Spagna, fare il rider per Deliveroo è un lavoro, non un hobby (di Roberto Ciccarelli)

La biciclettata di lotta dei riders Deliveroo del Luglio 2017 a Milano.

Gig Economy. L’ispettorato del lavoro di Valencia in Spagna ha stabilito che i ciclo-fattorini («riders») che lavorano per la piattaforme digitale Deliveroo non sono lavoratori autonomi, ma dipendenti. L’azienda è stata multata per 160 mila euro in contributi non versati e farà ricorso.

L’ispettorato del lavoro di Valencia in Spagna ha stabilito che i ciclo-fattorini («riders») che lavorano per le piattaforme digitali – in questo caso Deliveroo – non sono lavoratori autonomi, ma dipendenti. «La qualifica di “autonomi” non definisce la loro attività. Il rapporto di diritto civile nasconde in realtà un rapporto di lavoro». Una definizione da manuale della tecnica usata nella cosiddetta «economia dei lavoretti» \[gig economy\]: la declassificazione del lavoro parasubordinato in un lavoro autonomo da freelance. La differenza è chiara: tutte le spese, i contributi, l’assicurazione sono a carico del «rider» e non dell’azienda che, in questo modo, può aumentare i profitti. L’ispettorato del lavoro spagnolo ha multato Deliveroo per 160 mila e 814 euro per contributi non versati.

Contro questa decisione Deliveroo ha annunciato un ricorso: i «riders» sono «fornitori di servizi» e non sono legati all’ azienda da un rapporto di lavoro. L’azienda inoltre sostiene di avere apportato modifiche ai contratti con i suoi «riders» e di non chiamarli lavoratori autonomi ma «lavoratori autonomi economicamente dipendenti».

Per l’ispettorato questo cambiamento non serve a regolarizzare la situazione: «La piattaforma non è un cliente del lavoratore ma il mezzo per connettersi con una moltitudine di clienti propri. Il vero contratto deve prevalere sul finto o preteso patto», ovvero il «rapporto mercantile» tra il singolo e la piattaforma.

Un rider in bicicletta guadagna 3,38 euro a consegna, 40 centesimi in più se guida una moto. I membri della piattaforma «Riders por derechos» hanno assicurato che simili denunce sono in corso di elaborazione a Madrid, Barcellona, Saragozza, Alicante, Siviglia e in un’altra città della Galizia. In Spagna Deliveroo ha circa mille ciclo-fattorini.

di Roberto Ciccarelli

dal manifesto (19/12/2017)

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