandi centri come i C.A.R.A., e un abuso del sistema dei C.A.S., sia il paradigma di accoglienza su cui investire. Sarà a Largo Treves, dove risiedono gli uffici dell’assessorato alle politiche sociali, che ci si rincontrerà la prossima volta. L’idea è quella di lanciare un Sit In per chiedere una volta per tutte al comune di Milano di sostituire gli attuali centri ghetto di enormi dimensioni, dove all’interno sono sigillate centinaia di persone, con una rete SPRAR, in grado di garantire una permanenza più degna per chi deve già passare un lungo periodo di limbo in attesa del responso della propria richiesta di asilo. Questo sarà il primo momento in cui questo percorso proverà a mettere in piedi una mobilitazione.

L’assemblea di ieri è stato un momento importante per la nostra città. Prima di tutto perchè tutti gli interventi sono stati fatti da migranti, i veri protagonisti di questo successo, e poi perchè finalmente qualcosa di nuovo e inaspettato è nato. Un fiume in piena sta per insoregere per le vie di Milano, e noi sappiamo da che parte stare. Il 13 Aprile ci vediamo alle 16 in Largo Treves per lottare al fianco dei nostri nuovi concittadini per una accoglienza più degna.

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