30.000 antirazzisti in marcia – La Milano degna si riprende le strade
30.000 antirazzisti sfilano in città.
Impressionante.
Questa la prima definizione che viene in mente parlando del corteo di ieri a Milano.
Che fosse una giornata molto particolare lo si è capito subito. Quando a mezz’ora dalla partenza ufficiale, prevista per le 15,30, Piazza Oberdan già brulicava di capannelli di manifestanti. La testa è stata subito costretta a muoversi verso Viale Vittorio Veneto spinta dal continuo arrivo persone.
20.000…30.000…40.000… Non siamo grandi esperti di numeri, ma per spiegare l’imponenza della manifestazione odierna basti dire che quando la testa raggiungeva Stazione Centrale la coda si muoveva da Oberdan.
Un corteo composito e variegato, con una presenza al suo interno di diverse generazioni e un continuo incontrarsi tra persone che magari non si vedevano da qualche anno o anche più…
Una manifestazione riuscita nonostante la silenziosa opera di boicottaggio e ostracismo dei media mainstream che, sui loro siti, fino alla tarda mattinata di ieri, nulla avevano scritto della mobilitazione antirazzista e antifascista che si sarebbe svolta in città e che poi riproponevano i consueti ed abusati titoli sul solito corteo dei centri sociali da mettere in contrapposizione alla mobilitazione dell’estrema-destra sulle foibe. Come a dire…l’eterno ritorno della teoria degli opposti estremismi. Come a dire…che antifascisti e fascisti pari sono…
Una manifestazione totalmente autorganizzata, quella di Milano, che è nata grazie ad una potente spinta dal basso che ha iniziato a farsi sentire già nelle primissime ore dopo in tragici fatti di Macerata. Dimostrazione che il movimento riesce ancora a mettere in campo proposte valide e fare da argine al clima terribile respira in questo paese. Riuscire, insomma, a “fare la cosa giusta”, citando un celebre film, al di là di tatticismi e sondaggite acuta ormai così di moda in questo Febbraio 2018 pre-elettorale.
A Macerata, che ieri ha visto sfilare per le sue strade un gigantesco corteo antifascista e antirazzista, come scrivevamo nei giorni scorsi, si è assistito alle giravolte di gran parte della sinistra istituzionale che, nel giro di pochissime ore, è stata capace di dire e fare tutto e il contrario di tutto (tranne le poche cose giuste che ci sarebbero state da dire e da fare…) salvo fare poi buon viso a cattivo gioco quando si è capito che la ribellione della base ai diktat dei vertici avrebbe portato a una partecipazione massiccia.
Nell’epoca in qui un tweet di Salvini o il mare magnum del razzismo da social fanno senso comune, il fatto che decine di migliaia di persone decidano ancora di scendere in piazza, metterci la faccia e rilanciare scalda i cuori e ci fa rientrare a casa con un po’ di ottimismo in più rispetto alla cupa angoscia e al senso di impotenza respirato sabato scorso dopo gli spari razzisti di Traini.
Milano, una città spesso e volentieri dura e indifferente, riesce a volte a stupirti, come nella notte dei 100.000 pochi giorni dopo la mattanza del G8 di Genova.
Dopo la “battaglia” della Montello e il 20 Maggio la metropoli meneghina si dimostra ancora capace di mettere in campo una mobilitazione antirazzista di massa. Coi tempi che corrono non è poco…
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