16 Marzo 2003 – L’omicidio di Dax e il massacro dell’Ospedale San Paolo
Milano, 16 Marzo 2003 – La metropoli è reduce dal grande corteo contro la guerra del giorno prima. Centinaia di migliaia di persone hanno attraversato la città per dire il loro NO all’imminente invasione dell’Iraq lanciata dal presidente americano Bush.
Sembra mancare sempre meno tempo all’ora dell’attacco (che infatti scatterà il 20 Marzo). Un attacco che produrrà una serie di reazioni a catena che oggi, nel 2017, ancora stiamo vivendo.
La mattina di quella domenica soleggiata un gruppo di attivisti ha contestato l’alzabandiera militare in Piazza Duomo sedendosi davanti al pennone del tricolore e venendo portati via di forza dalla Polizia…
Quella sera, nel quartiere Ticinese e più precisamente al Tipotà, un gruppo di antifascisti incrocia i Morbi, una famiglia nota in zona per le sue simpatie di estrema destra. Sono il padre e i due figli. Subito compaiono i coltelli. Rimangono a terra feriti gravemente Dax e Alex, in modo più leggero Fabio.
Sul posto arrivano subito le Forze dell’Ordine. Volanti e addirittura una camionetta del Reparto Mobile.
I soccorsi invece sembrano metterci un’eternità.
I primi antifascisti iniziano a radunarsi in Via Brioschi avvertiti dal tam-tam telefonico.
Le condizioni di Davide appaiono subito gravissime.
Le autoambulanze ripartono. Dax viene portato all’Ospedale San Paolo. Alex al Policlinico.
I presenti decidono di recarsi al San Paolo dove è stato portato anche Fabio.
Anche all’Ospedale San Paolo la sgradevole sorpresa della presenza delle divise.
Quasi subito arriva la notizia tanto temuta: Dax non ce l’ha fatta.
Alla disperazione dei compagni e degli amici fa da contraltare l’arroganza degli uomini in divisa. Frasi sbagliate nel momento sbagliato.
La tensione si alza subito.
Ed è lì, in quell’angolo di Barona, che Milano vomita tutte le divise presenti in servizio quella sera in città.
Carabinieri e poliziotti delle volanti più la celere.
Parte la caccia all’uomo.
Dentro e fuori del San Paolo.
Nelle corsie dell’ospedale come nel vialetto del pronto soccorso.
Tra l’armamentario utilizzato dagli uomini in divisa per fare male: manganelli, estensibili d’acciaio e…una mazza da baseball!
Per ricordare il clima allucinante di quella notte velocemente rimosso dalla memoria di Milano riprendiamo una testimonianza di uno dei feriti dalle Forze dell’Ordine:
Ho cercato di scappare, avrò fatto 50 metri, davanti a me nella direzione della fuga vi erano però delle macchine della Polizia ferme, ho deciso di fermarmi, ho alzato le mani, per altro non avevo altra scelta. Mi hanno raggiunto, mi hanno spintonato a terra, mi hanno ammanettato con le mani dietro la schiena. Mi sono trovato con la pancia a terra, si sono messi intorno, erano 5 o 6 persone, credo fossero della Celere, mi hanno dato una violentissima manganellata nella testa ( per tale colpo mi hanno poi dato 6 punti) , altri mi davano ripetuti calci in bocca: a causa di questi colpi ho avuto la rottura di 4 denti, altri 6 o 7 si sono piegati indietro, mi hanno anche applicato 6 punti all’interno della bocca e 4 sulle labbra. Non contenti qualcuno mi colpiva ripetutamente con calci sullo sterno (ho 3 costole incrinate), urlavano: “Ti spacchiamo la faccia, zecca“. Finalmente placandosi mi hanno messo in macchina, un poliziotto più anziano diceva agli altri: “Che cosa avete fatto, andatevene via”, all’interno della macchina vi era una ragazza.
Io continuavo a perdere i sensi e sputavo i miei denti, la ragazza ha iniziato ad urlare dicendo di chiamare l’autoambulanza. Per fortuna ve ne era una lì vicino, sentendo le urla, due medici sono scesi dicendo ai poliziotti , che mi avrebbero preso loro, perché stavo molto male; si sono convinti e mi hanno fatto salire in autoambulanza.
Sono stato portati al San Carlo, ove sono stato ricoverato per 9 giorni.
Nel frattempo decine di antifascisti si sono radunati davanti al vialetto del Pronto Soccorso chiedendo e ottenendo il rilascio dei tanti fermati. I feriti, anche in maniera grave, dalla Forze dell’Ordine, sono tantissimi.
La notizia, oltre che per via telefonica ha iniziato a girare anche nei canali mainstream. Radio Popolare ha interrotto le trasmissioni per un flash del giornale radio.
I giorni dopo saranno terribili.
La Questura, per giustificare la mattanza, inventerà la tesi dei “compagni di Dax che volevano portare via la salma”…
Già nella serata del 17 Marzo un migliaio di persone sfila per il Ticinese partendo dal centro sociale di Dax, l’O.R.So. di Via Gola.
Il giorno dell’attacco all’Iraq le strade di Milano verranno bloccate dalla marea pacifista che bloccherà i binari della Stazione Centrale.
Arriverà il sabato. Sabato 22 Marzo. Il sabato dei funerali di Davide a Rozzano. Un sabato di sole e di vento.
Migliaia di persone parteciperanno al corteo funebre a Rozzano, aperto dalla Banda Bassotti.
Ventimila partecipeanno al corteo antifascista partito da Piazza 24 Maggio.
La notte nera di Milano avrà anche uno strascico giudiziario.
4 antifascisti verranno processati per i fatti del San Paolo. Con loro 3 “tutori dell’ordine”.
La sentenza definitiva della Cassazione. Una sentenza che ancora grida vendetta arriverà nel Maggio del 2009 e vedrà la condanna di due antifascisti a pene carcerarie e alla cifra folle di risarcimento allo Stato di 130.000 euro.
Inutile dire che tra prescrizione e assoluzioni gli uomini in divisa resteranno impuniti.
Domani, dalle 18,30 in Via Brioschi, si terranno le iniziative per ricordare il 14° anniversario della vicenda.
Una serie di racconti su quei giorni per tenere viva la memoria:
Scacciare le lacrime – la notte nera di Dax
Per Dax – il ricordo di Mirko Mazzali
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Onore al compagno Dax